Torna a Foglio Lapis - giugno 2003
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Come alcune scuole torinesi hanno preso di petto il problema della necesaria armonizzazione fra le diverse culture presenti nella nostra società – Dopo una prima presa di contatto, volta a chiarire l’autopercezione delle singole identità, il programma si è approfondito sul piano degli scambi concreti di esperienze e di visioni, attraverso un progetto denominato “Il mondo sottocasa” – La scoperta dell’altro attraverso le visite alle attività artigianali e commerciali  
 

In una società come la nostra, in cui  la presenza di persone provenienti da paesi stranieri è notevole e in numero crescente, in cui  assistiamo a trasformazioni continue, talvolta anche troppo veloci per i tempi che ognuno di noi spesso richiede per comprenderle ed accettarle e in cui l’incontro e il confronto tra etnie e culture diverse tra loro sono esperienze pressoché quotidiane, si inserisce il Progetto “Il mondo sottocasa”, un’iniziativa di coinvolgimento di molte scuole elementari, medie ed una superiore della Circoscrizione 6 di Torino, collegate in rete tra loro per lo svolgimento di una serie di attività sul tema dell’intercultura nel corso del presente anno scolastico 2002-2003.

La multiculturalità, che noi oggi viviamo come una realtà, pone l’esigenza urgente di una interculturalità, cioè di scambi ed effettiva integrazione tra persone di diverse culture, in modo predominante nel mondo della scuola, dove bambini di diverse provenienze geografiche e culturali ogni giorno condividono l’esperienza della socializzazione e dell’apprendimento.

Nello scorso anno scolastico la nostra classe (IV C del Liceo socio-psico-pedagogico di via Bologna 183) aveva realizzato, in collaborazione con la classe 1B della Scuola Elementare “Abba” e la classe 1B della Scuola Media “ex Pergolesi”, un progetto dal  titolo “Un mondo a colori” sulla tematica appunto dell’intercultura, svolgendo delle interviste a bambini e ragazzini stranieri presenti in queste scuole, per definire l’immagine che lo studente straniero ha di sé nella realtà sociale e scolastica italiana, specifi camente di Torino.

L'origine di questo lavoro è derivata certamente dalla presa di coscienza del nostro vivere all'interno di una società multiculturale, nella quale è importante, però, non solo far convivere più o meno pacificamente le culture diverse, quanto trasformare questa convivenza in un complesso armonioso che, nel rispetto reciproco delle identità, porti ad arricchimento dei soggetti coinvolti e della società stessa.

Sulla scia del buon successo ottenuto da quel lavoro e del coinvolgimento che incontrare bambini italiani e stranieri ha prodotto in noi, siamo stati altrettanto entusiasti di proseguire il lavoro ampliandolo. Infatti, in questo nuovo progetto, di più vaste proporzioni per il maggior numero di soggetti coinvolti, ogni scuola partecipante ha svolto attività diversificate in base alle età degli alunni: i bambini delle varie scuole elementari hanno realizzato lavori pratici ed esperienze più dirette di vario tipo (disegni, cartelloni, danze, musiche e canzoni, uno spettacolo,  percorsi di conoscenza e presa di coscienza di percezioni legate a mondi lontani e diversi, racconti e favole ed altro); i ragazzi delle scuole medie hanno realizzato percorsi di ricerca sul fenomeno dell’immigrazione dal punto di vista storico, sulle radici comuni alle diverse culture per evidenziarne punti di differenza e di contatto e sulle tradizioni e i riti tipici di vari popoli, indagini sul territorio. La nostra scuola superiore ha seguito e accompagnato le varie classi nello svolgimento dei loro programmi (per quanto compatibile con i reciproci orari di lavoro), verificando  anche le difficoltà che si incontrano nel voler lavorare insieme tra ragazzi di età tanto diverse, con formazioni ed impostazioni molto varie. Elemento fondamentale di tutto il progetto è stata la presenza e la partecipazione di mediatori interculturali, nuove figure professionali che si occupano di favorire la reciproca conoscenza e fornire chiavi di lettura corrette per la comprensione delle diversità. Tutto il lavoro è, naturalmente stato impostato e seguito dagli insegnanti delle varie classi e supportato dagli operatori dell’Associazione “Il Nodo”.

Per fare in modo che si realizzasse un più forte avvicinamento nei confronti delle culture con le quali maggiormente conviviamo all'interno della società attuale (cultura asiatica, nord-africana ed est europea), quasi tutte le classi hanno effettuato delle visite a botteghe artigiane e commerciali di Torino, rappresentative delle culture stesse, guidate dai mediatori interculturali che hanno illustrato quanto veniva mostrato dai venditori. Attraverso queste visite è stato possibile renderci conto del grado di integrazione da parte di persone che hanno una cultura spesso anche molto differente da quella italiana, ma che sono ben inserite nella nostra società, e sono parte integrante della stessa. E’ stato inoltre piacevole osservare come, sia i proprietari delle botteghe cinesi che quelli della bottega magrebina, sono stati  ben disposti ad una apertura di scambio con noi e con i bambini: erano felici di farci entrare per poco tempo nel proprio mondo e in ciò si sentiva forte la loro identità ma anche il desiderio di farsi conoscere meglio attraverso alcune delle cose più rappresentative delle loro culture di appartenenza (cibi e indumenti per la cultura cinese e oggettistica, vestiario e tappeti connessi ad una antica tradizione e ad un forte senso morale e religioso per quella magrebina).

Anche i bambini hanno dimostrato un buon interesse nei confronti di queste attività, in particolare modo quando sono avvenuti gli incontri con i mediatori interculturali. Tutti hanno riscosso un grande successo e suscitato entusiasmo perché sia la mediatrice culturale Stella, sia la mediatrice magrebina Fathia ed infine il mediatore Rom Walter sono stati affascinanti nell’illustrare le peculiarità dei loro usi e costumi, del vivere all'interno della loro società e della loro storia in modo semplice, chiaro e piacevole, catturando tutto il nostro interesse e quello dei bambini naturalmente, anche perché ci sono stati mostrati abiti magnifici, tra cui un abito da sposa con finiture in oro e uno da sposo, giochi, scarpe, oggetti tipici e tradizionali (molti dei quali realizzati interamente a mano) e ancora spezie utilizzate per il condimento dei cibi, a scopo farmaceutico e per la cura del corpo.

A conclusione di questo progetto una mostra multietnica di cibi, giochi, vestiti, oggetti  rappresentativi di queste culture, nonché  prodotti realizzati dai bambini delle scuole testimonia i risultati del lavoro e l’impegno dei vari partecipanti; in una festa finale di due giorni tutti possono incontrarsi, entrare davvero in contatto gli uni con gli altri, condividendo il piacere della conoscenza di abitudini e costumi molto lontani ma, al contempo, estremamente vicini ai propri, in un'atmosfera di collaborazione, serenità e armonia, che sono stati tra gli obbiettivi perseguiti fin dal principio e lo spirito con cui si è cercato di portare avanti il lavoro. Un CD-Rom raccoglie tutto il materiale prodotto.

 

                                                 Marica Biglieri

                                     
FOGLIO LAPIS - GIUGNO 2003