Ha
fatto rumore la proposta del ministro dell'istruzione
Francesco Profumo, di adeguare alcuni insegnamenti al
cambiamento demografico che le immigrazioni hanno
provocato anche nella scuola – Profumo parla in
particolare dell'ora di religione e delle lezioni di
geografia – Per ora consideriamo quest'ultimo aspetto:
sulla religione, tema che coinvolge la stessa struttura
costituzionale dello stato, torneremo nel prossimo numero
Francesco
Profumo vuole una scuola adeguata ai tempi, e non c'è
dubbio che questa esigenza esiste, a meno di voler
considerare l'organizzazione educativa fissata una volta per
tutte, e indifferente all'evoluzione storica. Per questo
l'ex presidente del Cnr, consiglio nazionale delle ricerche,
chiamato dal presidente del consiglio Mario Monti a
ricoprire nel suo “governo dei tecnici” la carica di
ministro dell'istruzione, ha suggerito la modifica di alcuni
insegnamenti. Profumo cita la religione e la geografia. Nel
primo caso, sul quale si è accesa una prevedibile polemica,
Profumo pensa a una evoluzione di quella disciplina in
direzione dell'etica o della storia delle religioni. É
questo un tema assai delicato, perché coinvolge la stessa
architettura costituzionale del nostro stato e i rapporti
concordatari con il Vaticano: lo affronteremo nel prossimo
numero.
Quanto
alla geografia, la proposta di Profumo è stata invece
accolta senza polemiche. Il ministro pensa che le classi
multietniche di oggi offrano l'opportunità di affrontare
questa disciplina secondo un'ottica finalmente globale, non
più ristretta a un troppo esclusivo eurocentrismo o
italocentrismo. Fermo restando che una particolare
attenzione deve essere conservata per gli aspetti che
riguardano il nostro paese, ovviamente in un'ottica europea,
è necessario affrontare una visione d'insieme del pianeta.
Non lo impone soltanto la variegata composizione della
platea scolastica di oggi, ma indipendentemente da questo la
stessa globalizzazione, la sempre più stretta interazione
commerciale, culturale, turistica fra tutti i paesi del
mondo. Nella visione di Profumo, gli alunni di provenienza
straniera possono testimoniare dei loro paesi di origine,
contribuendo così a trasformare la disciplina in materia
viva.
A
parte questa insistenza sull'opportunità di adeguare
l'insegnamento della geografia alle nuove esigenze imposte
dalla globalizzazione e dalla società multietnica, la
proposta di Profumo ha il merito di sollevare una questione
di non poca importanza. Infatti negli anni recenti il ruolo
della geografia nei programmi scolastici è stato
drasticamente sacrificato. Anche la recente riforma Gelmini
ha ridotto le ore dedicate a questa disciplina In alcune
scuole, come gli istituti professionali, la geografia è addirittura
scomparsa. Chi si prenda la briga di seguire un qualsiasi
programma televisivo di quiz, potrà facilmente verificare
le conseguenze di questa situazione: la cognizione
geografica dell'italiano medio è di poco superiore allo
zero. Il rapporto con il territorio, con le dimensioni
spaziali è praticamente inesistente. Si viaggia senza
rendersi conto dell'orientamento e delle distanze. In fondo
che bisogno c'è di studiare e conoscere gli itinerari, non
è più semplice affidarsi al navigatore, o addirittura al
cellulare? Non parliamo poi delle conseguenze di questa
lacuna cognitiva su altri insegnamenti, a cominciare da
quello della storia: come è possibile svincolare il tempo
dallo spazio? Studiare storia senza una base di conoscenze
geografiche è come affrontare la medicina trascurando
l'anatomia.
Dunque più che della riforma cui si riferisce il
ministro Profumo, questa materia andrebbe semplicemente
resuscitata. Conoscere il mondo, fra l'altro, aiuta a
rispettarlo in tutta la sua affascinante varietà, a
considerare con spirito di tolleranza e comprensione la
corrispondente varietà dei popoli, delle lingue, delle
tradizioni, delle culture.
- f.
s.
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