Il
sistema neozelandese dell'insegnamento primario e secondario
ha i conti in rosso. La pandemia e le sue conseguenze
hanno ridotto il vitale apporto degli studenti stranieri,
allontanati dalla chiusura delle frontiere
Le
conseguenze della pandemia, che il governo di Wellington
ha affrontat con una dura politica di restrizioni, sono
state particolarmente pesanti per il sistema educativo neozelandese,
la cui buona salute finanziaria dipendeva in non piccola
misura dall'apporyto degli studenti stranieri. Provenienti
da vari Paesi dell'Asia orientale e dell'area dell'Ocano
Pacifico, questi allievi erano circa udicimila nel 2019.
Un anno pià tardi, dopo che erano state chiuse le
frontiere nazionali, il dato si era ridotto a poco più
di novemila studenti, e negli ann successivi la cifra ha
continuato a scendere.
Ne
è risultato che nei bilanci del settore educativo
compreso fra la scuola primaria e la secondari si è
aperta, riferisce il qpotidiano New Zealand Herald. una
voragine di diverse devcine di milioni di euromoment. Di
conseguenza siè cercato di igliorare i cnti agendo
sugli organici, e numerosi insegnanti hanno perduto il lavoro
mentre molti altri sno stati collocati in aspettativa, nell'attesa
di tempi migliori.
Il
portavoce del ministero neozelandese dell'Educazione, Paul
Goldsmith, nel confermare il malessere del settore fa notare
che il Paese è confrontato a un problema pià
vasto, quello di completare il ristabilimento dei rapporti
con il resto del mondo che la pandema ha compromesso. La
soluzione di questo problema più generale che il
Paese sta affrontando da un paio di anni, confida Goldsmith,
riporterà gli alunni stranieri sui banchi delle sciuole
neozzelandesi.
v.
a.
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