Un
docente dell'istituto musulmano di Lilla, celebre per
essersi collocato al primo posto per rendimento fra i
licei francesi, è stato condannato per diffamazione –
Aveva sostenuto che nella scuola si propagandano
surrettiziamente concezioni islamiste, ma per il tribunale
non aveva fornito prove – Il professore tornerà alla
carica ricorrendo in appello – Il problema del rapporto
con l'istruzione privata non cristiana è vivo anche in
Gran Bretagna
Il
professor Soufiane Zitouni ne era convinto: nel liceo
musulmano Averroès di Lilla, il migliore di Francia per
rendimento stando alle statistiche ufficiali del ministero
dell'educazione nazionale, si diffonde una concezione
dell'islam molto vicina all'islamismo. Per esempio gli
allievi commentano con “reazioni epidermiche”
l'evoluzionismo di Darwin e certi docenti si dichiarano
esplicitamente a favore di organizzazioni come Hamas. Per
questo Zitouni si era dimesso dalla sua cattedra di
filosofia e aveva denunciato la cosa con un articolo sul
quotidiano Libération. Immediatamente la direzione
del liceo lo aveva denunciato e i giudici le hanno dato
ragione condannando il professore per diffamazione. La
motivazione: le accuse formulate da Zitouni non erano
fornite di elementi di prova. All'uscita dall'udienza il
docente ha annunciato che ricorrerà in appello, assistito
da un avvocato, dopo avere raccolto prove inoppugnabili, e
ha ribadito che a suo parere l'islam praticato nel liceo
Averroès confonde spiritualità e politica: è “l'islam
delle donne velate, l''islam privo di senso umoristico”.
Di
tutt'altro avviso Rachid Hamoudi, che al processo
rappresentava la scuola: siamo stati insultati e ingiuriati,
afferma. Ora giustizia è fatta, il liceo continuerà a
formare i cittadini di domani sulla base del contratto che
ha stipulato con lo Stato francese. Questa vertenza
giudiziaria, sostiene Hamoudi, non ha ostacolato il nostro
lavoro, lo dimostrano i risultati dell'ultima maturità,
ottimi come sempre. Intitolato al filosofo arabo del
dodicesimo secolo che rilanciò la filosofia aristotelica,
il liceo Averroès ospita 750 allievi. Nella primavera di
due anni or sono (si veda il Foglio Lapis di aprile
2013) balzò alla ribalta dell'attualità per essersi
classificato al primo posto fra i 2309 licei francesi,
secondo un criterio di valutazione che stima il rendimento
considerando anche la provenienza familiare degli allievi:
in pratica misurando la capacità della scuola di far salire
ai ragazzi i gradini della scala sociale. Inoltre l'istituto
si è assicurato il primato per quanto riguarda il tasso di
allievi delle seconde classi che arrivano fino al baccalauréat,
la maturità francese: siamo al 99 per cento, ben più del
95 fatto registrare dal celebre liceo parigino Henri IV.
Fra
i commenti dei lettori di Le Monde, il quotidiano che
ha dato molto spazio alla vicenda, ce n'è uno che
sottolinea la difficoltà di esibire in giudizio prove su
una materia così sfuggente. Quello denunciato dal prof.
Zitouni è per così dire un islamismo latente, fatto di
allusioni più che di fatti. Se nel liceo Averroès non si
viola la legge, in particolare se non vi s'incoraggiano
simpatie o adesioni a movimenti illegali, sarà un arduo
lavoro quello di Zitouni e del suo avvocato. Del resto il
problema del rapporto con le scuole private non cristiane
non riguarda soltanto la Francia ed è destinato, a causa
delle attuali tendenze migratorie, a riproporsi in tutti i
Paesi europei.
Alcuni mesi or sono (si veda il Foglio Lapis di
dicembre 2014) abbiamo parlato di un caso denominato
“Cavallo di Troia”, protagoniste alcune scuole di
Birmingham, Inghilterra. Si trattava di un piano, attribuito
alla locale comunità musulmana, che perseguiva
l'“occupazione” di cattedre e uffici direttivi negli
istituti presenti nelle aree periferiche della città,
quelle abitate da forti minoranze etniche. Proprio per
contrastare questo fenomeno le autorità educative inglesi
emanarono una circolare, con cui s'invitavano le scuole a
diffondere i “valori britannici”: democrazia, legalità,
libertà individuale, rispetto e tolleranza per ogni fede,
razza, cultura. Fra i punti sottolineati la necessità
d'insegnare ai ragazzi la netta distinzione fra legge civile
e precetti religiosi.
- l.
v.
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