Il
semplice segreto del metodo Suzuki: attraverso lo studio
della musica si aiuta lo sviluppo della personalità
complessiva del bambino
- “Il
mio sogno”, diceva Shinichi Suzuki, “è che
tutti i bambini del mondo possano divenire degli esseri
umani degni di questo nome, degli esseri felici, degli
esseri con delle capacità superiori. Tutte le mie energie
convergono a questo scopo perché sono persuaso che tutti
i bambini nascono con queste potenzialità”
Shinichi Suzuki è conosciuto in tutto il mondo per
aver fondato a Matsumoto (in Giappone) nel 1946 il Movimento
per l’Educazione al Talento, di cui l’aspetto più
noto è l’ottima qualità raggiunta nell’insegnamento di
uno strumento musicale a bambini molto piccoli. “Il
talento non è innato” è l’osservazione su cui egli
basa tutta la sua metodologia. Ogni bambino nasce con un
meraviglioso potenziale e dipenderà dall’educazione che
riceverà se potrà svilupparlo o meno. “La
crescita dell’uomo è come quella di una pianta il cui
seme ha bisogno di un buon concime e di annaffiature
regolari per diventare una piantina sana che poi si
trasformerà in un albero robusto”, diceva Suzuki,
aggiungendo che se Wolfgang Amadeus Mozart fosse vissuto
nella foresta allevato dai lupi, non sarebbe mai diventato
il genio della musica che tutti conosciamo. Al contrario,
era figlio del celebre violinista e compositore Leopold, che
lo educò alla musica molto presto, e visse tra Salisburgo e
Vienna, già allora fra i centri musicali più importanti
d’Europa. Un ambiente circostante ricco di stimoli è la
condizione necessaria affinché ogni bambino sviluppi al
meglio le proprie capacità: il dovere
di tutti i genitori e gli insegnanti è quindi fare in modo
che questo enorme potenziale non vada sprecato.
Shinichi Suzuki chiamò la sua metodologia “Metodo
della Madre Lingua”, poiché osservò che il metodo
didatticamente più efficace è quello con cui tutti i
genitori del mondo insegnano a parlare ai propri figli la
madre lingua. “Tutti i bambini giapponesi parlano giapponese” è
l’affermazione che Suzuki amava ripetere a dispetto della
sua apparente banalità. Egli analizzò quel processo che si
verifica istintivamente in ogni famiglia e ne schematizzò
alcune fasi fondamentali:
1)
Tutti i bambini sono circondati dalla propria madre
lingua fin dalla nascita ed acquisiscono familiarità con
essa prima di cominciare a parlare.
2)
I genitori insegnano ai propri figli a produrre i
primi suoni incoraggiandoli mediante una costante
ripetizione.
3)
Ogni volta che il bambino parla, il genitore reagisce
con felicità, incoraggiamento ed entusiasmo.
4)
Si ha un progresso naturale per mezzo
dell’esercizio giornaliero.
5)
Con il tempo ogni nuova parola diventa più facile da
pronunciare e da ricordare e il bambino è felice della sua
nuova capacità di esprimersi e di comunicare con gli altri.
Suzuki ha applicato questi principi anche
all’insegnamento di uno strumento musicale e da tali
principi derivano le caratteristiche fondamentali del suo
metodo: iniziare ad una età molto precoce con il
coinvolgimento del genitore che lavora in stretta
collaborazione con l’insegnante, creare un ambiente ricco
di stimoli circondando il bambino di musica il più presto
possibile, esercitarsi giornalmente per avere costanti
progressi tramite il superamento di una difficoltà alla
volta. E’ poi di fondamentale importanza il comportamento
del genitore e dell’insegnante che devono essere gentili,
pazienti e incoraggianti, basandosi sull’amore
e sul rispetto per il bambino.
L’interesse di Shinichi Suzuki era rivolto
all’educazione complessiva del bambino e il suo metodo può
essere applicato a tutti gli aspetti dell’apprendimento
(nei suoi libri ci descrive le sue esperienze con la
matematica e con la difficile scrittura del giapponese), ma
egli era convinto che la musica ha in sé qualità
particolari che favoriscono l’affinarsi della sensibilità.
Infatti tramite lo studio di uno strumento musicale si
possono sviluppare molte capacità: autocontrollo, memoria,
coordinazione dei movimenti, autocritica e consapevolezza di
saper affrontare e risolvere le difficoltà. Il bambino che
studia con questo metodo si abitua fin da piccolo
all’esercizio quotidiano e al suo ingresso nella scuola
elementare non trova difficoltà nel dover eseguire ogni
giorno dei compiti. La stragrande maggioranza degli allievi
Suzuki ha buoni risultati a scuola, sia per l’abitudine al
lavoro, sia per le abilità che sono state sviluppate. Dal
punto di vista musicale il bambino assimila molto presto gli
elementi di base del linguaggio della musica (qualità del
suono, senso del ritmo, capacità di dar forma alle frasi)
nonché un’impostazione corretta allo strumento. Egli si
trova dunque avvantaggiato poiché la sua conoscenza è
profonda ed interiorizzata. La musica rimarrà sempre per
lui motivo di piacere, la competenza acquisita gli farà
apprezzare maggiormente i concerti, potrà suonare da solo o
con gli amici, inoltre se deciderà di proseguire gli studi
musicali si tratterà solo di continuare il cammino già
intrapreso traendo profitto dalle solide basi assimilate in
tenera età.
L’attenzione di insegnante e genitore è comunque
sempre rivolta alla formazione complessiva della personalità.
Uno degli obiettivi principali del metodo Suzuki è
trasmettere la fiducia nelle proprie capacità, insegnando a
svilupparle attraverso uno studio attento e costante, con la
consapevolezza che le difficoltà che si incontrano possono
essere superate. E’ necessario trovare il modo giusto per
affrontarle, ma un gradino alla volta si può arrivare molto
in alto. Tutti possono migliorare, in qualsiasi campo ed a
qualsiasi età, basta voler andare sempre avanti, “senza
fretta ma senza fermarsi” come diceva sempre Shinichi
Suzuki.
- Silvia
Moretti, insegnante di pianoforte
- abilitata alla metodologia Suzuki
- dall’European Suzuki Association
- membro dell’Istituto Suzuki Italiano
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