Torna a Foglio Lapis - giugno 2003
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A Bologna una manifestazione carica di significati: una catena umana si è snodata nel portico che unisce la città al santuario in cima al colle portando lassù le parti di un polittico – Si è così celebrato il “passamano” con cui i cittadini, un giorno del 1677, portarono i materiali per la costruzione del portico e della chiesa – Un’idea nata nel laboratorio multidisciplinare di ricerca storica dell’università, e realizzata con la partecipazione di decine di scuole 
 

Con molta trepidazione e attesa, noi della Lapis ci prepariamo ad assistere, o meglio, a partecipare ad un evento che sottolinea, coincidendo perfettamente nella data e nei contenuti, l’annuale appuntamento May31. Siamo a Bologna con una bellissima giornata di sole. Oggi i tranquilli portici che dal Meloncello arrivano al Colle della Guardia dove sorge la Basilica di San Luca, si animeranno e faranno da teatro ad un evento straordinario.

Oltre 320 anni or sono, precisamente il 17 ottobre 1677, i bolognesi improvvisarono una catena di uomini e donne che avevano in comune la volontà di costruire il portico che poi divenne il più famoso di Bologna. Non essendoci altri mezzi e strade carrabili oltre il Meloncello, le pietre e tutto il materiale per la costruzione fu portato con uno storico passamano. L’idea di una rievocazione di quell’evento è nata nel Laboratorio multidisciplinare di ricerca storica al dipartimento di Storia dell’Università degli Studi di Bologna presieduto dal prof. Rolando Dondarini.

Il progetto sul tema “Passamano per San Luca” è stato accolto da 45 scuole di Bologna e provincia che hanno lavorato per settimane utilizzando varie discipline, arte e musica in primo piano, con lavori individuali e di gruppo, guidati dagli insegnanti, ispirandosi alla Basilica che sorge in cima a quel famoso portico e nella quale è custodita l’immagine della Madonna di San Luca. I lavori, i materiali prodotti e gli elaborati degli studenti, sono stati esposti al pubblico in San Giovanni in Monte e molti di loro premiati. Al termine, a coronamento di questo programma di lavoro, la rievocazione del passamano cui partecipano 1700 studenti portando il risultato del loro lavoro e arricchendo di intermezzi artistici e musicali il passaggio, non di pietre e materiali da costruzione come 325 anni fa, ma di 18 tavole dipinte su legno raffiguranti scene e momenti della vita del colle bolognese, del suo portico e del Santuario, completate da tre lunette che andranno a comporsi in un suggestivo polittico, in cima, davanti alla Basilica al termine del passamano. Quest’opera sarà poi trasferita all’interno e lì resterà.

Si distribuisce materiale Lapis fra i bambini del "passamano"

Ora avete una visuale del progetto, ma se non ci seguite, non scoprirete quello che la Lapis ha visto per voi. La scuola con cui siamo in contatto è il Liceo Scientifico A. Righi. 27 ragazzi indossano tuniche di tela juta (circa 100 metri di tela sono stati necessari per confezionarle). Essi impersonano i portatori d’acqua che disseteranno gli operai impegnati, sotto il sole, nel passamano. Le loro sette postazioni lungo il percorso indicano altrettante lapidi incise in lingua latina che hanno tradotto in italiano, a volte con notevole difficoltà di interpretazione per precedenti danni e restauri approssimativi.

Arriva il momento della partenza. Sotto l’arco del Meloncello, l’araldo legge l’editto del 17 ottobre 1677 che narra la storia del passamano e con il taglio del nastro il sindaco di Bologna Giorgio Guazzaloca e il vescovo vicario mons. Ernesto Vecchi daranno il via consegnando ad una ad una le tavole ai ragazzi. Lo scorrere del passamano e i momenti più  significativi saranno accompagnati e sottolineati dai tamburi e dalle trombe dei figuranti della Compagnia degli alfieri bandieranti. Ci fermiamo coi bambini della Scuola dell’infanzia S. Giuseppe. Tutti indossano la maglietta bianca con l’immagine del passamano per  San  Luca e un fazzolettino rosa legato al collo dipinto dalle suore. Poi ecco che ci fermiamo con 18 scolaretti della  classe 1B della Scuola XXI Aprile che emozionatissimi dovranno cantare una canzone composta e musicata per l’occasione da Roberta Montanari e Giampaolo Basoli.: “Madonnina di San Luca”. Ma dopo la canzone, subito, alla svelta ai posti stabiliti, il rullo dei tamburi  annuncia  l’arrivo delle tavole da passare e  l’impegno  per i piccoli è  molto importante. Man mano che saliamo incontriamo altre scuole  non solo di Bologna. Molti ragazzi hanno fatto disegni, dipinti, grafici e tutti sarebbero degni di essere guardati. Altre scuole hanno presentato canzoni come  la Canta del passamano.  Fra tanta arte e musica, giovani e coreografiche presentazioni, le tavole sono passate di mano in mano e anche noi abbiamo la possibilità di contribuire formando un anello della catena e vedendo da vicino le 21  tavole  del polittico. E’ una gran gioia vedere con quanto spirito di collaborazione i ragazzi lavorino insieme, non devono rimanere interruzioni, per cui appena liberati dall’ultima tavola, subito si va avanti per dare aiuto a chi è più in alto. Partecipano anche adulti, anziani appartenenti a gruppi diversi, militari, crocerossine, gruppi sportivi  e teatrali in un’atmosfera di buonumore consapevole e disciplinato.  Siamo così giunti in cima e mentre l’opera viene composta sul telaio che aspetta davanti  alla Basilica  il gruppo musicale  Canticum  diretto da  Catia Bellanca si esibisce in brani ricchi di suggestione.

Alle 13 in punto, il sole alto nel cielo sopra di noi, con le parole del telegramma del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lette da Andrea Mingardi  e  che vogliamo  riportare,  volge al termine questa singolare manifestazione. “In occasione della manifestazione  <Un passamano per San Luca>  ancora tutti insieme  per quel portico, il presidente della Repubblica esprime apprezzamento all’associazione per il significato civico e per  l’alto valore artistico e culturale dell’iniziativa. Agli organizzatori dell’evento  e a tutti i  partecipanti il Capo dello Stato invia  un saluto cordiale.”  Al passamano per San Luca viene conferito il  Premio di Rappresentanza del Capo dello Stato.

La Basilica di San Luca ha avuto ancora una volta una  grande dimostrazione di affetto da migliaia di persone, che lei ricambia  da tanti, tanti anni: un tempo con una luce rossa intermittente che lasciava il tempo per una preghiera, ora,  accogliendo con la sua caratteristica  sagoma sapientemente illuminata, visibile già da lontano a chi arriva in prossimità di Bologna dalla posizione rialzata del colle che domina la città. I bolognesi che ritornano a Bologna vedono quel Faro per prima cosa, come i naviganti quando finalmente avvistano il faro del porto di arrivo, preludio della desiderata dolce aria di casa.

La manifestazione è conclusa, ma la lezione che tutti abbiamo imparato dalla rappresentazione simbolica deve segnare un inizio, perché ora comincia l’impegno per applicare quanto i nostri ragazzi hanno appreso. Quando tutti si aiutano e tutti collaborano, i progetti che sembravano irrealizzabili, gli obiettivi irraggiungibili, gli ostacoli insormontabili, diventano attuabili, con un piccolo impegno, un piccolo passo, un piccolo aiuto di tutti, uniti. I grandi risultati che si potranno ottenere lasceranno un segno per il futuro, per un futuro migliore. Il futuro è nelle nostre mani, nelle mani di tutti noi e voi, insieme.

 

                                                 Graziella Cupidi

                                     
FOGLIO LAPIS - GIUGNO 2003