Immaginiamo
uno sperduto villaggio africano dove manca tutto,
figuriamoci la scuola! - Proviamo a distribuire ai bambini
piccoli computer portatili – Devono funzionare con
l'energia del sole, da quelle parti la sola disponibile
– I risultati sono stupefacenti: senza l'aiuto di
nessuno i piccoli imparano a leggere e scrivere in due
lingue e perfino a filmare –
La strada giusta: qualche strumento informatico in
più, qualche arma in meno
Non
ascari, hacker!
una persona che si impegna nell'affrontare sfide. Per
esserlo e con-vincere, non c'è bisogno di arrivare a fare
una conferenza in un circolo londinese; basta una
cir-conferenza in un circo di bambini etiopi disposti in
cerchio… Ma si può circoncidere la circonferenza?
- Ma
cos'è una
- circonferenza?Un
- cerchio
sotto a un
- tendone?
Curva
- chiusa
tra un clown
- e
un domatore di
- leone?...
Sì!...
Tutto questo, sì! Ma è piuttosto un contatto fatto adatto
sotto il sole africano. Questa è la versione iniziale
ripresa dal vivo giannirodariando
"l'ottimismo della specie" attaccati a un computer
attaccato al Corno d'Africa da tutte le parti dell'Etiopia,
io e Gianni!...
Mettiamoci
nei loro panni:
Hanno
fra i quattro e gli undici anni e non avevano mai visto
prima una parola scritta, ma una volta ricevuta una scatola
con dentro un computer, hanno impiegato quattro minuti per
spacchettarlo e accenderlo, cinque giorni per usare
quarantasette diverse applicazioni, due settimane per
cantare l'alfabeto, in un inglese fino a quel momento
sconosciuto. L'ultimo esperimento sul rapporto fra bambini e
computer è firmato dal guru di internet Nicholas Negroponte,
professore del Massachusetts Institute of Technology (Mit),
e ambientato in due villaggi isolati dell'Etiopia, Wonchi e
Wolonchete, dove quaranta bambini sono stati lasciati liberi
di usare dei laptop
da soli, senza adulti che li guidassero. L'ong One
Laptop per Child, fondata da Negroponte nel 2005,
affianca al resoconto dell'esperimento una cifra: 100
milioni di bambini del mondo che hanno l'età giusta per il
primo anno di istruzione, però non hanno né scuola né
maestri. Dieci settimane con il laptop
in mano, e Kelbessa sapeva scrivere "lion",
leone, tracciando le
lettere sulla terra battuta vicino a una delle otto capanne
di fango che compongono il suo villaggio, Wonchi. A un
ottantina di chilometri da Addis Abeba, Wonchi è lontano da
tutto, persino dal pozzo: per prendere l'acqua ci vuole
un'ora di cammino. Non c'è elettricità, né una scuola
vicina. Non ci sono cartelli né scatole, etichette o altro
materiale con su scritte delle parole. A Wonchi nessuno,
finora, leggeva o scriveva. I computer a energia solare
portati nei due villaggi per l'esperimento hanno cambiato
tutto. In ottobre, Negroponte poteva riferire al Mit che
l'esperimento, partito in febbraio, stava dando risultati
impensabili. Secondo lo studioso servono almeno due anni
perché i dati siano convalidati dalla comunità
scientifica, ma è un fatto che nel frattempo le settimane
passano e i bambini continuano a usare i loro computer con
costanza, facendo continui progressi. Le memory card di ogni laptop
vengono prelevate e sostituite con nuove memorie ogni
settimana, mentre quelle usate arrivano al Mit per essere
analizzate. C'è chi ha scoperto la funzione video
e filmato il nonno che curava il bestiame, chi ha
immortalato fratellini e capanna, chi si dedica a hackerare
le protezioni. E tutti stanno imparando inglese e amarico
etiopico. Perché tutti usano il computer per una media di
sei ore al giorno, in genere quando fa buio e sono finite le
attività quotidiane di aiuto agli adulti, come andare al
pozzo. Adesso, aiutano gli adulti anche di sera: mostrando
loro il computer e quello che appare lì dentro. Ma
l'obbiettivo dell'esperimento è un altro e sembra
raggiunto. Dal 2005 a oggi One
Laptop per Child ha messo due milioni e mezzo di Motorola
Xoom in mano a bambini di quaranta paesi. Nel presentare
i primi risultati dell'esperimento etiopico, Negroponte ha
spiegato: «Con il lavoro già fatto in quei Paesi, abbiamo
scoperto che i bambini imparano molto da soli. Ma
quanto? Per rispondere, ci siamo concentrati sui 100
milioni che non hanno una scuola. Ed è così che abbiamo
scelto i due villaggi etiopi per scoprire se un bambino può
imparare a leggere da solo. Se può farlo, poi potrà anche
leggere per imparare. Se funzionerà, ci indicherà la
strada per raggiungere quei 100 milioni».
Basterà
un computer per trasmettere all'universo mondo che
- La
Storia umana
- è
una montagna di
- orrori
/ Mettete in
- salvo
i bambini /
- che
sia vietata ai
- minori.
Concludiamo
questa Fantastica in esercizio supplicando il Presidente Obama di formulare
leggi che frenino la diffusione delle armi personali in
America. È assolutamente urgente per proteggere i bambini.
- Filippo
Nibbi
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