Una
singolare iniziativa in Germania: una scuola che offre
corsi intensivi per chi deve affrontare studi universitari
che richiedono la conoscenza del latino ma non l’hanno
imparato a scuola – Dieci settimane al ritmo di sei-otto
ore al giorno – Accanto ai forzati dei periodi ipotetici
e dell’ablativo assoluto c’è anche chi porta in scena
le commedie di Plauto in lingua originale, e perfino chi
sogna di resuscitare il latino facendone l’idioma
ufficiale dell’Unione Europea
Imparare una lingua mediante le tecniche intensive
dell’immersione totale è ormai diventato prassi comune:
ore e ore al giorno di pratica divise fra ascolto, lettura e
scrittura, quasi sempre con l’ausilio di mezzi
audiovisivi, e alla fine il boccone linguistico risulta,
salvo non improbabili crisi di rigetto, felicemente
metabolizzato. Ora arriva dalla Germania una interessante
novità: l’immersione totale applicata all’apprendimento
di una lingua morta, precisamente del venerando latino. Ne
parla il settimanale Der Spiegel nel suo numero dello
scorso 24 gennaio.
L’iniziativa è stata realizzata a Amburgo da una
coppia di latinisti, Martin e Valeska Szalla. La loro scuola
ha ovviamente un nome latino, Artes Bonae, e offre al
costo di 680 euro, più 375 per l’eventuale alloggio,
corsi di dieci settimane. Naturalmente è importantissimo
che il tempo non vada sprecato, così gli studenti devono
sottoporsi a una volontaria clausura e navigare fra ablativi
assoluti e periodi ipotetici fra le sei e le otto ore al
giorno. E se proprio se la sentono, altre due o tre ore di
ripassi serali.
Si tratta di un’esperienza particolarmente faticosa.
Molto spesso i ragazzi si tengono su con vitamine e
integratori alimentari. Certi affiancano allo latino lo
sport (mens sana in corpore sano!), ma il tempo è
quello che è, e oltre allo studio e al sonno ne resta ben
poco. La tensione è tale, dicono Martin e Valeska, da
produrre un interessante fenomeno statistico: se
all’inizio del corso la quota dei fumatori si aggira sul
40 per cento, progressivamente sale fino al 60. Ma alla fine
di questo tour de force, garantiscono, per chi ci arriva la
lingua di Cicerone non ha più segreti.
L’idea è nata dalla constatazione che molto spesso
gli studenti tedeschi si iscrivono a corsi universitari di
carattere umanistico senza avere imparato a scuola la lingua
di Roma antica. Una studentessa citata dallo Spiegel denuncia
le lacune dell’orientamento scolastico: quando avevo
sedici anni nessuno mi ha detto, lamenta, che per studiare
anglistica avrei dovuto imparare il latino, ho dunque optato
per una lingua viva. Gli studenti digiuni di latino devono
dunque frequentare i corsi offerti dalla loro stessa
università, normalmente suddivisi in tre semestri. In
questo caso risparmiano un sacco di soldi, ma molto spesso
non imparano la lingua. Infatti quei seminari sono quasi
sempre troppo affollati, dunque manca quell’assistenza
personalizzata che una scuola come Artes Bonae è
invece in grado di assicurare, garantendo così la qualità
dell’apprendimento.
Naturalmente sarebbe vano aspettarsi un particolare
entusiasmo dal frequentatore medio della scuola di Amburgo.
Si considera anzi una sorta di forzato, di fatto si immerge
nel latino semplicemente perché è necessario al
proseguimento dei suoi studi. La scintilla dell’interesse
specifico scocca soltanto di rado. Ma qualche volta
determina effetti culturali di notevole rilievo: ci sono in
Germania gruppi di giovani in grado di portare in scena
Plauto in lingua originale. Riescono persino, altro
misterioso miracolo, a trovare un pubblico.
Del resto c’è perfino chi sogna, non soltanto in
Germania, di resuscitare la lingua morta, e con un processo
simile a quello che ha fatto dell’antico ebraico la lingua
ufficiale dello stato d’Israele, farne l’idioma comune
dell’Unione Europea. Verrebbero così superati di slancio
l’egemonia dell’inglese, la gelosia francese, i
complessi di superiorità e inferiorità legati alla diversa
diffusione delle singole lingue nazionali, la torre di
Babele delle istituzioni di Bruxelles e Strasburgo
sovraffollate di interpreti e traduttori. In questo caso i
corsi di latino con la tecnica dell’immersione totale non
farebbero più notizia.
f.s.
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