La
bellezza, nonostante tutto, del cielo sopra Milano –
Ma tanta nebbia, perfino d'agosto, e ancora a San Donato
i parchi e i cervi, i campi da tennis e il centro di calcolo
elettronico – Quanto basta per sognare gli aranci
– L'esplosione di una nuvola secondo Leonardo e
la storia di un nome secondo D'Annunzio
IL
LAGO DI MILANO
Il lago è l'Idroscalo.
Il fiume è il Naviglio. Gabbiani saranno, o
sono stati, gli idrovolanti. Ricordo
soltanto piscine, a Milano.
Collina non era collina di terra,
ma un mucchio formato
dai materiali di scarico.
Eppure la chiamano il colle, a Milano,
o Montagnola (la vera è a Bologna).
Lontano, apparivano
le vere montagne: Prealpi, se il vento
puliva il bel cielo
dai fumi, che insieme alla nebbia
diventano smog. Milano ebbe un cielo
stupendo. Ricordo che uscendo (lavoro
un po' fuori, a San Donato Milanese),
talvolta, io sono rapito
dal cielo che è sopra Milano. Ha un azzurro
un poco color verderame, sul verde,
se visto al tramonto, rientrando.
Lo stesso colore dei fondi marini .
avevo scoperto. Andai spesso
per tutti i giardini che sono
a San Donato Milanese. Nel parco.
Facevo due passi, fumando,
un'ora o due prima di entrare al lavoro,
che intanto è iniziato, per gli altri.
Mi disse il Gervasio, che è il capoufficio
del centro di calcolo:
«... Il Nibbi l'ho visto fumare la pipa ».
Ricordo anche i nomi, degli altri:
il Bisi, la Docci, il Serpetti
e lo Spallanzani.
Ricordo che c'erano i cervi, nel parco.
Rammento le piante, le anatre, i cigni.
Rammento anche i campi da tennis. Guardavo
quel gioco. Rammento i vapori
che scaldano case e gli uffici, in inverno,
partendo da qualche centrale
che è posta tra l'erba. Starò alla piscina,
domenica e il sabato (giorni di festa).
Ricordo quel popolo unito
che andava alla Messa, e sta al sole (se c'era),
portando i bambini. Ci sono stradine
che vanno tra l'erba, intorno a San Donato.
Rammento la nebbia, in estate.
Vapori scaldati dal sole mi vennero incontro
un 8 di agosto, così appiccicosi,
che neanche la spugna li toglie di dosso,
facendo la doccia... La nebbia in agosto!
Ricordo la mensa. Le uguali giornate
trascorse alla Snam, divisione progetti,
al centro dì calcolo, memorizzando
i numeri e i fatti del giorno (la madre
mi è morta) dentro a una Elea 6001
Olivetti, che è separata dai vetri
(in uno stanzuolo) dagli uomini posti
dentro a un locale immenso,
di un ettaro quasi, quadrato... Fui assunto
nel mese di dicembre millenovecen-
tosessantadue al calcolo elettronico.
Stagioni, da allora, si eguagliano tutte.
Uguale l'estate divenne
all'inverno. E solo un'arietta costante
trasudano i muri e il soffitto,
insieme a una luce costante, che è luce
artificiale (col sole di fuori, e anche
senza). Cioè il sole era escluso, e la nebbia.
Sognavo gli aranci... da vendere, meglio
che stare alla Snam! La gente importata
veniva dal Sud. Il Broccia (Michele) veniva
su dalla Sardegna. La sua scrivania
è accanto alla mia. Il Broccia Michele mi disse:
«... Tu sei
uccello di bosco, Filippo».
Lavoro con lui. Chi è dentro, lavora
sui tavoli messi per fila di tante
scrivanie. Non sento parole sul tempo.
Fermato che fosse il lavoro, si andava
alle case, la sera. In camere prese
in affitto, neppure si pensa a giornate
diverse da quella che è appena trascorsa.
NUGOLA GRANDE
steroide alla Leonardo
… già sopra a Milano, inverso
lago Maggiore, vidi una nuvola in forma di grandissima montagnia,
piena di scogli infocati, perché li razzi del sole,
che già era all'orizzonte che rosseggiava, la tignea'
del suo colore; e questa tal nugola attraeva a sé
tutti li nugoli piccoli che intorno le stavano; e la nugola
grande non si moveva di suo loco, anzi riservò nella
sua sommità il lume del sole insino a una ora e mezzo
di notte, tant'era la sua immensa grandezza; e infra due
ore di notte generò sì gran vento, che fu
cosa stupente, inaudita; e questo fece nel riserrarsi, ché
l'aria, che infra quella si rinchiudeva, essendo premuta
dalla condensazione del nugolo, rompea e fuggìa per
le parte più debole, scorrendo per l'arie con ispesso
tumulto, facendo a similitudine della spugnia premuta dalla
mano sotto l'acqua, della quale l'acqua, di che era imbeverata,
fuggìa infra le dita della man che la premea, fuggendo
con impeto infra l'altra acqua. Così facea il nugolo,
ricacciato e ristretto dal freddo che lo vestìa,
scacciando l'aria con l'impeto di sé.
MARIE NASCENTI
“… Cosa succederebbe se Milano
la si trovasse circondata dalle acque?” si chiederanno
i Promessi Sposi appena riusciti dalla Rinascente scatologica
/ escatologica rinomata da Gabriele D’Annunzio accanto
al Duomo dedicato, appunto, a M A R I A E N A S C E N -
T I … “È la Notività, bellezza!”
Diranno. Per quanto sia acerbo dire. Perché le Marìe
sono in ascesa. I ghiacci si sciolgono. Sale la temperatura
media. Appena un grado, “Ed è subito sera”…
Ma è la catastrofe! Cataste di strofe non ci salveranno.
Filippo
Nibbi
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