Un
caso giudiziario in Germania ripropone la questione delle
scolaresche culturalmente eterogenee, una condizione
tipica in molti Paesi nel momento attuale, e destinata a
caratterizzare il futuro – Se da un lato è necessaria
una corretta gestione del problema attraverso una
equilibrata distribuzione dei soggetti fra le classi,
dall'altro bisogna incoraggiare un approccio
all'insegnamento che tenga conto delle differenze
Tre studenti del ginnasio “Leonardo da Vinci” di Berlino
non hanno superato il periodo scolastico di prova previsto
in Germania e i loro genitori hanno sporto denuncia contro
le autorità locali. Motivo della bocciatura sarebbe stata
la massiccia percentuale di immigrati presente nella classe
che i tre hanno frequentato; la questione sarebbe quindi da
ricondursi a dinamiche discriminatorie. L'alta componente di
stranieri nella classe, riporta l'avvocato, avrebbe
rallentato e reso difficile l'apprendimento.
Il ginnasio in questione si trova a Neukölln, uno dei
quartieri più interculturali della città, ed è
interessante notare come i tre studenti stessi abbiano
radici arabe e turche. Ad ogni modo alcune classi parallele
a questa, lamentano le famiglie, avevano una percentuale di
studenti stranieri del solo 14%, contro il 63% della loro.
La denuncia è stata respinta, dal momento che a parere delle
autorità giudiziarie una maggiore o minore presenza di
stranieri non influirebbe in alcun modo sull'andamento della
classe e una tale densità di immigrati sarebbe risultato
casuale dei criteri generali di smistamento degli studenti
nelle varie sezioni. I “verdi” hanno accolto con
sollievo la riproposizione di questo problema, parlandone
come di uno scandalo ormai antico e da anni in attesa di
soluzione.
Ma quali sono le difficoltà principali nell'inserimento dei
ragazzi stranieri a scuola? E' soltanto il limite
linguistico a rischiare di rallentare i tempi, ed è poi
veramente un limite? Certamente l'approccio
dell'insegnamento non puo' essere il medesimo che viene
adottato in una classe di ragazzi che condividano lingua
madre e cultura. E' necessario creare alcuni spazi che
permettano di raccogliere il ricchissimo patrimonio dell'interculturalità
per poi sfruttarlo a vantaggio dell'insegnamento di tutte le
materie.
Nell'anno scolastico 2011/2012 sono stati 755.939 gli alunni
con cittadinanza non italiana nel nostro paese (193
cittadinanze straniere). Il livello scolastico con
l'incidenza più elevata di alunni stranieri è quello delle
scuole primarie, con una percentuale del 9,5%. Quando un
bambino si inserisce molto giovane è certamente più
semplice per gli educatori affrontare il suo eventuale
spaesamento e porre in essere un tramite tra la sua cultura
e quella nuova con la quale si trova a contatto. Inoltre il
limite linguistico è in questi casi praticamente
inesistente data la rapidità dell'apprendimento propria
della fascia d'età in questione.
I
più grandi (scuole medie/superiori) potrebbero invece vivere
una fase di spaesamento identitario e sradicamento, essendo
in loro già più sedimentata una certa cultura piuttosto
che un'altra e rischiando di essere bersaglio consapevole di
un po' di diffidenza da parte dei compagni, con i quali è
anche difficile comunicare per motivi linguistici. Inoltre
in questi livelli scolastici il ritmo delle lezioni è
generalmente abbastanza serrato e offre meno possibilità
per un lavoro di integrazione.
Un lavoro di integrazione che sia in grado di accogliere,
conoscere e riconoscere, mettere in comune ed elaborare,
tutte le differenti esperienze e categorie culturali degli
allievi, mettendo in discussione tutti gli elementi,
compresi quelli che sia ragazzi locali che ragazzi stranieri
possono ormai dare per scontato come ovvi. E così creare un
livello superiore di mobilità dell'intelligenza e delle
categorie di giudizio, che tra l'altro non puo' che
rivelarsi estremamente utile nell'apprendimento di qualsiasi
materia scolastica.
Queste
scuole ricche di differenze e culture non sono che
l'embrione di quello che sarà il nostro mondo tra qualche
anno: è necessario gestire con responsabilità e
lungimiranza queste realtà, creare delle strutture presso
le quali gli insegnanti possano ricevere informazioni e
indicazioni pratiche e creare degli spazi in cui queste
possano essere applicate, anche tramite progetti e
iniziative.
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Laura Venturi
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