Poi si passa ai giochi, improvvisati anche questi,
per permettere di esprimersi liberamente in maniera creativa:
i bambini sono letteralmente entusiasti. Tutto il campo
può partecipare della gioia dei piccoli: è nato un teatro,
con i profughi affacciati alle finestre e alle terrazze
a osservare, e in mezzo lo spettacolo dei bambini. Alla
fine della mattinata risulta difficile per gli animatori
interrompere i giochi: i bambini li seguono, li baciano,
gli saltano addosso, gli stringono la mano, semplicemente
li toccano.
Nel pomeriggio, alle 15
si aprono le tre sale della ludoteca: già i bambini fanno
la fila allentrata, ma linaugurazione è una
grossa sorpresa per tutte le oltre cinquecento persone che
sono attualmente ospitate nel campo.
Tra
i bambini, i primi a entrare girano per le stanze piano
piano, la bocca che si spalanca, gli occhi grandi per lo
stupore, increduli i più grandicelli: a poco a poco le stanze
si riempiono, alcuni genitori accompagnano i più piccoli,
bambini di tutte le età frullano da una stanza allaltra;
una è dedicata ai più piccoli, vi sono raggruppati tutti
i giochi più semplici; in terra cè un grande strato
di linoleum disegnato, dove io bambini possono stare senza
sporcarsi: unaltra stanza è stata attrezzata come
teatrino per le marionette, ci sono le seggioline da bambini,
un séparé per i travestimenti (ho visto uscire dalla ludoteca,
accompagnata forse dalla mamma, tutta eccitata, una bambina
con un vestitino rosa da ballerina: voleva farsi vedere
dagli altri e farsi fare una foto); poi scaffali con bambole,
macchine giocattolo, costruzioni. Una radio diffonde musica
allegra, qualcuno balla, qualcuno ti propone di giocare
con lui. Dice Genz, 13 anni, uno dei pochissimi ragazzi
(tre) che parlano italiano: "E bello che ci sia
la ludoteca con gli animatori, al campo è facile annoiarsi";
sta quasi tutto il pomeriggio con una parrucca da capellone,
occhiali colorati e una finta chitarra, facendo finta di
essere un famoso cantante albanese al quale dice di assomigliare.
La terza sala è attrezzata per disegnare, con i tavolini,
la cancelleria; ai bambini si propone di fare un disegno,
scriverci il proprio nome e attaccarlo alle pareti: alla
fine tra i disegni di case, alberi, fiori, montagne, uccelli,
ce nè qualcuno segnato dalla guerra: si legge UCK,
Ibrahim Rugova e le firme dei bambini; Genz disegna la cartina
geografica del sud dellAdriatico: da una parte la
Puglia, dallaltra i Balcani e in corrispondenza del
Kosovo un volto: dice che quello è Gesù.
Durante
la conferenza stampa convocata per linaugurazione
Annalisa e Piero sono soddisfatti: "Si tratta - dice
Piero - di unesperienza particolare, sotto molti punti
di vista: per un verso, per noi animatori è unesperienza
nuova e motivante quella di avere a che fare con bambini
che non parlano la nostra lingua, si è costretti
a cercare livelli di comunicazione molto profondi, ad usare
diversi linguaggi: inoltre è straordinaria la carica affettiva
che portano questi bambini: in così poco tempo si è formata
unità tra noi e loro, anche a noi risulta difficile lasciarli
la sera; non vorrei lasciarli mai". Annalisa, come
Piero rappresentante dellassociazione Diesis Tetrango,
a Squinzano con la Lapis: "Stiamo pensando a come organizzare
la ludoteca, probabilmente faremo dei turni: per i bambini
è importante anche giocare allaperto, quella di stamattina
è stata unesperienza straordinaria per tutti, anche
per noi volontari".
Nelle
sale della ludoteca frequenti sono gli incontri con gli
sguardi riconoscenti dei genitori, qualcuno ti stringe la
mano; la chiusura è alle 17,30, lora della cena per
i bambini, e siamo alle solite: non vogliono uscire, i genitori
devono insistere. E un gran lavoro rimettere a posto
tutto, ci vogliono ore; ma nel frattempo, di tanto in tanto,
bambini suonano alla porta: Francesco gioca ancora nei corridoi
con loro, tra le stanze dove sono i letti; le otto sono
passate, i bambini dovrebbero essere a dormire, per gioco
Francesco fa la ninnananna a un grosso peluche, con i piccoli
che ridono contenti tutti intorno; poi Piero ha unidea:
li fa entrare, sono una quindicina, nella sala antistante
la ludoteca, li fa sedere tutti in terra e gli fa fare la
ninnananna luno allaltro; è un momento molto
bello: a un certo punto Luca si distende con un bambino
che gli fa la ninnananna, tutti gli altri gli fanno la ninnananna,
scherzano, lo toccano, lo chiamano. I volti dei bambini
sono raggianti, ora sono sereni, e quando alcuni genitori
vengono a prenderli (ancora una volta sorpresi di quanto
vedono) li seguono senza piangere: ci si saluta, ci si dà
appuntamento al giorno dopo.
Enrico,
volontario di Biella, da quasi due mesi con i profughi,
e Marco, obiettore di coscienza che opera nel campo, sono
contenti delliniziativa: "E importante
pensare ai bambini, che per loro la situazione sia il meno
pesante possibile, cè bisogno di volontari che pensino
continuamente ai piccoli".
La
presidente Marilena Farruggia Venturi: "Ora che la
ludoteca è operativa, il passo successivo della Lapis sarà
quello di integrare le attività degli operatori che vengono
da fuori con quelle dei locali: ciò permetterebbe di garantire
una più sicura continuità allattività di animazione:
è possibile che gli sforzi vengano uniti a quelli degli
scout e di unaltra associazione di Lecce; dagli incontri
che ci sono stati sembra probabile".
La
mia esperienza al campo è durata un solo giorno, ma lindomani
mattina, quando sono venuto via ho portato con me lidea
che, almeno nelle stanze della ludoteca, per i bambini profughi
di Squinzano "la vita è bella".
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