FOGLIO LAPIS - OTTOBRE- 2021

 

Uno studente della comunità wichi, una piccola minoranza etnica, ha realizzato un'applicazione per tradurre in spagnolo la sua lingua materna. Il presidente Alberto Fernández lo ha ricevuto alla Casa Rosada: ecco un esempio per tutti gli argentini, ha detto

 

Maximiliano Sánchez è un giovane studente argentino che appartiene alla comunità wichi, una piccola minoranza etnica che vive nelle aree settentrionali del Paese sudamericano, ai confini con Bolivia e Paraguay. Abita in uno sperduto villaggio, per andare a scuola ogni mattina deve percorrere a piedi un paio di chilometri e si considera relativamente fortunato, perché fra i suoi compagni ce ne sono alcuni che devono fare molta più strada. Come se non bastassero i tanti problemi che rendono la vita difficile a questa comunità india, per esempio la questione della lingua e della difficoltà di tradurla in spagnolo, anzi in castellano, come in Argentina si chiama la lingua nazionale.

A suo agio con i computer come i giovani di tutto il mondo, Maximiliano si è messo al lavoro per rimuovere almeno questo ostacolo. E ci è perfettamente riuscito, realizzando un'applicazione che traduce dal wichi al castellano e viceversa. Non solo: ora sta cercando di perfezionare la sua invenzione, mettendo l'utente in grado di interagire fra le due lingue senza bisogno di restare connesso a Internet. Per la sua applicazione, il ragazzo è stato incluso fra i 3500 candidati, in rappresentanza di 94 Paesi, al Global Student Prize 2021 che la fondazione Varkey organizza in collaborazione con l'UNESCO.

Ricevendolo alla Casa Rosada di Buenos Aires, la storica residenza dei capi di stato argentini, il presidente Alberto Fernández ha indicato Maximiliano come esempio per tutti. Rimuovere un ostacolo di natura linguistica significa infatti rafforzare la coesione nazionale, essenziale in un Paese multietnico come l'Argentina, in cui vive una popolazione in massima parte di ascendenza europea (italiani, spagnoli, tedeschi e altri) accanto a quel poco che resta delle originarie etnie indie. Inoltre un'applicazione come questa potrà essere utilissima in altri Paesi sudamericani, come la Bolivia, in cui la parte india della popolazione è numericamente prevalente.

Come riferisce il quotidiano Clarín di Buenos Aires, Maximiliano è molto apprezzato nella sua comunità perché è sempre pronto e disponibile per aiutare ragazzi e adulti in tutto ciò che ha a che fare con la tecnologia. Per questo Eva Noemi Fernández, una fra i suoi insegnanti, lo ha indotto ad impiegare le sue capacità informatiche e la sua volontà umanitaria, per creare uno strumento capace di abbattere la barriera linguistica che ha sempre mortificato l'integrazione del suo gruppo etnico.

Se correttamente impiegata, spiega ora il ragazzo, la tecnologia può fare miracoli. Parlando ai microfoni della Casa Rosada, invita tutti i “chicos”, i giovani del suo Paese, a darsi da fare per realizzare i loro sogni. Ai giovani wichi, in particolare, Maximiliano raccomanda di non lesinare gli sforzi per colmare il netto divario con il resto della popolazione argentina che da sempre segnalano gli indicatori sociali.

                                                                 s. f. 

 

 


                                                  

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