Che
razza di rapporto abbiamo con l’ambiente e con gli
animali, quei nostri sventurati compagni di strada? –
Una bella gara di civiltà fra una minoranza storica
abituata a divorare i propri nemici e una maggioranza che
si crede superiore perché invece di mangiarli li getta in
pasto ai maiali – Riflessioni indotte dal grande
Michel de Montaigne, che fra un filosofare e l’altro
trovò modo di concedersi la pausa pranzo in una locanda
di Ponte Buriano, nei pressi di Arezzo
– La Luce viaggia a trecentomila chilometri al secondo.
– E il Buio?
– Quanto spunta la luna a Mare Chiaro?
– Misurare esattamente la distanza fra il chiarore lunare e il riflesso del mare.
– Da vivi li schifiamo gli animali… Sono sporchi!
Poi li scanniamo, li sbraniamo:
Noi, i pulitissimi orchi.
– D'inverno tagliano gli alberi, quando dormono.
– Los hombres duermen para no ver las ombras…
– Se gli abitanti di Pechino sono Pechinesi, quante porzioni se ne possono fare? Gli abitanti di
un'altra città della Cina, li possono mangiare?...
Tutto ha inizio dalla domanda di Montaigne "che cosa ne so io?", e tutto finisce con quella di
Rousseau "chi sono io?"… Così Rousseau scrive nella sua IV lettera a M. de Malesherbes: "Ho
una profonda avversione per gli Stati che dominano gli altri. Detesto le Grandi Potenze, esecro i
loro Stati". Claude Lévi-Strauss si chiede poi se non si addica prima di tutto all'uomo quest'altra
dichiarazione: "Hai presunto di poter dominare gli altri esseri viventi e di godere di uno status
diverso, consentendo che i meno degni tra gli uomini si avvalessero del medesimo privilegio nei
confronti di altri uomini… In una società civile non potrebbe esserci giustificazione alcuna per
l'unico crimine umano realmente imperdonabile, che consiste nel credersi permanentemente o
temporaneamente superiori e nel trattare gli uomini come oggetti, che ciò si verifichi
indifferentemente in nome della razza, della cultura, del progresso, di un mandato ufficiale o
semplicemente di un pretesto contingente".
– Me la dà una mano da mangiare?...
L'uomo si rivolgeva proprio a me!... Alla mia mano! Rimasi di stucco. Mi trovavo alla
stazione di Milano, che è in stile Assiro Mamilanese… Guardai l'uomo, e per uno "svarione di
lingua" effettuato da quell'uomo sulla mia mano, entrai in contatto con la popolazione dei Caducei,
e dei Bororo, dei Nambikwava, dei Tupi Kawahib, nel Mato Grosso… Montaigne descrive i
selvaggi della costa brasiliana mentre si cibano delle carni dei loro nemici. Li giudica superiori ai
fanatici protagonisti delle guerre di religione, che uccidono i nemici e li tagliano a pezzi non per
mangiarne la carne, ma per gettarla in pasto ai maiali…
Stupefacente attualità di Montaigne!
Quando il poeta pranzò nell'abitato di Ponte Buriano, qui ad Arezzo, dove abito mentre mi
spoglio e scrivo, una lapide attesta:
IN QUESTA GRANDE CASA
CHE FU LOCANDA E OSTERIA
FINO AL 1778
PRANZÓ
LO SCRITTORE E POETA FRANCESE
MICHEL DE MONTAIGNE
IL 1° MAGGIO 1581 |
– Quali sono i Paesaggi Futuri? – mi chiedo…
C'è una cartolina con tanti saluti dal mare
appoggiata nel vuoto del mare
Ci sono cartoline con i monti
alle pendici degli spianati monti
C'è una cartolina con il cielo
e, appesa, una con la luna.
Libri di animali nelle tane,
fotografie di foglie sopra ai rami.
In una teca del museo è conservato l'ultimo faggio.
Nessuno guarda più il paesaggio.
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Filippo Nibbi
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