FOGLIO LAPIS - OTTOBRE - 2017

 
 

Due terzi dell'elettorato considera l'istruzione una priorità assoluta, eppure questo tema non ha trovato nella recente campagna elettorale uno spazio corrispondente – Anche in Germania il sistema educativo deve fare i conti con deficienze strutturali e scarsità di organici – I programmi dei vari partiti, e la necessità di una sintesi fra le posizioni dei tre partiti, Unione, FDP e Verdi, che probabilmente formeranno il nuovo governo di coalizione

 

In occasione delle recenti elezioni tedesche il 64% degli aventi diritti al voto ha indicato come esigenza prioritaria e punto di interesse centrale il futuro e lo sviluppo delle politiche scolastiche, che richiederebbe perfino più attenzione di questioni come la lotta al terrorismo o la gestione delle pensioni. Ogni anno 14 milioni di bambini e ragazzi affollano gli asili, le scuole e le università tedesche, i cui edifici troppo spesso cadono a pezzi e le cui amministrazioni fanno continuamente i conti con la scarsità di personale insegnante. Nonostante l’evidente urgenza, le questioni riguardanti il sistema scolastico hanno avuto un ruolo del tutto marginale nella campagna elettorale, con accenni superficiali da parte di Schulz, candidato SPD, e con il ministro dell’istruzione in carica, Johanna Wanka della CDU, che ha concentrato l’argomento solo su questioni economiche o riguardanti il non ancora finanziato piano di digitalizzazione.

Punto focale dell’Unione (CDU e CSU) è che l’istruzione resti affare gestito  dai singoli Länder. La proposta più importante, oltre al piano di digitalizzazione, è quella di introdurre a livello nazionale il diritto al tempo pieno nelle scuole elementari. I fondi speciali previsti per la messa in sicurezza ed il restauro degli edifici scolastici ammontano a 7 miliardi di Euro. La tradizionale formula del ginnasio – che si oppone radicalmente, in Germania, a quella delle altre scuole superiori – verrebbe preservata in quanto tale e al tempo stesso verrebbe sostenuta e sviluppata l’offerta di formazione professionale.

La SPD, invece, ha tappezzato le città di manifesti elettorali che recitano “L’istruzione non deve costare niente, se non un po’ di fatica”, facendo riferimento al loro programma di estensione dell’istruzione gratuita agli istituti di formazione professionale (e non solo ad asili ed università).  L’interesse al progresso della digitalizzazione viene condiviso dai socialdemocratici, che però si trovano in posizione divergente con la CDU per quanto concerne il ruolo dello stato centrale, al quale vorrebbero assegnare più voce in capitolo nella gestione delle questioni scolastiche. Altri punti del loro programma riguardano il raddoppio della cifra destinata alla ricerca per le università tecniche e l’istituzione di una quota rosa del 40% nella ricerca.

Per quanto riguarda la formazione di sinistra Linke, troviamo nel programma posizioni affini alla SPD in riferimento allo sviluppo di linee nazionali che regolino l’istruzione e la riduzione dell’autonomia dei singoli stati federati. Inoltre, i fondi destinati al mondo dell’istruzione dovrebbero aumentare sensibilmente, a partire dalla cifra massima del Bafög, l’aiuto statale per chi studia, che dovrebbe alzarsi da 735 a 1050 Euro al mese. Sono settanta i miliardi di Euro che vorrebbero dedicare alla messa in sicurezza degli edifici scolastici e decine di migliaia le nuove posizioni lavorative da finanziare nell’ambito della ricerca universitaria. Anche alcune cause di natura etico/civile rivestono un ruolo importante nel programma della Linke, come l’abolizione delle pubblicità commerciali nelle scuole e il divieto di ricerca universitaria a fini militari.

I Verdi hanno evidenziato come uno scandalo il modo in cui le possibilità di formazione siano legate e determinate dal ceto sociale di origine. Obiettivo principale della loro politica scolastica sarebbe quello di destinare il 7%, invece dell’attuale 4,2% del Pil all’istruzione generica e il 3,5%, invece dell’attuale 2,9% alla ricerca. Gli eventuali avanzi di bilancio verrebbero così investiti nell’istruzione e non nella riduzione della pressione fiscale. Inoltre, il partito promette l’investimento di tre miliardi all’anno nell’ambito degli asili, in modo da garantire il tempo pieno a tutte le famiglie.

La FDP ha promesso di realizzare il migliore sistema scolastico mondiale e propone lo sviluppo di standard definiti a livello nazionale e non dai singoli Länder. Gli investimenti previsti per il sistema scolastico dovrebbero crescere sensibilmente, fino a portare la Germania nella Top-5 degli stati OCSE. L’importanza della digitalizzazione viene sottolineata anche nel programma FDP, che la ritiene un passo essenziale per lo sviluppo di sistemi di insegnamento individuali ed efficaci. Punto determinante del programma è anche l’istituzione di premi che le università riceverebbero ogni qual volta ottengano un nuovo iscritto, sistema che stimolerebbe un miglioramento continuo dell’offerta formativa. Poiché l'esito elettorale porterà molto probabilmente a una “coalizione Giamaica” nero-giallo-verde, così denominata dai colori simbolici dell'Unione, della FDP e dei Verdi, sarà interessante vedere se e come le tre posizioni potranno produrre una sintesi praticabile.

Per quanto riguarda infine la AfD (Alternativa per la Germania, l'emergente partito nazionalista), si auspica il ritorno ad una scuola più nozionistica e meno incentrata sullo sviluppo delle competenze. L’influenza di lobby e associazioni internazionali andrebbe ridotta drasticamente e ai richiedenti asilo non dovrebbe essere offerto un programma di integrazione, bensì una preparazione a quella che sarà la loro vita una volta tornati nei paesi di origine.

 

 

 

                                                          Laura Venturi 
                                         

    


                                                  

 
 

Clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter!

 

Torna al Foglio Lapis giugno 2016

 

Mandaci un' E-mail!