FOGLIO LAPIS - SETTEMBRE - 2001

 
 

Corbezzoli, che bandiera – Dalle verdi stalammiti della campagna toscana alla concretezza possibile di un termine come “salamelecco” – Ecco dove imbucare la posta alle Galapagos, le isole nel Pacifico imbrattate dal petrolio – Lo hanno vomitato in mare le navi, afflitte dal mal di pancia perché avevano bevuto benzina – Come i draghi, che proprio per questo sputano fuoco

 

Le novelle dei fratelli Green” sono nate durante l’estate a Riva del Sole, mediante il campeggio organizzato dal comune di Castiglion della Pescaia per bambini delle elementari e ragazzi di scuola media. L’originalità del campeggio è consistita nel fatto che la disposizione delle baracche ricordava da vicino quella dei Lager. L’idea era di fare un Lager creativo. All’ingresso, campeggiava questa gigantografia:

 

E’ una cassetta per lettere che si trova nell’Isola San Cristobal delle Galapagos. Come si può vedere, la pubblicità la ricopre. Sfrutta ogni spazio della cassetta, in modo sistematico, con aggressività. Dissi ai ragazzi raccolti davanti all’immagine, prima d’entrare nel Lager: “… Cos’era, questa cassetta? Un nido d’uccelli?… La pubblicità che la Terra si fa da sé, va da sé che sono gli alberi!… Il cielo è sorretto dagli alberi. Se tagliamo gli alberi, il cielo ci schiaccia. Che succederà quando l’ultimo albero verrà tagliato?”. E nacque l’idea di rinverdire la Terra con la Fantasia che avevamo a disposizione.

C’era nei pressi un corbezzolo, che aveva i fiori bianchi, le foglie verdi e le bacche rosse. Dissi: “Ecco la nostra bandiera! bianca, rossa e verde, nata da sé dentro il campeggio. Non può essere ammainata!”. E mostrai al loro stupore un nome diverso, ma vero, del corbezzolo: “albatro”. “L’albatro”, dissi, “è un uccello oceanico; ha i piedi palmati. E’ un ottimo nuotatore e volatore”.

Mentre parlavo, Luigi, il più piccolo dei bambini affidati alla mia cura di Fantastica, stava tirando su delle stalammiti con la sabbia del mare gocciolante acqua… “E’ la sabbia o il mare a gocciolare?”, dissi: “Anche i cipressi sono stalammiti”. Ragazzi e bambini confrontarono le stalammiti di sabbia di Luigi e una fila di cipressi in lontananza. Dissi: “Vedete!… Per ripopolare la Terra con la Fantasia, basta un paragone”. La parola piccola “come”, che ripetei più volte tra le stalammiti di sabbia e i cipressi, attraversò la testa come una cometa. E ci fu modo di formulare la prima proporzione:

Il Mare sta alle stalammiti = la Terra ai cipressi.

Mediante la proporzione, Terra e Mare si erano ravvicinati. E nacquero “Le novelle dei fratelli Green”.

La prima novella fu concepita mangiando panini col salame.

Giuseppe, che aveva frequentato, durante l’anno scolastico 2000/2001, la seconda media, tirò fuori una battuta veramente spiritosa:

Il panino col salamelecco”…

Suggeriva l’azione per una novella. Getto una fetta di salame al gatto sotto il tavolino. Il gatto lecca la fetta di salame, prima. Dico: “Ecco fatto il salame-lecco”. Dunque, sarà la novella dove si parla di un gatto. Qual è?… Quella del “Gatto senza ceri moniali”, che invece di fare i salamelecchi al Marchese di Carabàs, diventa lui il padrone del reame. Mette intorno al Marchese i ceri moniali, e li accende. Attraversa l’oceano con tre “carabàs”; con quelle, scopre un nuovo mondo, “animato”, abitato da “animati”…

In questo nuovo mondo, i capricci nascono dalle capre?”, chiesi ai ragazzi più grandi,,, mentre i più piccoli facevano i capricci, e non volevano mangiare “il panino col salamelecco”.

Mi spazientii, perché non riuscivo a riportare i bambini nell’ordine del gioco. Dissi:

Il diavolo fa le pentole ma non i Copernici!”:

E il lavoro proseguì di notte.

Osservammo il “Frullamento dell’oceano di latte” dove c’era la Via Lattea. E nacque una novella con quel titolo. Scoprimmo il “Ghiro d’Italia”, e nacque un’altra novella, dove si racconta che “chi dorme, non piglia pesci, ma vince il Ghiro d’Italia”. Ci “cucumentammo” sul cuculo, che occupa il nido di altri uccelli perché ha un cuculo enorme. Si parlò di “Latte a lunga conversazione”, cenando con il latte. Si fece “Il coniglio di classe”, e la relativa novella fu letta rileggendo il verbale. Si disse: “Hai stagione te!”. A me i ragazzi chiedevano: “Quanti Gianni hai?”, se gli ricordavo Gianni Rodari. E i miei “Gianni” sparivano, perché mi chiamo con un nome diverso.

Fuori del Lager, fra Riva del Sole e Castiglione, hanno messo un distributore, che fornì il titolo per l’ultima novella: “Il paese di Totalfina”. E’ un paese abitato da draghi che sputano fuoco perché bevono benzina, e fanno colazione con quelle ciambelle nere legate al molo dei porti per proteggere la pancia delle navi che rientrano sempre col mal di mare, perché bevono benzina. A volte vomitano in mare tutto il petrolio che hanno ingerito. Come è accaduto alle Galapagos.

Il campeggio è finito con la proiezione del filmato che documenta quella tragedia.

Ogni albatro coperto di bitume venne ripulito e salvato, dato che la Fantasia, come Dio, può tutto. E fu questa l’ultima novella.

 

Filippo Nibbi

 

 
 

Clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter!

 

Torna al Foglio Lapis settembre 2001

 

Mandaci un' E-mail!