FOGLIO LAPIS - OTTOBRE - 2011

 
 

In materia di diffusione delle tossicodipendenze, ci si limita spesso a parlare del fenomeno in sé, non delle cause che lo determinano – É lo stesso errore che si compie quando si parla di “Facebook dipendenza” trascurando le dinamiche che vi conducono – Perché tanti giovani sentono l'esigenza di drogarsi: questa la materia di cui dovremmo occuparci – Il problema di fondo è la compressione che la società di oggi esercita sulla libertà di compiere scelte individuali

 

 

Perché un libro sull'amore? Perché rispetto alle epoche che ci hanno preceduto, nell'età della tecnica l'amore ha cambiato radicalmente forma. Da un lato è diventato l'unico spazio in cui l'individuo può esprimere davvero se stesso, al di fuori dei ruoli che è costretto ad assumere in una società tecnicamente organizzata, dall'altro questo spazio, essendo l'unico in cui l'io può dispiegare se stesso e giocarsi la sua libertà fuori da qualsiasi regola e ordinamento precostituito, è diventato il luogo della radicalizzazione dell'individualismo, dove uomini e donne cercano nel tu il proprio io, e nella relazione non tanto il rapporto dell'altro, quanto la possibilità di realizzare il proprio sé profondo, che non trova più espressione in una società tecnicamente organizzata, che declina l'identità di ciascuno di noi nella sua idoneità e funzionalità al sistema di appartenenza." Scrive Umberto Galimberti nell’introduzione a “Le cose dell’amore”, cogliendo con acume la compressione che le aree più individuali della personalità tendono a subire nel corso dei giorni, schiacciate dai ritmi serrati di preoccupazioni, doveri e burocrazie.

Queste zone compresse della personalità, private di quella che dovrebbe essere la loro naturale e continuativa espressione, non possono che cercare sfogo, uno sfogo che diventa irruento e destabilizzante. Possono trovarlo nelle relazioni amorose, che diventano per questo particolarmente delicate, possono trovarlo nella fruizione di forme d’arte che aiutino a scaricare, si pensi alla diffusione di pellicole violente o che esaltino certe forme di “insanità mentale”.  Possono trovarlo dentro al dimentico dinamismo di una discoteca.

Quando accade che l’uomo ritrovi le parti “trascurate” di sé e le riconosca come legate alla propria indole, avverte tutto l’estraniamento quotidiano e non riesce a digerirlo se non con la ricerca di qualcosa che anestetizzi, insieme a quella degli spazi di sfogo. Certamente diverse situazioni sono in grado di assicurare, tramite lo sfogo stesso, anche un’azione anestetica della problematica, secondo un processo che potremmo definire catartico. Sono però presenti anche prodotti o situazioni direttamente legati all’esigenza di anestetizzazione. Si pensi alle droghe, il cui uso e la cui diffusione anche in fasce d’età sorprendentemente basse è in continuo aumento.

Consideriamo tre dei possibili aspetti dell’assunzione delle droghe, o, almeno, di certi tipi di droga. Primo, l’energia. L’ebbrezza dell’energia che sale, che permette di divorare la notte. Una delle problematiche principali dell’uomo della società contemporanea è quella energetica: lo stile di vita sedentario – sedentarissimo - unito con i ritmi disumani cui è sottoposto, crea stati di funzionamento disarmonico del corpo ed elevati livelli di stanchezza e spossatezza. Si producono continuamente nuovi integratori energetici che nelle pubblicità donano grandi sorrisi di sollievo a coloro che li assumono, e si dimentica che tutto ciò non è normale e che la perenne spossatezza non è uno stato naturale dell’organismo. Come al solito, si curano i sintomi e non solo non ci si preoccupa delle radici, ma si seppelliscono nell’ignoranza.

Il secondo aspetto è quello dell’oblio, della dimenticanza. Un po’ perché l’attenzione si sposta, un po’ per effetto chimico diretto, certe aree del cervello si spengono, ed è proprio un bel sollievo, dimenticare d’un tratto quella sensazione di discrepanza tra il modo in cui si vive e quello in cui si intuisce sarebbe meglio vivere (meglio, quindi più naturale, più vicino alla natura). Un bel sollievo avere pace per un po’ da tutti quegli input di cui il cervello è bombardato fin dalla più tenera infanzia. É la loro qualità ad essere sbagliata. Sono molti, sono rapidi e superficiali e intensi insieme. Soprattutto, con possibilità di riflessione o replica praticamente annullata, anche perché immediatamente arriva l’input successivo.

Un altro aspetto importante dell’assunzione di droghe da parte dei giovani è quello delle relazioni interpersonali e degli effetti di rilassamento e disinibizione che certe sostanze provocano. Infatti, rapportarsi all’altro sembra sempre più difficile. Media e tecnologia non fanno che costruire copie, estraggono continuamente dei modelli dal corso delle cose, situando l’individuo in un interregno atemporale e solitario tra le sue immagini eternizzate (da fotografie, video, segnali iscritti nella grande pagina del web)  e i modelli di queste immagini (tutto il materiale multimediale di cui è fruitore). Uno spazio dal quale il normale fluire delle cose (del quale vorrebbe essere monumento) è lontanissimo. É uno spazio in cui l’individuo si trova solo, proprio per la presenza, tra lui e la realtà, di tutti questi oggetti-intermediari o modelli-intermediari.

Ma non facciamo un errore simile a quello di coloro che hanno dato il nome alla patologia che si chiama “Facebook dipendenza”. É miope come dedicarsi alla cura localizzata di foruncoli sulla pelle che sono però provocati da una malattia cronica. É un bell’errore prospettico, demonizzare Facebook in sé (o la tecnologia in sé) e non accettarlo come aderente orografia della società e dei suoi problemi. Non prendiamoci in giro, sono ben lontani dal sito e dalla sua natura le dinamiche che conducono alla “Facebook dipendenza”. Così come il problema, per gli adolescenti, non è certo l’esistenza o l’accessibilità delle droghe, bensì tutto ciò che li conduce a sentirne l’esigenza.

                                                          Laura Venturi  
                                         

    


                                                  

 
 

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