I
bambini di tutto il mondo passano molto del loro tempo
davanti agli schermi elettronici, dalla tv ai computer
agli apparecchi mobili - Secondo uno studio americano due
ore al giorno fino ai quattro anni di età, due ore e
mezzo fino ai dieci – Si pone dunque il problema
d'indirizzarli verso quei programmi e quelle applicazioni
che non soltanto divertono, ma trasmettono informazioni
utili all'apprendimento o all'acquisizione di capacità
emotive
Serve
a qualcosa, oltre che a un divertimento fine a se stesso,
tutto il tempo che i nostri figli trascorrono, fin dalla più
tenera età, davanti ai monitor di apparecchi televisivi,
computer, tablet, telefoni mobili più o meno intelligenti?
Quel tempo è davvero tanto: non disponiamo di statistiche
italiane aggiornate, ma nella certezza che in questo campo
tutto il mondo è paese possiamo ricorrere a una recente
indagine americana. La propone il quotidiano New York
Times, che rifacendosi a uno studio condotto la scorsa
estate su un campione di 1577 genitori fornisce le seguenti
cifre: i bambini dai due ai quattro anni di età dedicano
mediamente a questi svaghi elettronici poco più di due ore
al giorno, fra i quattro e i dieci anni il tempo si allunga,
superando le due ore e mezzo.
L'inchiesta
non si limita a cronometrare i tempi, ma analizza anche la
qualità dell'intrattenimento. Lo fa invitando i genitori a
pronunciarsi sul contenuto educativo dei programmi e delle
applicazioni prescelti dai loro figli. Si tratta di giochi o
spettacoli capaci di trasmettere capacità sociali o
arricchimenti emotivi, o di fornire informazioni utili a
migliorare le competenze lessicali, matematiche,
scientifiche? Ebbene, secondo le risposte degli intervistati
per i due gruppi di bambini considerati, quelli fino ai
quattro anni di età e quelli che arrivano ai dieci, si
registrano risultati diversi. I più piccoli usufruiscono di
contenuti educativi per oltre la metà del tempo trascorso
davanti ai monitor, esattamente un a media di un'ora e
sedici minuti. Per i più grandi la quota si abbassa:
soltanto quarantadue minuti, degli oltre centocinquanta che
ogni giorno passano in compagnia degli apparecchi
elettronici, sono considerati utili dal punto di vista
educativo.
Un
altro dettaglio dell'inchiesta americana rivela che i
piccoli appartenenti a famiglie a basso reddito sono quelli
che beneficiano di più dell'esposizione all'offerta
tecnologica: con un reddito familiare inferiore ai 25 mila
dollari la quota educativa del tempo passato davanti agli
schermi supera il 57 per cento, poi cala progressivamente
con l'aumentare del reddito fino a ridursi al 38 per cento
nelle famiglie che guadagnano fra i 50 e i 99 mila dollari.
Tutti i genitori, al di là delle differenze nel tenore di
vita, ovviamente concordano nel ritenere che sarebbe
auspicabile che ciò che piace ai bambini potesse insegnar
loro qualcosa di utile. Imparare giocando è un ideale ormai
collaudato dalla tradizione. Non a caso molti di loro si
rivolgono agli insegnanti per chiedere quali programmi o
quali applicazioni possono scegliere per i loro figli.
Commentando i risultati dell'indagine di cui riferisce
il New York Times, alcuni dirigenti scolastici hanno
sottolineato l'opportunità che si cerchi un raccordo fra le
attività che si svolgono nelle classi con l'aiuto degli
strumenti elettronici e la fruizione extrascolastica degli
stessi strumenti. Non è facile, vista la facilità con cui
è possibile attingere, via Internet, a ogni sorta di
materiali. Un problema destinato a dominare sempre più
l'attualità, non soltanto educativa.
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l. v.
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