Se
ne discute in India, un grande Paese ricco di lingue,
tradizioni e culture locali. Il sistema educativo deve
promuovere l'unità nazionale o incoraggiare questa
molteplicità? La laboriosa ricerca di un compromesso
In
India ci sono due lingue ufficiali, hindi e inglese, e una
ventina di lingue locali parlate nei singoli Stati che compongono
la struttura federale della Repubblica. Questo implica ovviamente
una straordinaria molteplicità di culture e di tradizioni,
che sono insieme una grande ricchezza e un limite alla compattezza
del Paese che detiene da alcuni mesi quel primato per numero
di abitanti che apparteneva alla Cina. É dunque perfettamente
comprensibile che nel gigante asiatico si discuta animatamente
su un punto cruciale: se il sistema educativo debba riflettere
le diversità locali o al contrario difendere l'unità
nazionale. Il quotidiano Times of India di New Delhi fornisce
i dettagli di questo dibattito.
É
ovvio che i due obiettivi contrapposti hanno entrambi una
forte motivazione, e che la formulazione ideale sarebbe
una difesa della compattezza etnica e sociale che al tempo
stesso salvaguardasse il mosaico delle culture locali. Ma
non è facile raggiungere un compromesso che vada
bene sia ai fautori di un'India coesa sia a coloro che sono
affascinati dalla sua straordinaria ricchezza di modelli
culturali.
Questi
ultimi chiedono da sempre che il sistema educativo si faccia
carico di questa poliedrica realtà garantendo curricula
personali e programmi basati sulle realtà locali
nella scuola primaria e secondaria. Per contemperare questo
obiettivo e la visione opposta, di una rigida uniformità
programmatica che superi le diversità culturali,
viene proposta una formula di compromesso, che consenta
di ricavare il massimo di differenziazione programmatica
e curricolare da un'applicazione corretta delle norme attuali.
Si
fa notare che la Costituzione di quella che viene chiamata
la più popolosa democrazia del mondo assegna agli
Stati federati l'organizzazione del sistema educativo, e
che all'interno dei singoli ordinamenti attualmente in vigore
figura il proposito di non schiacciare la molteplicità
delle culture ma di valorizzarla: si faccia dunque buon
uso di queste norme contrastando la tendenza, da più
parti denunciata, ad appiattire tutto questo sotto la pressione
dello Stato centrale. Troppo poco, sostengono i fautori
della scuola libera da ogni condizionamento centralistico.
E così il dibattito continua.
a. v.
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