Hanno fatto recentemente discutere le parole del ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca - Alla domanda se s'intendessero stanziare fondi speciali per consentire alle scuole del Sud di colmare il divario con quelle del Nord, Marco Bussetti ha risposto “s'impegnino di più” - Molti non l'hanno presa affatto bene: le reazioni di chi si è sentito preso di mira
Io ostile al Sud? Ma è ridicolo! Così Marco Bussetti, ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, a proposito del vespaio suscitato da alcune sue dichiarazioni. Un giornalista lo aveva interpellato chiedendogli se fosse previsto lo stanziamento di fondi speciali per consentire al sistema scolastico meridionale di adeguarsi colmando il divario con le scuole del Nord. La risposta del ministro è stata una di quelle inevitabilmente destinate a urtare molte suscettibilità. Lasciandosi accalappiare dalla trappola della gaffe, evento piuttosto ricorrente per i nostri governanti, Bussetti ha detto che per colmare quel divario il Sud deve impegnarsi di più, quello che si vuole è “lavoro, sacrificio, impegno”.
Immediate, e indignate, le reazioni delle categorie che si sono sentite prese di mira. Alcuni parlano di “disprezzo e malcelato pregiudizio” nei confronti della gente del Mezzogiorno, di “bacchettate gratuite” che del resto non potranno intaccare ”la dignità e il senso del dovere” dei docenti meridionali, dove la scuola è talvolta “il solo avamposto dello stato” ed è lasciata sola a combattere la sua battaglia. Il ministro viene accusato di avere delegittimato il personale scolastico del Sud, insinuando che non s'impegna abbastanza. Naturalmente la polemica si è allargata alla sfera politica, stimolando forti critiche non soltanto dalle opposizioni, ma anche all'interno della rissosa maggioranza di governo.
In pratica l'incidente innescato dalla gaffe ministeriale ha riproposto la stucchevole dialettica su base regionale delle due forze politiche che compongono la maggioranza di governo, l'una prevalentemente attenta alle regioni settentrionali di storico radicamento, l'altra più focalizzata sui problemi del Mezzogiorno, dove ha raccolto una vastissima messe di consensi. Ovviamente da quest'ultima, il Movimento Cinque Stelle, sono arrivate le proteste. Il vicepresidente del consiglio Luigi Di Maio ha invitato il ministro a scusarsi: siamo noi del governo, ha aggiunto, che dobbiamo impegnarci sempre di più, in particolare sulla scuola! Proteste anche dai più stretti collaboratori di Bussetti al ministero dell'Istruzione, il viceministro Lorenzo Fieramonti e il sottosegretario Salvatore Giuliano, che con un polemico comunicato hanno preso nettamente le distanze dal loro capo: “vogliamo credere che nell'auspicare maggiore impegno da parte del Sud il ministro sottintendesse quanto siano stati straordinari proprio l'impegno, il lavoro e il sacrificio di tutti gli operatori scolastici del Meridione”.
A differenza dai suoi critici collaboratori, Bussotti proviene dalla “nordista” Lega, sia pure trasformata da quello che fu il partito secessionista di Umberto Bossi a forza politica nazionale. In suo soccorso è arrivato l'altro vicepresidente del consiglio, il leghista Matteo Salvini: questo governo, ha detto, sta facendo moltissimo per la gente del Sud. Quanto al ministro, ha cercato di tamponare la falla aperta dalla sua gaffe riconoscendo che il Sud è “pieno di eccellenze” che vanno valorizzate, perché i fondi certo ci vogliono, ma è più importante “lottare e rimboccarsi le maniche”. Importante anche, ci permettiamo di aggiungere, riflettere prima di parlare, specie se si svolgono importanti ruoli pubblici.
r.
f. l.
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