FOGLIO LAPIS - DICEMBRE - 2009

 
 

A quindici anni dalle storiche elezioni che cancellando decenni di apartheid portarono Nelson Mandela al vertice dello stato, le statistiche educative mostrano significativi progressi in Sudafrica – Il numero dei diplomati della scuola secondaria e quello dei laureati è quasi raddoppiato – Parallelamente, il numero delle persone prive di qualsiasi esperienza scolastica si è ridotto sensibilmente – Ma c’è ancora molta strada da fare: più del nove per cento degli adulti non sono mai andati a scuola

 

Ne ha fatta di strada il Sudafrica dai tempi dell’apartheid, l’umiliante discriminazione razziale che teneva l’immensa maggioranza nera ai margini della società. Sotto la luce dei riflettori che illuminano l’imminente organizzatore dei campionati mondiali di calcio, si può vedere un paese che partendo da posizioni drammaticamente disagiate sta risalendo tenacemente le graduatorie internazionali dello sviluppo. I fatti confermano dunque la lungimiranza di Nelson Mandela, il premio Nobel per la pace, il leggendario prigioniero di Robben Island che al momento di riacquistare la libertà volle una politica di riconciliazione con le ”tribù bianche” e seppe creare una repubblica fondata sulla parità giuridica indipendente dal colore della pelle. Fermo restando che si tratta del paese africano più avanzato e ormai di una vera e propria potenza regionale, la repubblica multirazziale sta mietendo progressi anche nel campo fondamentale dell’istruzione.

Le statistiche rivelano che nel decennio 1997-2007 il numero di sudafricani che hanno assolto l’obbligo scolastico (l’istruzione è obbligatoria e gratuita dai sei ai sedici anni) è balzato da quattordici a diciannove milioni. Le persone in possesso di titolo di studio secondario sono quasi raddoppiate: erano cinque milioni nel 1997, hanno superato i nove milioni dieci ani più tardi. Anche l’istruzione superiore è sempre più diffusa: seicentomila i laureati nel 1997, più di un milione nel 2007.

Certo la situazione ereditata da decenni di segregazione razziale è ancora pesante: le persone completamente prive di esperienza scolastica, che erano tre milioni e duecentomila nel ‘97, sono pur sempre due milioni e mezzo, più del nove per cento della popolazione in età superiore a quella del primo contatto con la  scuola. In un paese che si avvia a grandi passi verso la soglia dei cinquanta milioni di abitanti, restano dunque gravi ombre, con un analfabetismo che si calcola attorno al quindici per cento e riguarda esclusivamente la maggioranza nera. Ma i progressi registrati rivelano una dinamica assai promettente, che lascia intravedere una soddisfacente soluzione del problema in termini relativamente brevi.

I progressi in campo educativo sono importanti non soltanto per la promozione umana dei cittadini, ma anche indirettamente per facilitare la lotta a oltranza contro la tremenda piaga dell’aids, che imperversa in Sudafrica come in quasi tutti i paesi del continente. Secondo dati abbastanza recenti i sieropositivi sono circa sei milioni, le vittime alcune centinaia di migliaia ogni anno. Significativamente, la sindrome da immunodeficienza è particolarmente diffusa negli strati meno scolarizzati della società sudafricana: ciò che sottolinea l’importanza delle campagne di prevenzione affidate al sistema educativo.

 

                                                          l. v. 
                                         

    


                                                  

 
 

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