A
quindici anni dalle storiche elezioni che cancellando
decenni di apartheid portarono Nelson Mandela al
vertice dello stato, le statistiche educative mostrano
significativi progressi in Sudafrica – Il numero dei
diplomati della scuola secondaria e quello dei laureati è
quasi raddoppiato – Parallelamente, il numero delle
persone prive di qualsiasi esperienza scolastica si è
ridotto sensibilmente – Ma c’è ancora molta strada da
fare: più del nove per cento degli adulti non sono mai
andati a scuola
Ne ha fatta di strada il Sudafrica dai tempi dell’apartheid,
l’umiliante discriminazione razziale che teneva
l’immensa maggioranza nera ai margini della società.
Sotto la luce dei riflettori che illuminano l’imminente
organizzatore dei campionati mondiali di calcio, si può
vedere un paese che partendo da posizioni drammaticamente
disagiate sta risalendo tenacemente le graduatorie
internazionali dello sviluppo. I fatti confermano dunque la
lungimiranza di Nelson Mandela, il premio Nobel per la pace,
il leggendario prigioniero di Robben Island che al momento
di riacquistare la libertà volle una politica di
riconciliazione con le ”tribù bianche” e seppe creare
una repubblica fondata sulla parità giuridica indipendente
dal colore della pelle. Fermo restando che si tratta del
paese africano più avanzato e ormai di una vera e propria
potenza regionale, la repubblica multirazziale sta mietendo
progressi anche nel campo fondamentale dell’istruzione.
Le statistiche rivelano che nel decennio 1997-2007 il
numero di sudafricani che hanno assolto l’obbligo
scolastico (l’istruzione è obbligatoria e gratuita dai
sei ai sedici anni) è balzato da quattordici a diciannove
milioni. Le persone in possesso di titolo di studio
secondario sono quasi raddoppiate: erano cinque milioni nel
1997, hanno superato i nove milioni dieci ani più tardi.
Anche l’istruzione superiore è sempre più diffusa:
seicentomila i laureati nel 1997, più di un milione nel
2007.
Certo la situazione ereditata da decenni di
segregazione razziale è ancora pesante: le persone
completamente prive di esperienza scolastica, che erano tre
milioni e duecentomila nel ‘97, sono pur sempre due
milioni e mezzo, più del nove per cento della popolazione
in età superiore a quella del primo contatto con la
scuola. In un paese che si avvia a grandi passi verso
la soglia dei cinquanta milioni di abitanti, restano dunque
gravi ombre, con un analfabetismo che si calcola attorno al
quindici per cento e riguarda esclusivamente la maggioranza
nera. Ma i progressi registrati rivelano una dinamica assai
promettente, che lascia intravedere una soddisfacente
soluzione del problema in termini relativamente brevi.
I progressi in campo educativo sono importanti non
soltanto per la promozione umana dei cittadini, ma anche
indirettamente per facilitare la lotta a oltranza contro la
tremenda piaga dell’aids, che imperversa in Sudafrica come
in quasi tutti i paesi del continente. Secondo dati
abbastanza recenti i sieropositivi sono circa sei milioni,
le vittime alcune centinaia di migliaia ogni anno.
Significativamente, la sindrome da immunodeficienza è
particolarmente diffusa negli strati meno scolarizzati della
società sudafricana: ciò che sottolinea l’importanza
delle campagne di prevenzione affidate al sistema educativo.
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l. v.
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