Torna a Foglio Lapis - giugno 2003
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Ricordate Maurizio Boscherini, l’insegnante di Santa Sofia che fu colpito da un trasferimento d’ufficio per avere scritto un libro sulla sua esperienza? – Incompatibilità ambientale: questa la formula burocratica con cui venne motivato il provvedimento – Sono passati cinque anni, i bambini che Boscherini fu costretto a lasciare sono ormai al liceo e lui, l’”ultimo maestro”, vive ancora l’amarezza dell’esilio – Gli abbiamo chiesto di aggiornarci sulla sua vicenda
 

A voi della Lapis che mi ascoltate con pazienza: sono quel maestro che nel ‘98 ha pubblicato "L’ultimo maestro" con lo pseudonimo di Dernier. Appena veniste a conoscenza del mio dramma (trasferito d’ufficio per incompatibilità ambientale da S.Sofia,il mio paese) nel giugno del 2000, ne parlaste su Foglio Lapis di quello stesso mese. Iniziava così quella calda solidarietà che mi ha incoraggiato a continuare a lottare: non mi sono infatti mai rassegnato all’esilio a cui sono tuttora condannato dopo cinque anni. Resisto ancora. Quando tu, Alfredo, a dicembre 2000 scrivesti a favore della Riforma Berlinguer (poi non attuata per fortuna), io reagii con una lettera che fu pubblicata nel Foglio Lapis di febbrario 2001 col titolo "Pedagogia dello sforzo zero". Il settimanale Famiglia Cristiana, venuto a conoscenza del mio caso proprio grazie a questa replica, mi dedicherà un servizio ad aprile 2002 facendo riferimento anche a voi della LAPIS.

Grazie a Foglio Lapis il professor Claudio Risè, psicanalista e scrittore, che da tempo denuncia la preoccupante latitanza del padre nell’attuale società (vedi "Alla ricerca del padre perduto") viene a conoscenza della mia storia e del mio libro: in parallelo con lui denuncio la sparizione del maestro nella scuola. E qui avviene un fatto che ha del paradossale: Risè scrive alla Moratti raccomandandole: <<Ministro, ecco un consulente su cui contare: è Maurizio Boscherini, "l’ultimo maestro">>.

Ma non finisce qui: lo stesso Risè cita ampiamente il mio caso sulla rubrica da lui curata su "Io donna" abbinato al Corriere della Sera del 23-11-2002. Da cosa nasce cosa: un giornalisa de "Il Giornale", Stefano Lorenzetto, mi contatta per un’intervista che uscirà il 29-12-02.

Ecco il 2003: a marzo vengo contattato da Rai 3, dai responsabili del programma condotto da Corrado Augias: "Cominciamo bene. Le storie". Accetto di partecipare con la speranza di parlare finalmente della mia storia da un mass medium televisivo.

Il 27-3-03 devo andare a Roma. Mi dicono di portare una copia del libro per Augias. Ma il 27-3-03 succedono stranezze là a Rai 3.

Sono arrivato per tempo e mi hanno fatto accomodare in un camerino in cui, così mi era stato detto, doveva scendere Augias per fare la mia conoscenza. Ma Augias non si è visto. In trasmissione: Augias ha già... il mio libro! Da chi l’ha avuto? "Dal mio editore", penso in quel momento. Qualche giorno dopo, per vie traverse, saprò che il libro era stato mandato dal corpo scolastico di S.Sofia (quello che da sempre ha chiesto la mia testa) assieme alla documentazione "loro", riguardante il mio caso. Inizia la trasmissione: Augias perde almeno 5 minuti per parlare d’altro. Rimangono così un 10 minuti circa. Mi fa parlare per qualche minuto dandomi fretta ("se non si sbriga ci cacciano via tutti e due") poi dà la parola a una maestra di S.Sofia già collegata fin dall’inizio. La maestra dice peste e corna e monopolizza la trasmissione. Non mi viene dato il tempo neppure di replicare. Ma non dovevo essere io l’ospite? Era stato concesso al corpo scolastico di S.Sofia di leggere il proclama che aveva sotto mano: la cosa grave era che veniva annullato il vero problema e, all’opposto, ingigantito qualche particolare del tipo che "io avevo scritto nel libro che i miei compaesani sono dei pidocchiosi": così, fuori da ogni contesto come fosse un documento. E così via.

A telecamere spente la responsabile di produzione mi ha confidato che il giorno prima una voce maschile aveva telefonato dal Comune di S.Sofia (quindi sindaco o vicesindaco) per chiedere cosa stavano facendo, perchè, da chi erano stati autorizzati, ecc... Mano longa, insomma. I risultati si sono visti.

Maggio: vengo a conoscenza di un articolo su Italia Oggi: cita un caso molto simile al mio: la Corte d’appello di Potenza ha annullato il trasferimento per incompatibilità ambientale di un dirigente scolastico. Ci vogliono prove per un prevvedimento del genere: pertanto viene annullata la sentenza del giudice del lavoro che aveva respinto il ricorso del dirigente e non viene riconosciuta validità probatoria alla relazione ispettiva.

É un precedente importante ma... per arrivare alla Corte d’appello ci vogliono buoni avvocati e soldi a palate.

Io vado avanti e indietro da 5 anni con la mia vecchia Uno pagandomi la benziana che brucio ogni giorno per arrivare al posto di lavoro.

L’esilio continuerà, allora. L’amministrazione scolastica non si cura di me: sono stato sacrificato all’interesse di un gruppo di maestre e del D.D. Ho ripresentato, come ogni anno, domanda di trasferimento per il mio paese: come ogni anno stessa risposta: "la sua domanda non può essere presa in considerazione".

Eh già: chi lo toglierà di mezzo quel famigerato provvedimento? Il Ministro?

O il Padreterno?

 

 

                                                 Maurizio Boscherini

                                     
FOGLIO LAPIS - GIUGNO 2003