Il
pesidente Milei ha posto il veto alla legge sul finanziamento
degli istituti pubblici di istruzione suoeriore. Il mondo
accademico e studentesco ovviamente non è d'accordo
e ha dato vita a una serie di manifestazioni
Non
è bastato a far mutare parere al governo argentino
il massiccio corteo di studenti e docenti universitari davanti
alla sede del parlamento: proprio all'indomani dell'affollatisima
manifestazione di protesta il presiidente Javier Milei ha
formalizzato la decisione rendendola esecutiva con un decreto
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. La ferita aperte nel
Paese da questo decreto è profonda, ha sostenuto
l'ex presidente argentina Cristina Kirchner, che assieme
a molti altri rappresentanti dell'opposizione, fra i quali
l'ex ministro dell'Istruzione Sergio Massa, aveva partecipato
al corteo di protesta davanti alla sede parlamentare.
La
misura adottata da Milei si iscrive in una siruazione difficile
delle università statali argentine, che hanno disperatamente
bisogno di più fondi pubblici. Ma secondo il discusso
capo dello stato conservatore bisogna difendere l'equilibrio
fiscale in via prioritaria. Non è la prima volta
che Milei ricorre al diritto di veto che gli garantisce
la Costituzione contro una legge approvata dal parlamento,
era già accaduto con la rifoma delle pensioni. Esattamente
come la legge sul finanziamento delle università
statali, anche questa era stata approvata con il concorso
delle opposizioni.
La
rivolta delle università, Estudiantazo come è
stata ribattezzata dalla stampa argentina, è scattata
immediatamente da un capo all'alto dl Paese:: ottanta facoltà
sono state occupate, le lezioni si sono tenute all'aperto,
i più radicali fra gli studenti agitano lo spauraxxhio
della sommossa cilena e intanto il governo parla di manifstazioni
degenerate nel segno della violenza e dei vandalisni.
s.
f.
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