Non sempre la scuola pubblica raggiunge i suoi scopi, soprattutto nei paesi meno sviluppati – In un reportage del New York Times si esamina il caso della Liberia, dove si è provato ad affiancare all'inefficiente sistema statale istituti gestiti da privati – Il confronto condanna senza appello la scuola pubblica – Ma qui si apre un dibattito tipicamente ideologico, perché è difficile rinunciare al modello ideale dell'istruzione garantita dallo stato
Quanto fa otto più cinque? La bambina esita poi azzarda: dodici... Che cosa c'è scritto sulla tua maglietta? C'è scritto hands, ma la piccola proprio non lo sa. Coraggio, prova a scrivere la lettera E. Niente da fare. Questo rapido esame dall'esito sorprendentemente negativo si è svolto davanti a una scuola primaria del villaggio di Boegeezay, nello stato della Liberia. Ne riferisce Nicholas Kristof, esperto americano di questioni educative, che racconta la sua esperienza africana in un ampio reportage sul New York Times. Il dettaglio sconcertante è che la bambina interpellata è un'alunna di terza. Frequenta da oltre due anni una scuola dove non ci sono libri e dove gli insegnanti latitano: il giorno dell'intervista dei sedici docenti in organico soltanto quattro erano presenti, altri due sono arrivati più tardi. É purtroppo una condizione abbastanza comune nei sistemi educativi pubblici dei paesi meno sviluppati: si dà il caso anche di docenti semianalfabeti, di mazzette perché i bambini possano usufruire di quello che dovrebbe essere un servizio gratuito, di aule che contengono fino a cento alunni, addirittura di abusi sui piccoli.
La Liberia ha deciso di correre ai ripari, affidandosi a un'alternativa privata, in pratica appaltando alcune scuole a un'organizzazione americana sostenuta da Bill Gates e Mark Zuckerberg, la Bridge International Academies. Naturalmente l'istruzione resta gratuita per le famiglie, è lo stato a sobbarcarsi le spese. I risultati non si sono fatti attendere, dimostrando che la scelta delle autorità liberiane è stata un ottimo investimento sul futuro del paese africano. Infatti il rendimento nelle scuole gestite dalla Bridge è nettamente superiore a quello degli istituti statali, e sarebbe strano se non fosse così, commenta Kristof, visto che si tratta di scuole con libri e insegnanti confrontate a scuole prive di tutto.
Il mondo s'interessa giustamente al problema della scuola negata, s'indigna per quei sessanta milioni di bambini che nel mondo sono tagliati fuori dall'istruzione, in realtà il vero problema non è tanto andare a scuola, ma uscirne con le nozioni e le competenze necessarie. Il problema non è frequentare, ma imparare. Se in determinati contesti la scuola pubblica sforna analfabeti, perché non ricorrere all'istruzione privata? Il freno, evidentemente, è di carattere ideologico. É ovvio che il sistema perfetto è quello di un'istruzione gratuita e obbligatoria offerta da uno stato efficiente attraverso il circuito delle scuole pubbliche. Ma in molti paesi, sopratutto ma non esclusivamente del mondo sottosviluppato, l'istruzione pubblica fa acqua da tutte le parti, il caso della bambina liberiana non è certo un'eccezione. Le inefficienze, la corruzione, il sovraffollamento trasformano troppe scuole in semplici parcheggi, in pratica mortificando ogni prospettiva di riscatto dal sottosviluppo e dall'indigenza.
Fatto sta che l'esperienza di Bridge, che gestisce centinaia di scuole in molti paesi di quello che una volta si usava chiamare Terzo Mondo, viene fortemente criticata dai sindacati americani degli insegnanti. Tocca agli stati, sostengono, il cruciale compito educativo. Ma Kristof, che pure condivide certe critiche all'istruzione privata negli Stati Uniti, contrappone a questa linea di principio la sua esperienza sul campo: non solo Bridge ottiene risultati migliori, ma non è affatto vero che svolge questa attività a fine di lucro. Certamente ha un approccio privatistico alla gestione educativa e in certi paesi, a differenza dalla Liberia, richiede alle famiglie una retta di sette dollari al mese, ma i suoi bilanci sono sistematicamente in rosso. Inoltre la sua presenza in alcuni paesi ha portato a un miglioramento delle stessa istruzione statale, evidentemente stimolata dall'esempio.
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f. s.
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