Un
progetto del governo di Parigi volto a sconfiggere gli
“stereotipi di genere” che alterano la percezione del
rapporto fra uomo e donna – Si vuole dimostrare che i
concetti di maschile e femminile sono relativi alla
società di riferimento e all'epoca considerata – Ma non
tutti sono d'accordo, c'è chi teme possibili derive verso
l'”autodeterminazione del genere” - Si sottolinea
inoltre la necessità di promuovere l'uguaglianza prima di
tutto nel mondo del lavoro
Égalité,
uguaglianza: accanto a liberté e fraternité è uno dei
pilastri ideologici della Rivoluzione francese. Accanto
all'uguaglianza davanti al diritto, ormai garantita almeno
in linea di principio nei paesi democratici, esiste
un'uguaglianza di fatto ancora da raggiungere. Per esempio
in materia di sesso, o di genere. Anche in Francia, la
patria dell'égalité, si registra un dilagare di
“stereotipi di genere”, e per correggere questa realtà
fin dall'infanzia il governo di Parigi ha lanciato
un'iniziativa nelle scuole. Si chiama “L'Abcd
dell'uguaglianza”e punta proprio a “de-costruire”
quegli stereotipi. Il progetto si propone di “trasmettere
fin dalla più giovane età la cultura dell'uguaglianza e
del rispetto fra le ragazze e i ragazzi, agendo sulla
pratica degli operatori dell'istruzione e sui pregiudizi
degli allievi”.
Presentato
dal ministro dell'Educazione nazionale Vincent Pellion e
dalla sua collega ai Diritti della donna, Najat
Vallud-Belkacem, l'iniziativa consiste nel mettere a
disposizione degli insegnanti uno spazio Internet dedicato.
Contiene una serie di “sequenze pedagogiche” volte a
dimostrare, attraverso la rappresentazione di modelli e la
citazione di eventi e personaggi storici, quanto le nozioni
di maschile e femminile evolvano a seconda delle società e
delle epoche. La sociologa Marie Duru-Bellat, che sul tema
ha scritto un libro, L'école des filles, pubblicato
una decina di anni fa, plaude all'iniziativa facendo notare
che in effetti “la scuola, società in miniatura, non è
certo il paradiso dell'uguaglianza”.
Infatti
gli stessi insegnanti non sono immuni agli stereotipi. Per
esempio tendono a non incoraggiare le ragazze
all'approfondimento di certe materie, come la matematica o
la fisica, o a dedicarsi alle attività sportive, che si
ritengono più adatte ai maschi. Ben venga dunque l'Abcd a
far prendere coscienza di questa realtà. Ma non tutti sono
d'accordo. C'è chi fa notare come all'uguaglianza di genere
promossa nelle scuole faccia riscontro una disuguaglianza di
fatto nell'orientamento professionale: è soprattutto qui
che occorre intervenire. C'è anche chi teme che
l'iniziativa sia un passo ideologico, che rischia di
alimentare possibili derive verso l'”autodeterminazione
del genere”.
Secondo la Duru-Bellat l'uguaglianza fra ragazze e
ragazzi che s'intende perseguire va intesa nel senso di non
rinchiudere gli alunni in un modello legato al loro sesso.
In altre parole non si tratta di creare una dissociazione
fra i due gruppi, all'interno dei quali ognuno sarebbe
ridotto al suo genere. Jean-Louis Auduc, autore del saggio Sauvons
les garçons, sostiene che non basta distruggere i
luoghi comuni se non si fanno i conti con la realtà. Per
esempio ogni iniziativa di questo tipo deve considerare
attentamente i fallimenti scolastici di molti ragazzi, che
spesso costituiscono la premessa di derive violente o
criminali.
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f. s.
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