Un
lettore ci scrive segnalandoci che sulla base della sua
intensa esperienza scolastica (27 anni da studente, 25 da
genitore) ritiene di avere individuato un’importante
verità – Consiste nel considerare il rapporto
(“strettissimo e ineludibile”) fra impegno e merito
come fondamento ideale della scuola – Parole alle quali
non abbiamo nulla da aggiungere se non l’avvertenza,
ovvia ma da sottolineare, che quel rapporto deve valere
fra i banchi ma anche sulle cattedre
Commentando
il bilancio che abbiamo abbozzato in occasione
dell’ingresso di questo periodico nel suo decimo anno di
vita, un lettore ci manda la graditissima lettera che segue.
Caro Foglio
Lapis, complimenti,
in un'Italia istituzionalmente sonnacchiosa, dove nemmeno
l'eversione da 30 anni a questa parte ha cambiato connotati,
una voce fuori del coro fa sempre piacere.
Posso
intuire le difficoltà, le "delusioni cocenti", i
muri di gomma, gli interessi di parte e di partiti, le
poltrone inamovibilmente occupate da glutei ma non
sovrastate da circonvoluzioni cerebrali, ecc., che avete
incontrato in questi anni, per cui ciò che avete fatto ha
veramente del miracoloso.
Per quanto
riguarda la scuola posso affermare di esserne un assiduo
frequentatore: vi elenco brevemente le mie qualifiche in
merito, per giustificare quanto dirò dopo:
ho
frequentato le elementari, le medie, le superiori, ho preso
una laurea e due specializzazioni per un totale di 27 anni
trascorsi a studiare (non che ora abbia finito di studiare
ma non ho più esami....). In più ho 6 figli e frequento le
scuole da genitore da 25 anni. Detto
questo farò la mia osservazione.
In tutte le
riforme che sono state concepite, di destra, di sinistra, di
centro, e di misti vari (centro-sinistra; centro-destra),
non ho mai potuto vedere nero su bianco l'unico aspetto che,
a mio avviso e dall'alto della mia esperienza, avrebbe
dovuto essere messo in peculiare risalto: LA SCUOLA E'
UN'ISTITUZIONE FONDATA SULLO STRETTISSIMO ED INELUDIBILE
RAPPORTO TRA IMPEGNO E MERITO.
Né voti
politici, che andavano di moda quando ero studente, né
percentuale di bocciature diminuite d'ufficio al fine di
risparmiare sui costi, come recentemente proposto da un
Ministro. É chiedere troppo?
Coraggio, LAPIS,
resisti, abbiamo bisogno di te!!!
Fin
qui il nostro lettore. Che dire? Mentre prendiamo atto con
gratitudine dei complimenti per quanto fatto finora,
accettiamo di buon grado l’invito a “resistere”. Ma
soprattutto ci preme rilanciare, e sottoporre alla
riflessione di chi ci segue, l’idea di collocare alla base
dell’istituzione scolastica lo “strettissimo e
ineludibile rapporto tra impegno e merito”. Un’idea che
sottoscriviamo in pieno con una sola precisazione, che
certamente era implicita nelle parole del nostro
interlocutore: il discorso deve valere per tutti gli attori
dell’istruzione: studenti, docenti, responsabili politici
e organizzativi. Con tutti costoro ci sembra doveroso essere
esigenti in fatto d’impegno, e in base a questo valutare i
meriti.
r. f. l.
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