Torna a Foglio Lapis - giugno 2003
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Una iniziativa in terra di Puglia che è doveroso segnalare non soltanto per l’aspetto solidaristico, e perché coinvolge anche i piccoli stranieri in difficoltà, ma anche perché supera la tradizionale concezione dell’”istituto” per aprirsi al contributo di famiglie volontarie– Sono previsti anche una biblioteca e un Centro Studi, che si propone di contribuire alla diffusione di una cultura dell’accoglienza, dunque alla creazione di una armoniosa società multiculturale  
 

É stata posta nella mattina di domenica 18 Maggio in località Vaccarella tra Foggia e Lucera, la prima pietra del Villaggio Don Bosco, una struttura d'accoglienza per minori in difficoltà, anche stranieri, che per gli sfortunati casi della vita si trovano soli, senza una famiglia in grado di accudirli.

Ideatore e forte promotore dell'interessante iniziativa Don Michele de Paolis, salesiano, già responsabile della Comunità "Emmaus" di Foggia che si prefigge il recupero di giovani emarginati e tossicodipendenti.

La funzione si è tenuta alle 11 alla presenza di Don Michele de Paolis e del Sindaco di Lucera dott. Giuseppe Labbate che hanno salutato i presenti. Tante anche le personalità intervenute, che hanno dimostrato interesse per l'evento: il Presidente della Provincia Antonio Pellegrino, il Presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto, il Commissario della Fondazione Siniscalco/Ceci di Foggia dott. Sergio Pelosi. Presenti anche il Prefetto di Foggia dott. Fabio Costantini, il Sindaco di Foggia On. Paolo Agostinacchio, vari Sindaci della Capitanata ed infine il Vescovo di Lucera S.E. Mons. G.Zerillo ed il Superiore Generale dei Salesiani che al termine della cerimonia hanno tenuto una Celebrazione Eucaristica.

La struttura, grazie alla presenza di famiglie volontarie e operatori, si propone di offrire un percorso educativo ai bambini in difficoltà, nelle case che verranno costruite nel Villaggio Don Bosco, seguendo fedelmente il "metodo preventivo" di Don Bosco, preferendo così la prevenzione dei problemi nei minori piuttosto che l'assistenza poi, quando hanno già sbagliato nella vita.

Grazie a questo tipo di assistenza i minori abbandonati e senza alcun adulto in grado di assisterli troveranno nel Villaggio Don Bosco delle vere famiglie che daranno loro amore e supporto per tutto il periodo della loro crescita.
Grazie alle cure delle famiglie volontarie, a cui saranno affidate i minori in difficoltà come dei veri figli da accudire, e con l'aiuto delle strutture del "Villaggio Don Bosco" si darà tutto l'affetto e le cure di cui i minori disadattati avranno bisogno per crescere in maniera sana e corretta, evitando loro di intraprendere dei percorsi sbagliati che potrebbero compromettere irrimediabilmente la loro vita.

Nel villaggio verrà istituito un Centro Studi per i problemi dell'educazione dei bambini e adolescenti completa di una Banca Dati, di una Biblioteca specializzata, Convegni e Corsi per genitori ed insegnanti con il patrocinio dell' Università della Puglia e della Pontificia Università Salesiana di Roma.

La struttura si propone anche di formare nei cittadini una Cultura d'Accoglienza per cui i bambini dei semafori e dei campi profughi siano visti non con fastidio ma con benevolenza e amore, affinchè siano considerati persone aventi diritto ad una opportunità di crescita e di sviluppo nella odierna società.

Proprio pensando a questo nuovo tipo di accoglienza per i minori rimaniamo sorpresi e ci viene da chiedere a Don Michele de Paolis, l'ideatore di questa bella iniziativa, come è stato ideato un progetto del genere.

D: Egregio Don Michele, innanzitutto complimenti per la nuova impresa che si accinge a varare alla benemerita età di 84 anni! Poi le chiediamo subito: Come è arrivato ad ideare questo nuovo tipo di struttura con vere famiglie, preferendolo al solito istituto di accoglienza?

R: Siamo arrivati a questo perchè fin dall'inizio eravamo persuasi  che il classico istituto fà del male al bambino. Essendo infatti di solito presente negli istituti solo figure monosessuali ritenevamo che la mancanza della presenza di entrambe le figure genitoriali avrebbe potuto creare nei bambini una personalità disturbata. Sottoponemmo questo nostro progetto alla Regione Puglia ed al Governo e fù approvato dall' allora  Governo D'Alema con uno stanziamento di 10 miliardi.    

D: Bene, interessante. Visto che la struttura promette di ospitare anche minori stranieri in difficoltà, potrebbe dirci, secondo lei, come si potrebbe far capire agli italiani che il futuro dell'Italia sarà multiculturale?

R: Beh, secondo me per questo bisogna agire sull'educazione e cominciare già dalle scuole. Ai ragazzi bisogna far capire che gli stranieri sono una ricchezza, e bisogna imparare loro a valorizzare gli stranieri essendo questi un arricchimento per la nostra società. Noi, con la Comunità Emmaus, che si occupa di accogliere giovani disadattati e/o tossicodipendenti, stiamo già portando avanti un lavoro del genere nelle scuole di Foggia, grazie anche all'aiuto di un nostra operatrice volontaria tedesca, Cornelia, che spiega ai giovani studenti la ricchezza della società multiculturale.

D: Bene, complimenti davvero. La ringrazio Don Michele per la sua disponibilità e la saluto a nome del Foglio Lapis. In bocca al lupo!

R: Grazie a voi e....crepi il lupo!

 

 

                                                 Michele Rampino

                                     
FOGLIO LAPIS - GIUGNO 2003