Dalla
scuola materna fino alla media, dieci anni di inesauribile
creatività espressiva - I risultati a dir poco sorprendenti
di un laboratorio di Fantastica congegnato in un plesso
scolastico di Castiglion Fiorentino (Arezzo) - Che cosa
succede a maggio quando "apre il mare"? - Un esempio di
come si possono leggere le fasi lunari
Le
prime espressioni possenti di Paolo furono le seguenti:
"Io sono molto indicativo, perché indico bene la destra
e la sinistra", "la luna quando cammina, mette fuori i corni
come una lumaca". E per la luna piena l'espressione fu:
"Finalmente s'è fatta coraggio! Ha buttato fuori tutta la
faccia". Disse anche: "Per uccidere le zanzare, basta mettere
le scarpette alla finestra. Loro sentono che puzzano e moiono
di gelosia". Ma l'espressione più bella fu: "A maggio apre
il mare". . .
Paolo
ha sei anni. Lo scorso anno scolastico (1999/2000), frequentava
la prima elementare, a Castiglion Fiorentino, proprio sotto
il "Castello stradale" di Giovanni Acuto: il condottiero
ritratto a cavallo da Paolo Uccello sulla parete di sinistra
(entrando) del duomo di Firenze.
La
scuola elementare di Castiglion Fiorentino è proprio sotto
il "Castello stradale" di Giovanni Acuto, la materna uguale.
Sono separate l'una dall'altra dalla sgtrada statale per
Arezzo o Cortona, a seconda del verso di percorrenza.
In
queste due scuole ho congegnato un laboratorio di Fantastica
durante lo scorso anno scolastico, progettato in modo da
interessare anche le ragazze e i ragazzi della scuola media
di Castiglioni, lungo l'arco d'età 3/4 anni - 13/14. Favorito
dal fatto che materna, elementare e media sono unite in
un unico plesso.
Il
congegno adatto allo scopo che mi ero prefisso, scattò la
prima volta che arrivai in ritardo e mi giustificai dicendo:
"Ho beccato i semafori rossi!"…
Ora,
attenti a come proseguo.
I
bimbi della materna restarono molto sorpresi scoprendo che
i Nibbi sono falchi anche reali, non solo nominali, e si
nutrono beccando i semafori rossi. Il più acuto divenne
il bambino che disse che il semaforo era un albero che segna
le stagioni-stradali. Si chiamava già Giovanni, e divenne
lui Giovanni Acuto, il signore dell'unico Castello-stradale
che esiste nel pianeta delle stagioni-stradali.
Feci
scattare la trappola del laboratorio tutte le volte che
volevo prendere le espressioni più vive dette dai bimbi
alla materna e portarle all'elementare, e viceversa. Una
volta scambiai alcune espressioni felici con una topolina
vivente catturata da un ragazzo di prima media. Così portai
il gioco all'interno di Castiglioni, in via Dante, dove
c'è la scuola media. Dove ragazze e ragazzi della I C congegnarono
insieme a me questa poesia collettiva:
Quand'ero
ragazzo
vidi
un Nibbio
che
aveva catturato una Topolino
e
un uomo
con
un'Alfa in bocca
che
fumava
perché
aveva fuso
il
motore
e
la Topolino
girava
in folle
le
ruote dallo spavento…
Non
c'era vento.
Chiesi
loro: "Come dobbiamo chiamare questo congegno di Fantastica?".
Una ragazza dette il titolo giusto: "Passato remoto".
A
questo punto, lungo l'arco effettivo dei loro 10 anni, tutti
da sfruttare, dalla materna alla media, come un giacimento
petrolifero, avevo a disposizione l'espressione possente
di Paolo: "Io sono molto indicativo" e la capacità di Marta
di trovare un titolo partendo da un passato remoto. Era
questo il congegno che mi permetteva di seguire il "pensiero
divergente" con movimenti fisici effettuati sopra il pianeta
delle stagioni-stradali, spostandomi dalla scuola materna,
all'elementare e alla media, in un paese della Toscana…
Riuscite
a immaginare come si va avanti senza lasciare troppo indietro
gli insegnanti?
Il
17 agosto, la professoressa Marina Salvi m'invia per posta,
confezionata a stampa, "La girata di ieri", che prosegue
il lavoro iniziato con me nella sua classe… Vediamo un po'.
Scrivono i suoi ragazzi:
"Il
SEGNAIO è il vivaio dei cartelli stradali. Sono andato lì
a comprarmi un semaforo, che ho sistemato davanti alla porta
di casa. La Luna, il mio canino, lo annaffia tutte le sere"
(Francesco Perferi).
"Un
giorno, un uomo andò a impollinare i cartelli stradali con
un'Ape; un altro ci andò in Vespa. I cartelli si moltiplicarono
così tanto, che le Vespe e le Api ci si perdevano in mezzo.
E li dovettero impallinare" (Andrea Bennati).
"Il
semaforo cambia stagione in pochi secondi" (Luca Brocchi).
"Dovete
sapere che le rape vengono coltivate nei campi, mentre i
semafori e i cartelli stradali nelle Serre di Rapolano"
(Alessandro Sereni).
"IL
giardino urbano è pieno di semafori nati durante la notte"
(Claudia Borghesi).
Eccetera,
eccetera. Bene!… Poema d'autunno. Se il semaforo è un albero,
va bene anche questa poesia collettiva scritta dai ragazzi
della I C:
Le
strade chiudono i cigli
quando
il sole è rasente.
Sotto
il ciglio della strada
c'era
una Vespa
e
per tirarla fuori
c'è
voluto il collirio.
I
motorini
sul
ciglio del lago
erano
come le mosche
intorno
agli occhi d'un somaro.
All'altro capo di questo
Filo Aquilonare, Giulio, un bimbo della scuola materna ha
tradotto l'espressione "A maggio apre il mare" in una bellissima
fontana-nave, ideata per raccogliere il mare secondo un
principio di moto perpetuo che solo lui sa:
Filippo
Nibbi
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