L'anno
scolastico 2000-01 è cominciato all'insegna della riforma,
ma anche di uno sciopero incombente - Chissà se l'autonomia
sarà di fatto così ampia da permettere agli istituti di
attenuare il grave problema del costo dei libri - In fondo
basterebbero buone fotocopiatrici e bidelli in grado di
farle funzionare: un sogno?
E' ricominciato l'anno scolastico.
I giornali parlano di autonomia degli istituti, che si stanno
organizzando in questo senso nello spirito della tanto decantata
riforma. Parlano dell'incombente sciopero degli insegnanti,
in agitazione perché i soldi in busta paga non bastano.
Parlano anche dei tanti soldi che ogni alunno costa allo
stato e alla famiglia.
Noi
della Lapis ascoltiamo i discorsi della gente che non ha
davvero capito in che cosa consisterà esattamente la riforma
della scuola, perché neanche gli insegnanti lo sanno spiegare.
Ma i genitori adesso conoscono bene i "moduli" e molti di
loro dicono che è un disastro.
Dagli
anni scorsi non è cambiato niente nella scandalosa realtà
degli interessi degli editori favoriti a scapito di quelli
delle famiglie, molte delle quali non possono permettersi
di spendere ogni anno una fortuna per tanti bei libri in
carta patinata. Perché gli istituti non usano la loro nuova
autonomia, e una parte del loro bilancio, per distribuire
fotocopie nel corso delle lezioni? Potrebbero anche cambiare
le attuali norme restrittive in materia di riproduzione.
Mi piacerebbe molto sapere se esiste qualche scuola orientata
a tentare questa via: anche perché ci manderei mia figlia.
Si legge molto sulla scuola,
in questi giorni, ma non capita quasi mai di leggere qualcosa
a proposito dei bidelli: eppure noi abbiamo scoperto che
da qualche tempo nella scuola sono loro la vera categoria
degli "eletti". I bidelli non fanno più le pulizie, non
hanno la responsabilità degli educatori, ma hanno il potere
per esempio di far naufragare l'idea del tempo pieno, se
una scuola la vuole adottare, perché non si adatta al loro
orario lavorativo. Ecco perché non amano che si parli di
loro: forse temono che gli aspiranti bidelli diventino troppi.
A proposito di lavoro, sarebbe bello affidare loro le famose
fotocopiatrici destinate a moltiplicare il sapere alla faccia
degli editori ingordi: ma questo purtroppo ha tutta l'aria
di un sogno.
Quanto
allo sciopero dei professori, rischia di diventare diseducativo
per i ragazzi nel senso del disamore verso la scuola. Mi
appellerei dunque alla deontologia professionale se non
fossi totalmente dalla parte dei docenti in materia di adeguamento
economico ai livelli europei. Viviamo in una società di
tipo consumistico e se il rispetto dipende (purtroppo) anche
da una certa apparenza di standard di vita, l'insegnante
non può sembrare un poveraccio agli occhi dei suoi allievi.
Inoltre perché in questo modo viene meno l'emulazione e
tra breve non avremo più insegnanti.
A
chi obietta che mancano fondi per poter innalzare gli stipendi
noi consigliamo due libri. Il primo di Raffaele Costa: L'Italia
degli sprechi - Dalla A alla Z - Enciclopedia delle spese
assurde a carico dei contribuenti, ed. Mondadori; il secondo
di Gian Antonio Stella: Lo spreco - Italia: come buttare
via due milioni di miliardi, ed. Baldini e Castoldi.
Stamattina
leggiamo poi un dato allucinante fornitoci dai medici del
Bambin Gesù, noto ospedale pediatrico romano: nelle scuole
elementari di Roma sei insegnanti su dieci fumano in classe.
E il settanta per cento dei bambini esposti al fumo passivo
presentano disturbi di carattere respiratorio. Mi sorge
un dubbio: occuparsi di questo problema è compito nostro,
del ministro De Mauro che tanto ormai ha le spalle larghe,
o viene giusto a fagiolo per la nuova figura istituzionale,
il "garante dei bambini"? Ma che bel castello, girondino
girondello…
Marilena
Farruggia Venturi
(Presidente
della Lapis)
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