FOGLIO LAPIS - DICEMBRE - 2009

 
 

Che razza di rapporto abbiamo con l’ambiente e con gli animali, quei nostri sventurati compagni di strada? – Una bella gara di civiltà fra una minoranza storica abituata a divorare i propri nemici e una maggioranza che si crede superiore perché invece di mangiarli li getta in  pasto ai maiali – Riflessioni indotte dal grande Michel de Montaigne, che fra un filosofare e l’altro trovò modo di concedersi la pausa pranzo in una locanda di Ponte Buriano, nei pressi di Arezzo

 

– La Luce viaggia a trecentomila chilometri al secondo. 

– E il Buio? 

– Quanto spunta la luna a Mare Chiaro? 

– Misurare esattamente la distanza fra il chiarore lunare e il riflesso del mare. 

– Da vivi li schifiamo gli animali… Sono sporchi! 

Poi li scanniamo, li sbraniamo: 

Noi, i pulitissimi orchi. 

– D'inverno tagliano gli alberi, quando dormono. 

– Los hombres duermen para no ver las ombras… 

– Se gli abitanti di Pechino sono Pechinesi, quante porzioni se ne possono fare? Gli abitanti di 
un'altra città della Cina, li possono mangiare?... 

Tutto ha inizio dalla domanda di Montaigne "che cosa ne so io?", e tutto finisce con quella di Rousseau "chi sono io?"… Così Rousseau scrive nella sua IV lettera a M. de Malesherbes: "Ho una profonda avversione per gli Stati che dominano gli altri. Detesto le Grandi Potenze, esecro i 
loro Stati". Claude Lévi-Strauss si chiede poi se non si addica prima di tutto all'uomo quest'altra dichiarazione: "Hai presunto di poter dominare gli altri esseri viventi e di godere di uno status diverso, consentendo che i meno degni tra gli uomini si avvalessero del medesimo privilegio nei 
confronti di altri uomini… In una società civile non potrebbe esserci giustificazione alcuna per l'unico crimine umano realmente imperdonabile, che consiste nel credersi permanentemente o temporaneamente superiori e nel trattare gli uomini come oggetti, che ciò si verifichi indifferentemente in nome della razza, della cultura, del progresso, di un mandato ufficiale o semplicemente di un pretesto contingente". 

Me la dà una mano da mangiare?... 

L'uomo si rivolgeva proprio a me!... Alla mia mano! Rimasi di stucco. Mi trovavo alla stazione di Milano, che è in stile Assiro Mamilanese… Guardai l'uomo, e per uno "svarione di lingua" effettuato da quell'uomo sulla mia mano, entrai in contatto con la popolazione dei Caducei, 
e dei Bororo, dei Nambikwava, dei Tupi Kawahib, nel Mato Grosso… Montaigne descrive i selvaggi della costa brasiliana mentre si cibano delle carni dei loro nemici. Li giudica superiori ai fanatici protagonisti delle guerre di religione, che uccidono i nemici e li tagliano a pezzi non per 
mangiarne la carne, ma per gettarla in pasto ai maiali… 

Stupefacente attualità di Montaigne! 

Quando il poeta pranzò nell'abitato di Ponte Buriano, qui ad Arezzo, dove abito mentre mi spoglio e scrivo, una lapide attesta: 

IN QUESTA GRANDE CASA 

CHE FU LOCANDA E OSTERIA 

FINO AL 1778 

PRANZÓ 

LO SCRITTORE E POETA FRANCESE 

MICHEL DE MONTAIGNE 

IL 1° MAGGIO 1581 


– Quali sono i Paesaggi Futuri? – mi chiedo… 


C'è una cartolina con tanti saluti dal mare 

appoggiata nel vuoto del mare 

Ci sono cartoline con i monti 

alle pendici degli spianati monti 

C'è una cartolina con il cielo 

e, appesa, una con la luna. 

Libri di animali nelle tane, 

fotografie di foglie sopra ai rami. 

In una teca del museo è conservato l'ultimo faggio. 

Nessuno guarda più il paesaggio. 

 
                                                          Filippo Nibbi 
                                         

    


                                                  

 
 

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