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In una società come la nostra, in cui la presenza di persone provenienti da paesi stranieri è notevole e in numero crescente, in cui assistiamo a trasformazioni continue, talvolta anche troppo veloci per i tempi che ognuno di noi spesso richiede per comprenderle ed accettarle e in cui l’incontro e il confronto tra etnie e culture diverse tra loro sono esperienze pressoché quotidiane, si inserisce il Progetto “Il mondo sottocasa”, un’iniziativa di coinvolgimento di molte scuole elementari, medie ed una superiore della Circoscrizione 6 di Torino, collegate in rete tra loro per lo svolgimento di una serie di attività sul tema dell’intercultura nel corso del presente anno scolastico 2002-2003. La multiculturalità, che noi oggi viviamo come una realtà, pone l’esigenza urgente di una interculturalità, cioè di scambi ed effettiva integrazione tra persone di diverse culture, in modo predominante nel mondo della scuola, dove bambini di diverse provenienze geografiche e culturali ogni giorno condividono l’esperienza della socializzazione e dell’apprendimento. Nello
scorso anno scolastico la nostra classe (IV C del Liceo
socio-psico-pedagogico di via Bologna 183) aveva realizzato, in
collaborazione con la classe 1B della Scuola Elementare “Abba” e
la classe 1B della Scuola Media “ex Pergolesi”, un progetto dal
titolo “Un mondo a colori” sulla tematica appunto
dell’intercultura, svolgendo delle interviste a bambini e ragazzini
stranieri presenti in queste scuole,
per definire l’immagine che lo studente straniero ha di sé nella
realtà sociale e scolastica italiana,
specifi L'origine
di questo lavoro è derivata certamente dalla presa di coscienza del
nostro vivere all'interno di una società multiculturale, nella quale
è importante, però, non solo far convivere più o meno pacificamente
le culture diverse, quanto trasformare questa convivenza in un
complesso armonioso che, nel rispetto reciproco delle identità, porti
ad arricchimento dei soggetti coinvolti e della società stessa. Sulla
scia del buon successo ottenuto da quel lavoro e del coinvolgimento
che incontrare bambini italiani e stranieri ha prodotto in noi, siamo
stati altrettanto entusiasti di proseguire il lavoro ampliandolo.
Infatti, in questo nuovo progetto, di più vaste proporzioni per il
maggior numero di soggetti coinvolti, ogni scuola partecipante ha
svolto attività diversificate in base alle età degli alunni: i
bambini delle varie scuole elementari hanno realizzato lavori pratici
ed esperienze più dirette di vario tipo (disegni, cartelloni, danze,
musiche e canzoni, uno spettacolo,
percorsi di conoscenza e presa di coscienza di percezioni
legate a mondi lontani e diversi, racconti e favole ed altro); i
ragazzi delle scuole medie hanno realizzato percorsi di ricerca sul
fenomeno dell’immigrazione dal punto di vista storico, sulle radici
comuni alle diverse culture per evidenziarne punti di differenza e di
contatto e sulle tradizioni e i riti tipici di vari popoli, indagini
sul territorio. La nostra scuola superiore ha seguito e accompagnato
le varie classi nello svolgimento
dei
loro programmi (per quanto compatibile con i reciproci orari di
lavoro), verificando
anche le difficoltà che si incontrano nel voler lavorare
insieme tra ragazzi di età tanto diverse, con formazioni ed
impostazioni molto varie. Elemento fondamentale di tutto il progetto
è stata la presenza e la partecipazione di mediatori interculturali,
nuove figure professionali che si occupano di favorire la reciproca
conoscenza e fornire chiavi di lettura corrette per la comprensione
delle diversità. Tutto il lavoro è, naturalmente stato impostato e
seguito dagli insegnanti delle varie classi e supportato dagli
operatori dell’Associazione “Il Nodo”. Per
fare in modo che si realizzasse un più forte avvicinamento nei
confronti delle culture con le quali maggiormente conviviamo
all'interno della società attuale (cultura asiatica, nord-africana ed
est europea), quasi tutte le classi hanno effettuato delle visite a
botteghe artigiane e commerciali di Torino, rappresentative delle
culture stesse, guidate dai mediatori interculturali che hanno
illustrato quanto veniva mostrato dai venditori. Attraverso queste
visite è stato possibile renderci conto del grado di integrazione da
parte di persone che hanno una cultura spesso anche molto differente
da quella italiana, ma che sono ben inserite nella nostra società, e
sono parte integrante della stessa. E’ stato inoltre piacevole
osservare come, sia i proprietari delle botteghe cinesi che quelli
della bottega magrebina, sono stati
ben disposti ad una apertura di scambio con noi e con i
bambini: erano felici di farci entrare per poco tempo nel proprio
mondo e in ciò si sentiva forte la loro identità ma anche il
desiderio di farsi conoscere meglio attraverso alcune delle cose più
rappresentative delle loro culture di appartenenza (cibi e indumenti
per la cultura cinese e oggettistica, vestiario e tappeti connessi ad
una antica tradizione e ad un forte senso morale e religioso per
quella magrebina). Anche i bambini hanno dimostrato un buon interesse nei confronti di queste attività, in particolare modo quando sono avvenuti gli incontri con i mediatori interculturali. Tutti hanno riscosso un grande successo e suscitato entusiasmo perché sia la mediatrice culturale Stella, sia la mediatrice magrebina Fathia ed infine il mediatore Rom Walter sono stati affascinanti nell’illustrare le peculiarità dei loro usi e costumi, del vivere all'interno della loro società e della loro storia in modo semplice, chiaro e piacevole, catturando tutto il nostro interesse e quello dei bambini naturalmente, anche perché ci sono stati mostrati abiti magnifici, tra cui un abito da sposa con finiture in oro e uno da sposo, giochi, scarpe, oggetti tipici e tradizionali (molti dei quali realizzati interamente a mano) e ancora spezie utilizzate per il condimento dei cibi, a scopo farmaceutico e per la cura del corpo. A
conclusione di questo progetto una mostra multietnica di cibi, giochi,
vestiti, oggetti
rappresentativi di queste culture, nonché
prodotti realizzati dai bambini delle scuole testimonia i
risultati del lavoro e l’impegno dei vari partecipanti; in una festa
finale di due giorni tutti possono incontrarsi, entrare davvero in
contatto gli uni con gli altri, condividendo il piacere della
conoscenza di abitudini e costumi molto lontani ma, al contempo,
estremamente vicini ai propri, in un'atmosfera di collaborazione,
serenità e armonia, che sono stati tra gli obbiettivi perseguiti fin
dal principio e lo spirito con cui si è cercato di portare avanti il
lavoro. Un CD-Rom raccoglie tutto il materiale prodotto.
Marica Biglieri |