FOGLIO LAPIS - OTTOBRE- 2021

 

Dopo l'interminabile periodo della pandemia, la scuola italiana riprende il suo cammino con molte speranze e qualche superstite timore. Non pochi studenti e docenti esprimono una preoccupazione: si teme che le misure restrittive abbiano creato profonde divisioni

 

Al nuovo anno scolastico è affidato un obiettivo supplementare accanto a quelli tradizionali di natura pedagogica: superare finalmente il lunghissimo immobilismo determinato dalla pandemia, dimenticare quella drammatica esperienza, rientrare insomma nella normalità didattica. Non sarà facile, perché ancora non è finita. É vero che i dati ufficiali segnalano un vistoso arretramento dei contagi e un altrettanto vistoso calo della gravità e soprattutto della letalità. Ma è altrettanto vero che all'insegna del “non dobbiamo abbassare la guardia” si tende a conservare un approccio tutt'altro che innovativo, a conservare alcune restrizioni, a insistere quasi ossessivamente sulla necessità della vaccinazione di massa, che non potendo essere obbligatoria viene perseguita attraverso una restrizione di carattere generale, surrettiziamente imposta con la necessità del certificato verde per accedere a svariati servizi.

I primi dati dopo l'avvio delle lezioni smentiscono certi timori della vigilia: il ritorno a scuola non ha moltiplicato i contagi. Dunque si va avanti, con un ricorso alla didattica a distanza il più possibile limitato. L'esperienza ha infatti dimostrato che la mancata compresenza dei docenti e degli alunni, e soprattutto degli alunni fra di loro, contraddice al bisogno naturale di socialità, particolarmente sentito dai giovanissimi. Lezioni in presenza dunque, e la didattica a distanza confinata alle situazioni di emergenza, che fortunatamente sono sempre più rare.

Così la scuola va avanti, in un'atmosfera di attesa attraversata da qualche inquietudine e qualche eccesso di zelo che si registra in ogni ordine di studi, dalla primaria all'università. Come quello del docente che assegna tre punti in più nel voto d'esame agli studenti regolarmente vaccinati. O quello degli insegnanti nelle scuole secondarie che dopo avere invitato i ragazzi vaccinati ad alzare la mano, creando in questo modo una frattura nella classe, prima ancora psicologica che sanitaria, dicono alla minoranza ormai segnata a dito degli alunni con le mani abbassate che è meglio se ne stiano a casa. A proposito di questi comportamenti c'è chi parla di disumanizzazione, ed è difficile dargli torto.

L'esperienza pandemica ha determinato inoltre un relativo aggravamento del fenomeno della dispersione scolastica. Questo è accaduto anche in altri Paesi, per esempio in Francia come riferisce il quotidiano Le Monde. Secondo dati forniti dal ministero dell'Educazione nazionale, su un totale di dodici milioni di studenti che affollano le scuola francesi 500 mila sembravano a rischio di dispersione nei primi mesi delle chiusure. Successivamente la situazione è migliorata e il fenomeno dispersivo è risultato in via di miglioramento: ma non è certo scomparso. Intanto si è fatta strada un'altra preoccupazione: la scuola indebolita dalla pandemia ha accentuato le diseguaglianze fra gli studenti, aggravando le conseguenze delle disagiate condizioni di partenza per ragioni familiari o sociali. É lo stesso allarme che risuona in Italia: come era naturale aspettarsi, la didattica a distanza ha avuto conseguenze negative soprattutto sugli alunni meno motivati, o su quelli che non potevano disporre di validi aiuti in famiglia o di adeguate attrezzature didattiche.

La scuola della ripartenza dovrà farsi carico anche di questo, rimuovendo l'ennesimo ostacolo sulla strada dell'eguaglianza e rispettando quello che è forse il più importante fra i suoi compiti, abbattere le barriere che separano i nostri ragazzi per ragioni del tutto estranee alle loro individualità. Le misure imposte dalla pandemia hanno approfondito le divisioni di sempre rendendo ancora più ardua la missione della scuola, che è chiamata a superarle.

                                                                 f. s.  

 

 


                                                  

Clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter!

 

Torna al Foglio Lapis

 

Mandaci un' E-mail!