FOGLIO LAPIS - OTTOBRE- 2019

 

Nel suo Incompatibilità Maurizio Boscherini ci racconta la vicenda di un maestro punito perché denunciò i mali della scuola pubblicando il suo diario e urtando qualche suscettibilità – Il suo successo nella sede in cui fu trasferito d'ufficio (per incompatibilità ambientale, appunto) lo ripaga di molte amarezze, offrendoci al tempo stesso preziosi spunti di riflessione

 

Ecco la storia di un ragazzo che si fa strada, e partendo da modeste origini contadine arriva a praticare il mestiere più importante del mondo: l'insegnamento. Maestro a ventidue anni in una scuola elementare milanese, poi quando è già sulla trentina il sospirato trasferimento nel natio borgo selvaggio, un paese adagiato in un'ampia vallata dell'Appennino romagnolo. Il maestro Raffaello Busco ama il suo lavoro e non è certo tipo da limitarsi agli adempimenti d'ufficio. Dedica ai suoi alunni anche il tempo libero, li assiste in vista degli esami di riparazione, introduce nella sua personale didattica la pittura (che da sempre pratica prediligendo gli scorci affascinanti della sua valle), la musica, il teatro. Così si snoda la vicenda che Maurizio Boscherini racconta nel suo romanzo-verità pubblicato dall'editore Il Seme Bianco, che s'intitola Incompatibilità e vedremo perché.

Una vicenda che ha al centro la pubblicazione del diario al quale il protagonista ha affidato gli episodi e il senso della sua attività. Lo pubblica firmandosi Dernier, ultimo, e lo intitola proprio così: L'ultimo maestro. Ora, poiché stiamo parlando di un romanzo del tutto particolare, che pur essendo scritto in terza persona racconta proprio l'esperienza vera del suo autore, dobbiamo precisare che questo Ultimo maestro fu veramente dato alle stampe. Fu pubblicato dall'editore Beta e chi volesse saperne di più può trovarne una recensione proprio nel nostro Foglio Lapis, precisamente nel numero che mandammo in rete nell'aprile del 2001: chi ci legge lo può facilmente raggiungere con qualche clic in questo stesso sito.

Il libro viene pubblicato nel 1998, noi ce ne occupiamo tre anni dopo. Lo facciamo dopo che quella pubblicazione ha provocato un terremoto, culminato in una dura punizione per l'autore. Viene trasferito in un paesino sperduto fra i monti, dove il maestro raggiunge faticosamente la sua nuova classe ogni mattina per poi rincasare a sera altrettanto faticosamente, guidando d'inverno nel buio, e spesso nella neve e nel ghiaccio. Ma perché tutto questo? Perché Boscherini-Dernier-Busco è un entusiasta, e scrivendo il diario racconta la sua esperienza senza stare a misurare le parole. Dipinge la scuola per quello che è, un luogo di svogliata routine, dove si lavora meccanicamente senza poter premiare il merito e colpire il demerito, dove si pratica la pedagogia dello “sforzo zero”, dove si trascura d'instillare nei bambini l'educazione e il rispetto, dove non si cerca di coinvolgerli facendoli sentire a loro agio.

L'ultimo maestro si riferisce dunque a una scuola in crisi d'identità e di valori, ma anche alla quasi scomparsa della figura maschile nel corpo docente, soprattutto nelle elementari e nelle medie, o come si dice oggi nelle primarie e nelle secondarie di primo grado. Ecco il maestro che senza volere s'avventura nel terreno minato del politicamente scorretto. Lui non ha alcuna intenzione di criticare le colleghe in quanto donne, semplicemente sottolinea che una maggiore presenza maschile nella scuola la farebbe assomigliare un pochino di più alla famiglia e alla società, dunque la renderebbe più vera. Ma le maestre non la pensano così, si sentono prese di mira come donne (noi mica possiamo lavorare anche di pomeriggio, abbiamo la casa da governare...) e insorgono compatte e feroci. In pratica sollevano il paese contro di lui, fino al punto che le autorità scolastiche lo trasferiscono d'ufficio per incompatibilità ambientale: ecco spiegato il titolo di questo romanzo che più autobiografico non potrebbe essere.

Ma il maestro ha al suo arco le frecce di una professionalità che nessuna mortificazione burocratica potrebbe intaccare. Nella nuova sede, che diventa definitiva fino alla pensione perché il ricorso viene respinto e il reclamo rigettato, Busco ripropone la sua dedizione e le sue tecniche didattiche. Non impartisce lezioni dall'alto della cattedra ma insegna conversando con i bambini. Inoltre li familiarizza con il disegno e la pittura, con la musica e il canto, organizza spettacoli teatrali. In breve conquista non soltanto l'affetto degli alunni, compresi i numerosi stranieri che all'inizio ignorano spesso la nostra lingua, ma anche la stima dei loro genitori e dell'intero paese, che alla fine lo premia con tanto di medaglia d'oro. Una lettura davvero preziosa: Incompatibilità ci racconta come potrebbe essere la scuola, e come purtroppo non è.

 

 

                                                                 Alfredo Venturi  

 

 


                                                  

Clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter!

 

Torna al Foglio Lapis

 

Mandaci un' E-mail!