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Con
molta trepidazione e attesa, noi della Lapis ci prepariamo ad
assistere, o meglio, a partecipare ad un evento che sottolinea,
coincidendo perfettamente nella data e nei contenuti, l’annuale
appuntamento May31. Siamo a Bologna con una bellissima giornata di
sole. Oggi i tranquilli portici che dal Meloncello arrivano al Colle
della Guardia dove sorge la Basilica di San Luca, si animeranno e
faranno da teatro ad un evento straordinario. Oltre
320 anni or sono, precisamente il 17 ottobre 1677, i bolognesi
improvvisarono una catena di uomini e donne che avevano in comune la
volontà di costruire il portico che poi divenne il più famoso di
Bologna. Non essendoci altri mezzi e strade carrabili oltre il
Meloncello, le pietre e tutto il materiale per la costruzione fu
portato con uno storico passamano. L’idea di una rievocazione di
quell’evento è nata nel Laboratorio multidisciplinare di ricerca
storica al dipartimento di Storia dell’Università degli Studi di
Bologna presieduto dal prof. Rolando Dondarini. Il progetto sul tema “Passamano per San Luca” è stato accolto da 45 scuole di Bologna e provincia che hanno lavorato per settimane utilizzando varie discipline, arte e musica in primo piano, con lavori individuali e di gruppo, guidati dagli insegnanti, ispirandosi alla Basilica che sorge in cima a quel famoso portico e nella quale è custodita l’immagine della Madonna di San Luca. I lavori, i materiali prodotti e gli elaborati degli studenti, sono stati esposti al pubblico in San Giovanni in Monte e molti di loro premiati. Al termine, a coronamento di questo programma di lavoro, la rievocazione del passamano cui partecipano 1700 studenti portando il risultato del loro lavoro e arricchendo di intermezzi artistici e musicali il passaggio, non di pietre e materiali da costruzione come 325 anni fa, ma di 18 tavole dipinte su legno raffiguranti scene e momenti della vita del colle bolognese, del suo portico e del Santuario, completate da tre lunette che andranno a comporsi in un suggestivo polittico, in cima, davanti alla Basilica al termine del passamano. Quest’opera sarà poi trasferita all’interno e lì resterà. Si distribuisce materiale Lapis fra i bambini del "passamano" Ora
avete una visuale del progetto, ma se non ci seguite, non scoprirete
quello che la Lapis ha visto per voi. La scuola con cui siamo in
contatto è il Liceo Scientifico A. Righi. 27 ragazzi indossano
tuniche di tela juta (circa 100 metri di tela sono stati necessari per
confezionarle). Essi impersonano i portatori d’acqua che
disseteranno gli operai impegnati, sotto il sole, nel passamano. Le
loro sette postazioni lungo il percorso indicano altrettante lapidi
incise in lingua latina che hanno tradotto in italiano, a volte con
notevole difficoltà di interpretazione per precedenti danni e
restauri approssimativi.
Arriva
il momento della partenza. Sotto l’arco del Meloncello, l’araldo
legge l’editto del 17 ottobre 1677 che narra la storia del passamano
e con il taglio del nastro il sindaco di Bologna Giorgio Guazzaloca e
il vescovo vicario mons. Ernesto Vecchi daranno il via consegnando ad
una ad una le tavole ai ragazzi. Lo scorrere del passamano e i momenti
più
significativi saranno accompagnati e sottolineati dai tamburi e
dalle trombe dei figuranti della Compagnia degli alfieri bandieranti.
Ci fermiamo coi bambini della Scuola dell’infanzia S. Giuseppe.
Tutti indossano la maglietta bianca con l’immagine del passamano per
San
Luca e un fazzolettino rosa legato al collo dipinto dalle
suore. Poi ecco che ci fermiamo con 18 scolaretti della
classe 1B della Scuola XXI Aprile che emozionatissimi dovranno
cantare una canzone composta e musicata per l’occasione da Roberta
Montanari e Giampaolo Basoli.: “Madonnina di San Luca”. Ma dopo la
canzone, subito, alla svelta ai posti stabiliti, il rullo dei tamburi
annuncia
l’arrivo delle tavole da passare e
l’impegno
per i piccoli è
molto importante. Man mano che saliamo incontriamo altre scuole
non solo di Bologna. Molti ragazzi hanno fatto disegni,
dipinti, grafici e tutti sarebbero degni di essere guardati. Altre
scuole hanno presentato canzoni come
la Canta del passamano.
Fra tanta arte e musica, giovani e coreografiche presentazioni,
le tavole sono passate di mano in mano e anche noi abbiamo la
possibilità di contribuire formando un anello della catena e vedendo
da vicino le 21
tavole
del polittico. E’ una gran gioia vedere con quanto spirito di
collaborazione i ragazzi lavorino insieme, non devono rimanere
interruzioni, per cui appena liberati dall’ultima tavola, subito si
va avanti per dare aiuto a chi è più in alto. Partecipano anche
adulti, anziani appartenenti a gruppi diversi, militari, crocerossine,
gruppi sportivi
e teatrali in un’atmosfera di buonumore consapevole e
disciplinato.
Siamo così giunti in cima e mentre l’opera viene composta
sul telaio che aspetta davanti
alla Basilica
il gruppo musicale
Canticum
diretto
da
Catia Bellanca si esibisce in brani ricchi di suggestione. Alle
13 in punto, il sole alto nel cielo sopra di noi, con le parole del
telegramma del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lette
da Andrea Mingardi e
che vogliamo riportare,
volge al termine questa singolare manifestazione. “In
occasione della manifestazione <Un
passamano per San Luca> ancora
tutti insieme per quel
portico, il presidente della Repubblica esprime apprezzamento
all’associazione per il significato civico e per
l’alto valore artistico e culturale dell’iniziativa. Agli
organizzatori dell’evento e a tutti i partecipanti
il Capo dello Stato invia un
saluto cordiale.” Al
passamano per San Luca viene conferito il
Premio di Rappresentanza del Capo dello Stato. La
Basilica di San Luca ha avuto ancora una volta una
grande dimostrazione di affetto da migliaia di persone, che lei
ricambia da tanti, tanti anni: un tempo con una luce rossa
intermittente che lasciava il tempo per una preghiera, ora,
accogliendo con la sua caratteristica
sagoma sapientemente illuminata, visibile già da lontano a chi
arriva in prossimità di Bologna dalla posizione rialzata del colle
che domina la città. I bolognesi che ritornano a Bologna vedono quel
Faro per prima cosa, come i naviganti quando finalmente avvistano il
faro del porto di arrivo, preludio della desiderata dolce aria di
casa. La
manifestazione è conclusa, ma la lezione che tutti abbiamo imparato
dalla rappresentazione simbolica deve segnare un inizio, perché ora
comincia l’impegno per applicare quanto i nostri ragazzi hanno
appreso. Quando tutti si aiutano e tutti collaborano, i progetti che
sembravano irrealizzabili, gli obiettivi irraggiungibili, gli ostacoli
insormontabili, diventano attuabili, con un piccolo impegno, un
piccolo passo, un piccolo aiuto di tutti, uniti. I grandi risultati
che si potranno ottenere lasceranno un segno per il futuro, per un
futuro migliore. Il futuro è nelle nostre mani, nelle mani di tutti
noi e voi, insieme.
Graziella Cupidi |