FOGLIO LAPIS - OTTOBRE - 2010

 
 

Per l’intera loro esperienza scolastica, dall’asilo-nido al diploma secondario, gli allievi dello Stato, uno fra i più attenti a queste tematiche negli USA, riceveranno un’approfondita educazione ambientalistica – Anche nel resto degli Stati Uniti si rafforza la sensibilità ai temi connessi con la salute della terra e la sua stretta relazione con la salute umana – Un programma per fare uscire le classi dal chiuso delle aule, proiettandole nella natura

 

Il Maryland, lo Stato americano compreso fra Pennsylvania, Delaware e Virginia, porta da sempre un motto che certamente non piace troppo alle femministe. È in italiano, l’italiano del Seicento: Fatti maschii, parole femine. Era la divisa dei Calvert, quella famiglia dell’aristocrazia irlandese, i cui capi si fregiavano del titolo di Lord Baltimore, cui si deve la fondazione della colonia. Diedero anche il nome a Baltimore, la città più popolosa dello Stato che con la vicina Washington, la capitale federale, forma un’area metropolitana di otto milioni di abitanti. Quel motto vuol essere, ovviamente, un tributo alla concretezza del fare, che la gente del Maryland (la sola, fra le tredici colonie che diedero vita agli Stati Uniti, tradizionalmente abitata da una forte componente cattolica legata all’origine irlandese dei fondatori) vanta come proprio carattere identitario.

Deve essere proprio in omaggio al pragmatismo espresso nell’antica divisa, sia pure in un modo che oggi ci appare politicamente così scorretto, che lo State Board of Education, l’ufficio scolastico del Maryland, ha varato un provvedimento d’avanguardia in materia di educazione ambientale. Non sempre all’allarme ormai diffuso e insistente sulle condizioni del pianeta, sul continuo oltraggio alla natura che deriva da molte attività umane, corrispondono concrete iniziative volte a invertire la tendenza, soprattutto agendo sulla sensibilità individuale. Poiché questa sensibilità deve molto all’imprinting scolastico, i responsabili dell’istruzione si sono dunque fatti carico del problema. Per tutti gli allievi dello Stato, dal pre-kindergarten, l’asilo-nido, fino al diploma che conclude la scuola secondaria, è previsto un programma di estrema attenzione alle tematiche dell’ambiente. E la materia avrà un elevato valore curricolare.

I bambini e i ragazzi del Maryland riceveranno dettagliate informazioni sugli ecosistemi, sulle risorse naturali, sul rapporto fra la nostra salute e le condizioni della natura, sugli effetti delle azioni personali e di quelle collettive sugli equilibri naturali. Si tratta, nelle parole di un responsabile dell’istruzione nello Stato, di una sorta di “alfabetizzazione ambientale”. Non che finora non si facesse nulla, già si svolgevano nelle scuole dello Stato corsi di educazione ecologica, ma per la prima volta la materia viene organizzata in un quadro coerente, elevata al rango di vera e propria disciplina.

Mentre il Maryland conferma la sua posizione d’avanguardia (in una speciale classifica della sensibilità ambientale elaborata nel 2007 è stato classificato al quinto posto fra gli USA, preceduto solo dagli Stati del Pacifico e dal Vermont) anche nel resto dell’Unione si stanno facendo progressi, incoraggiati dall’amministrazione Obama che in questo ambito intende differenziarsi dal tradizionale disinteresse federale. Per esempio Washington finanzia un’iniziativa denominata No Child Left Inside (nessun bambino lasciato dentro, con un ironico riferimento alla controversa riforma scolastica di George W. Bush, No Child Left Behind, nessun bambino lasciato indietro), che si propone di spalancare le porte delle aule scolastiche e trasferire all’aperto, nella natura, parte degli insegnamenti.

La rinnovata attenzione ai problemi dell’ambiente e alle necessità di un’attenta tutela deve molto anche a due catastrofi che hanno recentemente sconvolto l’America: prima l’uragano Katrina che devastò New Orleans, quindi il disastro della piattaforma petrolifera che ha avvelenato le acque del Golfo del Messico e le coste meridionali degli Stati Uniti.

                                                          a. v. 
                                         

    


                                                  

 
 

Clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter!

 

Torna al Foglio Lapis ottobre 2010

 

Mandaci un' E-mail!