FOGLIO LAPIS - APRILE - 2007

 
 

Un lettore ci scrive segnalandoci che sulla base della sua intensa esperienza scolastica (27 anni da studente, 25 da genitore) ritiene di avere individuato un’importante verità – Consiste nel considerare il rapporto (“strettissimo e ineludibile”) fra impegno e merito come fondamento ideale della scuola – Parole alle quali non abbiamo nulla da aggiungere se non l’avvertenza, ovvia ma da sottolineare, che quel rapporto deve valere fra i banchi ma anche sulle cattedre

 

 

Commentando il bilancio che abbiamo abbozzato in occasione dell’ingresso di questo periodico nel suo decimo anno di vita, un lettore ci manda la graditissima lettera che segue.

Caro Foglio Lapis, complimenti, in un'Italia istituzionalmente sonnacchiosa, dove nemmeno l'eversione da 30 anni a questa parte ha cambiato connotati, una voce fuori del coro fa sempre piacere. Posso intuire le difficoltà, le "delusioni cocenti", i muri di gomma, gli interessi di parte e di partiti, le poltrone inamovibilmente occupate da glutei ma non sovrastate da circonvoluzioni cerebrali, ecc., che avete incontrato in questi anni, per cui ciò che avete fatto ha veramente del miracoloso.

Per quanto riguarda la scuola posso affermare di esserne un assiduo frequentatore: vi elenco brevemente le mie qualifiche in merito, per giustificare quanto dirò dopo: ho frequentato le elementari, le medie, le superiori, ho preso una laurea e due specializzazioni per un totale di 27 anni trascorsi a studiare (non che ora abbia finito di studiare ma non ho più esami....). In più ho 6 figli e frequento le scuole da genitore da 25 anni. Detto questo farò la mia osservazione.

In tutte le riforme che sono state concepite, di destra, di sinistra, di centro, e di misti vari (centro-sinistra; centro-destra), non ho mai potuto vedere nero su bianco l'unico aspetto che, a mio avviso e  dall'alto della mia esperienza, avrebbe dovuto essere messo in peculiare risalto: LA SCUOLA E' UN'ISTITUZIONE FONDATA SULLO STRETTISSIMO ED INELUDIBILE RAPPORTO TRA IMPEGNO E MERITO.

Né voti politici, che andavano di moda quando ero studente, né percentuale di bocciature diminuite d'ufficio al fine di risparmiare sui costi, come recentemente proposto da un Ministro. É chiedere troppo?

Coraggio, LAPIS, resisti, abbiamo bisogno di te!!!

Fin qui il nostro lettore. Che dire? Mentre prendiamo atto con gratitudine dei complimenti per quanto fatto finora, accettiamo di buon grado l’invito a “resistere”. Ma soprattutto ci preme rilanciare, e sottoporre alla riflessione di chi ci segue, l’idea di collocare alla base dell’istituzione scolastica lo “strettissimo e ineludibile rapporto tra impegno e merito”. Un’idea che sottoscriviamo in pieno con una sola precisazione, che certamente era implicita nelle parole del nostro interlocutore: il discorso deve valere per tutti gli attori dell’istruzione: studenti, docenti, responsabili politici e organizzativi. Con tutti costoro ci sembra doveroso essere esigenti in fatto d’impegno, e in base a questo valutare i meriti.

                                                                r. f. l. 

 

   


                                                  

 
 

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