Prosegue
l'attuazione del progetto UNICORE, ideato dalla Caritas
e appoggiato dal ministero degli esteri e dall'agenzia
ONU per i rifugiati. L'importanza di una formazione superiore
per i rifugiati
Sono
alcune decine, e provengono da diversi Paesi africani, i
vincitori delle borse di siudio riervate ai giovani profughi
che all'inizo di questo anno accadmico hanno cominciato
i corsi in trentotto università italiane. Prosegue
dunque il progetto UNICORE (University Corridors for Refugees)
che partì in via provvisoria nel 2019 con lo scopo
di offrire ai profughi in età di istruzione superiore,
e già di fatto impegmati in queto livello formativo,
la possibilità di non interrompere gli studi e di
poter tranquillamente procedere verso la laurea.
Partito
da una proposta della Caritas italiana, alla quale aderì
la Diaconia valdese, l'iniziativa è appoggiata dal
ministero degli affari esteri e della cooperazione inernazionale
e dall'UNHCR, l'agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati.
Contribuiscono infine alla sua pratica attuazione numerose
organizzazioni di assistenza nazionali e locali.
Si
tratta di un'operazione di grande spessore umano e sociale.
Quei ragazzi rappresentano infatti la possibilità
di recupero dei loro Paesi, una volta rimosse le devastani
conseguenze di guerre, calamità e discriminazioni.
Assicurando loro una formazione universitaria li si mette
in condizione di contribuire a risollevare i loro Paesi
investiti dalla crisi che li ha trasformati in profughi.
Anche numerose altre strutture formative di livello supeiore
offrono, come le università e le organizzazioni assistenziali
italiane, borse di studio e facilitazioni per l'insedìamento
e l'integrazione nei nostri Paesi.
r.
f. l.
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