FOGLIO LAPIS - OTTOBRE- 2024

 

Il sistema neozelandese dell'insegnamento primario e secondario ha i conti in rosso. La pandemia e le sue conseguenze hanno ridotto il vitale apporto degli studenti stranieri, allontanati dalla chiusura delle frontiere

 

Le conseguenze della pandemia, che il governo di Wellington ha affrontat con una dura politica di restrizioni, sono state particolarmente pesanti per il sistema educativo neozelandese, la cui buona salute finanziaria dipendeva in non piccola misura dall'apporyto degli studenti stranieri. Provenienti da vari Paesi dell'Asia orientale e dell'area dell'Ocano Pacifico, questi allievi erano circa udicimila nel 2019. Un anno pià tardi, dopo che erano state chiuse le frontiere nazionali, il dato si era ridotto a poco più di novemila studenti, e negli ann successivi la cifra ha continuato a scendere.

Ne è risultato che nei bilanci del settore educativo compreso fra la scuola primaria e la secondari si è aperta, riferisce il qpotidiano New Zealand Herald. una voragine di diverse devcine di milioni di euromoment. Di conseguenza siè cercato di igliorare i cnti agendo sugli organici, e numerosi insegnanti hanno perduto il lavoro mentre molti altri sno stati collocati in aspettativa, nell'attesa di tempi migliori.

Il portavoce del ministero neozelandese dell'Educazione, Paul Goldsmith, nel confermare il malessere del settore fa notare che il Paese è confrontato a un problema pià vasto, quello di completare il ristabilimento dei rapporti con il resto del mondo che la pandema ha compromesso. La soluzione di questo problema più generale che il Paese sta affrontando da un paio di anni, confida Goldsmith, riporterà gli alunni stranieri sui banchi delle sciuole neozzelandesi.



                                                                v. a. 

 

 


                                                  

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