Corbezzoli,
che bandiera – Dalle verdi stalammiti della campagna
toscana alla concretezza possibile di un termine come
“salamelecco” – Ecco dove imbucare la posta alle
Galapagos, le isole nel Pacifico imbrattate dal petrolio
– Lo hanno vomitato in mare le navi, afflitte dal mal di
pancia perché avevano bevuto benzina – Come i draghi,
che proprio per questo sputano fuoco
“Le
novelle dei fratelli Green” sono nate durante l’estate a
Riva del Sole, mediante il campeggio organizzato dal comune
di Castiglion della Pescaia per bambini delle elementari e
ragazzi di scuola media. L’originalità del campeggio è
consistita nel fatto che la disposizione delle baracche
ricordava da vicino quella dei Lager. L’idea era di fare
un Lager creativo. All’ingresso, campeggiava questa
gigantografia:
E’
una cassetta per lettere che si trova nell’Isola San
Cristobal delle Galapagos. Come si può vedere, la pubblicità
la ricopre. Sfrutta ogni spazio della cassetta, in modo
sistematico, con aggressività. Dissi ai ragazzi raccolti
davanti all’immagine, prima d’entrare nel Lager: “…
Cos’era, questa cassetta? Un nido d’uccelli?… La
pubblicità che la Terra si fa da sé, va da sé che sono
gli alberi!… Il cielo è sorretto dagli alberi. Se
tagliamo gli alberi, il cielo ci schiaccia. Che succederà
quando l’ultimo albero verrà tagliato?”. E nacque
l’idea di rinverdire la Terra con la Fantasia che avevamo
a disposizione.
C’era
nei pressi un corbezzolo, che aveva i fiori bianchi, le
foglie verdi e le bacche rosse. Dissi: “Ecco la nostra
bandiera! bianca, rossa e verde, nata da sé dentro il
campeggio. Non può essere ammainata!”. E mostrai al loro
stupore un nome diverso, ma vero, del corbezzolo:
“albatro”. “L’albatro”, dissi, “è un uccello
oceanico; ha i piedi palmati. E’ un ottimo nuotatore e
volatore”.
Mentre
parlavo, Luigi, il più piccolo dei bambini affidati alla
mia cura di Fantastica, stava tirando su delle stalammiti
con la sabbia del mare gocciolante acqua… “E’ la
sabbia o il mare a gocciolare?”, dissi: “Anche i
cipressi sono stalammiti”. Ragazzi e bambini confrontarono
le stalammiti di sabbia di Luigi e una fila di cipressi in
lontananza. Dissi: “Vedete!… Per ripopolare la Terra con
la Fantasia, basta un paragone”. La parola piccola
“come”, che ripetei più volte tra le stalammiti di
sabbia e i cipressi, attraversò la testa come una cometa. E
ci fu modo di formulare la prima proporzione:
Il
Mare sta alle stalammiti = la Terra ai cipressi.
Mediante
la proporzione, Terra e Mare si erano ravvicinati. E
nacquero “Le novelle dei fratelli Green”.
La
prima novella fu concepita mangiando panini col salame.
Giuseppe,
che aveva frequentato, durante l’anno scolastico
2000/2001, la seconda media, tirò fuori una battuta
veramente spiritosa:
“Il
panino col salamelecco”…
Suggeriva
l’azione per una novella. Getto una fetta di salame al
gatto sotto il tavolino. Il gatto lecca la fetta di salame,
prima. Dico: “Ecco fatto il salame-lecco”. Dunque, sarà
la novella dove si parla di un gatto. Qual è?… Quella del
“Gatto senza ceri moniali”, che invece di fare i
salamelecchi al Marchese di Carabàs, diventa lui il padrone
del reame. Mette intorno al Marchese i ceri moniali, e li
accende. Attraversa l’oceano con tre “carabàs”; con
quelle, scopre un nuovo mondo, “animato”, abitato da
“animati”…
“In
questo nuovo mondo, i capricci nascono dalle capre?”,
chiesi ai ragazzi più grandi,,, mentre i più piccoli
facevano i capricci, e non volevano mangiare “il panino
col salamelecco”.
Mi
spazientii, perché non riuscivo a riportare i bambini
nell’ordine del gioco. Dissi:
“Il
diavolo fa le pentole ma non i Copernici!”:
E
il lavoro proseguì di notte.
Osservammo
il “Frullamento dell’oceano di latte” dove c’era la
Via Lattea. E nacque una novella con quel titolo. Scoprimmo
il “Ghiro d’Italia”, e nacque un’altra novella, dove
si racconta che “chi dorme, non piglia pesci, ma vince il
Ghiro d’Italia”. Ci “cucumentammo” sul cuculo, che
occupa il nido di altri uccelli perché ha un cuculo enorme.
Si parlò di “Latte a lunga conversazione”, cenando con
il latte. Si fece “Il coniglio di classe”, e la relativa
novella fu letta rileggendo il verbale. Si disse: “Hai
stagione te!”. A me i ragazzi chiedevano: “Quanti Gianni
hai?”, se gli ricordavo Gianni Rodari. E i miei
“Gianni” sparivano, perché mi chiamo con un nome
diverso.
Fuori
del Lager, fra Riva del Sole e Castiglione, hanno messo un
distributore, che fornì il titolo per l’ultima novella:
“Il paese di Totalfina”. E’ un paese abitato da draghi
che sputano fuoco perché bevono benzina, e fanno colazione
con quelle ciambelle nere legate al molo dei porti per
proteggere la pancia delle navi che rientrano sempre col mal
di mare, perché bevono benzina. A volte vomitano in mare
tutto il petrolio che hanno ingerito. Come è accaduto alle
Galapagos.
Il
campeggio è finito con la proiezione del filmato che
documenta quella tragedia.
Ogni
albatro coperto di bitume venne ripulito e salvato, dato che
la Fantasia, come Dio, può tutto. E fu questa l’ultima
novella.
Filippo
Nibbi
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