Le
statistiche sul lavoro infantile nel mondo sono
approssimative ma il fenomeno ha comunque dimensioni
impressionanti – Il contrasto a questa forma di
sfruttamento ha prodotto qualche risultato in alcune aree,
ma il più resta da fare – Per questo si è costituita a
Ginevra una sorta di coordinamento fra varie agenzie
internazionali, fra le quali la Fao e l’Ilo, per
affrontare il problema nell’agricoltura, l’attività
produttiva che più si avvale dei piccoli lavoratori
Secondo
la Fao (l’agenzia dell’Onu che si occupa di
alimentazione e agricoltura) sono 132 milioni, mentre sono
addirittura 218 nelle valutazioni dell’Ilo
(l’organizzazione internazionale del lavoro): si parla
della diffusione planetaria del lavoro minorile, quello che
riguarda esseri umani di età compresa fra i 5 e i 14 anni.
Come si vede le statistiche sono imprecise e approssimative,
ma le dimensioni del fenomeno sono comunque impressionanti.
Le cifre ufficiali sono in ogni caso inferiori al vero,
perché il lavoro dei bambini è per sua natura clandestino
e quindi sfugge facilmente alla misurazione. Di questo
fenomeno la Fao segnala un aspetto ancor più sconvolgente:
ogni anno nel mondo muoiono 22 mila bambini in seguito a
incidenti sul lavoro. Questi dati sono stati pubblicati di
recente, in occasione della Giornata mondiale contro il
lavoro minorile.
È
una piaga della quale ci siamo più volte occupati
(l’ultima, meno di un anno fa: si veda http://fogliolapis.it/ottobre2006-3.htm,
con particolare attenzione al capitolo africano, il più
drammatico, e agli arruolamenti forzati di bambini nelle più
svariate milizie armate): registrando a volte
l’attenuazione del fenomeno in alcune parti del mondo,
segno che la questione non corrisponde a una fatalità ma si
può affrontare e combattere. Anche stavolta la Fao informa
che in alcuni paesi latino-americani il lavoro minorile ha
conosciuto fra il 2000 e il 2004 una diminuzione dal 16 al 5
per cento della popolazione infantile, mentre il numero di
bambini costretti a lavori pericolosi è calato di un
quarto. Ma nonostante questo lo scandalo dei piccoli
lavoratori rimane un elemento costante nelle società più
povere del pianeta, e del resto non soltanto in quelle.
Le
conseguenze sono perfino ovvie. Milioni di bambini sono
sottratti al gioco, all’educazione, alla salute, dunque a
una crescita equilibrata e a una decente prospettiva di
vita. Inoltre sono esposti a rischi gravissimi: devono
maneggiare attrezzi progettati per braccia adulte,
trasportare carichi pesanti, sottostare a lunghi orari di
lavoro, esporsi a esalazioni tossiche come quelle dei
pesticidi in agricoltura. Inoltre sono pagati pochissimo,
ammesso che siano pagati il che non sempre si verifica.
L’agricoltura è una delle attività produttive che più
si avvalgono di questa forma di partecipazione forzata
(secondo l’Ilo un terzo della forza lavoro in questo
settore è costituito da bambini). Ma il lavoro infantile è
molto frequente anche nelle attività minerarie e
nell’edilizia.
Si
parla di paesi poveri, ma non occorre andare molto lontano
per assistere allo spettacolo di bambini al lavoro: si veda
in questo stesso numero l’articolo sui diritti negati
all’infanzia in Italia. L’accattonaggio infantile è da
anni ormai uno spettacolo frequente nelle nostre città.
Sono spesso piccoli zingari, ma non soltanto: ci sono casi
di bambini rapiti o addirittura venduti e poi costretti da
bande criminali all’accattonaggio o alla prostituzione.
Ogni tanto si registrano presso la magistratura italiana
denunce per il reato di sfruttamento di minori, ma
l’insieme delle denunce (soltanto 455 nel 2005) è
drammaticamente inferiore all’estensione del fenomeno.
Forte
della sua specifica competenza, la Fao ha promosso una forma
di cooperazione con altre grandi agenzie internazionali,
dall’Ilo al Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo,
fino alle organizzazioni che raggruppano i lavoratori nei
settori interessati, per affrontare il lavoro minorile in
agricoltura. Allo scopo è stata costruita a Ginevra una
partnership fra questi enti. Nonostante l’enorme portata
del fenomeno, si confida nella possibilità di un’azione
incisiva: vedremo nei prossimi anni se le valutazioni
statistiche del fenomeno avranno dimostrato che questo cauto
ottimismo non è fuori luogo. Sarebbe davvero imperdonabile
che la percezione internazionale di questa piaga fosse
limitata alla celebrazione protocollare della Giornata
mondiale del lavoro minorile.
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f. s.
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