FOGLIO LAPIS - FEBBRAIO - 2013

 
 

Riflessioni in margine alla celebrazione della Giornata della Memoria - La scuola dovrebbe associare allo sforzo nozionistico un apporto armonico capace di sviluppare la consapevolezza etica – Infatti il perfezionamento tecnologico non è la sola applicazione possibile dell'intelligenza – Si tratta di scegliere quale sia la priorità: la forza o l'armonia? - E di riandare al senso etimologico dell'educazione: processo volto a estrarre, non a immettere

 

Nel corso della conferenza tenutasi il 27 gennaio a Monza in occasione della Giornata della Memoria, il professor Mauro Scardovelli ha ricordato come sia importante riflettere sull’”impronta etica” che ogni essere umano si lascia alle spalle, invece di soffermarsi soltanto sull’”impronta ecologica”, della quale si fa un gran parlare e che riguarda le tonnellate di spazzatura e materie prime prodotte e consumate nell’arco di un anno.

Allo stesso modo pare che l’unica applicazione dell’intelligenza sia quella ai fini del perfezionamento tecnologico e si è tralasciato di affiancare allo sviluppo dell’intelligenza tecnica quello dell’intelligenza etica o empatica. Foucault distingueva le società in due categorie, quelle che hanno dato la priorità alla tecnica, alla forza e all’efficienza e quelle che l’hanno data all’armonia. Non è difficile individuare la posizione della nostra.

E’ importante tenere presente che anche la scelta dello sviluppo dell’empatia e dell’armonia richiede un grande impegno ed una ricerca di tipo tecnico. Infatti, perché una società contraddistinta dall’etica e dall’empatia possa crearsi e mantenersi tale, è necessaria tutta una serie di consapevolezze e accorgimenti tutt’altro che istintivi: una vera e propria maestria che si articola nelle interpretazioni, le attribuzioni di valore, le sensazioni, le reazioni e le espressioni delle stesse.

Certamente lo stato di salute di un individuo e di una società consiste nello sviluppo equilibrato dei due tipi di intelligenza, quella tecnica e quella etica.

Questo è uno dei punti sui quali la scuola dovrebbe concentrarsi, facendosi premura di associare all’apporto nozionistico un apporto armonico in grado di sviluppare la consapevolezza etica. Un’etica che non sia un ulteriore insieme di nozioni o regole ma che scaturisca dai bambini tramite un processo maieutico (si è insistito sopra sull’associazione della parola “etica” con la parola “empatia”). Non si dimentichi l’etimologia ed il significato del termine “educare”, dal latino ex- ducere, portare fuori, tirare fuori – e non inserire.

A questo proposito è interessante citare lo spunto del prof. Sini nell’ambito della medesima conferenza. Ricorrenze come il Giorno della Memoria, afferma, hanno valore soltanto a patto che siano un’occasione per osservare la natura umana e se stessi dentro ad uno specchio e chiedersi cosa sarebbe accaduto se ci fossimo trovati in quella situazione, come vittime, ma anche, e soprattutto, come carnefici. Andare al di là del miscuglio di date e sentimentalismi per cercare di comprendere l’uomo e le dinamiche psichiche che sono state alla base di quello come di altri avvenimenti storici significativi. Comprendere si può soltanto partecipando ed identificandosi, e conoscere si può solo comprendendo. La memoria del passato si trasforma altrimenti in una mera celebrazione retorica che non può non essere accolta con indifferenza e sbadigli dai giovani studenti.

                                                          Laura Venturi 
                                         

    


                                                  

 
 

Clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter!

 

Torna al Foglio Lapis febbraio 2013

 

Mandaci un' E-mail!