FOGLIO LAPIS - OTTOBRE - 2013

 
 

Un progetto del governo di Parigi volto a sconfiggere gli “stereotipi di genere” che alterano la percezione del rapporto fra uomo e donna – Si vuole dimostrare che i concetti di maschile e femminile sono relativi alla società di riferimento e all'epoca considerata – Ma non tutti sono d'accordo, c'è chi teme possibili derive verso l'”autodeterminazione del genere” - Si sottolinea inoltre la necessità di promuovere l'uguaglianza prima di tutto nel mondo del lavoro

 

Égalité, uguaglianza: accanto a liberté e fraternité è uno dei pilastri ideologici della Rivoluzione francese. Accanto all'uguaglianza davanti al diritto, ormai garantita almeno in linea di principio nei paesi democratici, esiste un'uguaglianza di fatto ancora da raggiungere. Per esempio in materia di sesso, o di genere. Anche in Francia, la patria dell'égalité, si registra un dilagare di “stereotipi di genere”, e per correggere questa realtà fin dall'infanzia il governo di Parigi ha lanciato un'iniziativa nelle scuole. Si chiama “L'Abcd dell'uguaglianza”e punta proprio a “de-costruire” quegli stereotipi. Il progetto si propone di “trasmettere fin dalla più giovane età la cultura dell'uguaglianza e del rispetto fra le ragazze e i ragazzi, agendo sulla pratica degli operatori dell'istruzione e sui pregiudizi degli allievi”.

Presentato dal ministro dell'Educazione nazionale Vincent Pellion e dalla sua collega ai Diritti della donna, Najat Vallud-Belkacem, l'iniziativa consiste nel mettere a disposizione degli insegnanti uno spazio Internet dedicato. Contiene una serie di “sequenze pedagogiche” volte a dimostrare, attraverso la rappresentazione di modelli e la citazione di eventi e personaggi storici, quanto le nozioni di maschile e femminile evolvano a seconda delle società e delle epoche. La sociologa Marie Duru-Bellat, che sul tema ha scritto un libro, L'école des filles, pubblicato una decina di anni fa, plaude all'iniziativa facendo notare che in effetti “la scuola, società in miniatura, non è certo il paradiso dell'uguaglianza”.

Infatti gli stessi insegnanti non sono immuni agli stereotipi. Per esempio tendono a non incoraggiare le ragazze all'approfondimento di certe materie, come la matematica o la fisica, o a dedicarsi alle attività sportive, che si ritengono più adatte ai maschi. Ben venga dunque l'Abcd a far prendere coscienza di questa realtà. Ma non tutti sono d'accordo. C'è chi fa notare come all'uguaglianza di genere promossa nelle scuole faccia riscontro una disuguaglianza di fatto nell'orientamento professionale: è soprattutto qui che occorre intervenire. C'è anche chi teme che l'iniziativa sia un passo ideologico, che rischia di alimentare possibili derive verso l'”autodeterminazione del genere”.

Secondo la Duru-Bellat l'uguaglianza fra ragazze e ragazzi che s'intende perseguire va intesa nel senso di non rinchiudere gli alunni in un modello legato al loro sesso. In altre parole non si tratta di creare una dissociazione fra i due gruppi, all'interno dei quali ognuno sarebbe ridotto al suo genere. Jean-Louis Auduc, autore del saggio Sauvons les garçons, sostiene che non basta distruggere i luoghi comuni se non si fanno i conti con la realtà. Per esempio ogni iniziativa di questo tipo deve considerare attentamente i fallimenti scolastici di molti ragazzi, che spesso costituiscono la premessa di derive violente o criminali.

                                                          f. s.  
                                         

    


                                                  

 
 

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