Un
ambizioso piano varato dal governo di Buenos Aires: far
terminare l’istruzione secondaria a chi ha interrotto
gli studi durante l’ultimo anno o nelle classi
precedenti – Milleduecento sedi, dodicimila insegnanti e
un adeguato stanziamento finanziario – L’obiettivo:
offrire a sei milioni di persone la possibilità di
ottenere il diploma entro i prossimi tre anni – Nel
dibattito sul rilancio educativo in corso nel Paese
latino-americano si parla di istruzione come strategia
sociale
“È necessario
realizzare un grande sforzo d’inversione nel sistema
educativo, non solo per generare le conoscenze necessarie
per lo sviluppo economico e sociale, ma anche, in primo
luogo, per sottrarre migliaia di ragazzi alla strada e
socializzarli nei valori della legalità e della
convivenza”. Così in un editoriale di qualche settimana
fa sul quotidiano Clarín di Buenos Aires,
significativamente titolato “L’istruzione come
strategia”.
L’opinionista
elenca i mali della scuola argentina (che assomigliano
singolarmente a quelli della scuola italiana): le ripetenze,
la dispersione, le deludenti classificazioni
dell’istruzione secondaria nelle comparazioni
internazionali. E sottolinea le gravi conseguenze sociali
della mancata o insufficiente scolarizzazione di tanti
giovani: “Nella migliore delle ipotesi, quei ragazzi
avranno difficoltà a trovar lavoro e non potranno apportare
alla società i saperi e le competenze necessaria per la
crescita. Nella peggiore, potranno cadere nelle reti della
criminalità, che offre denaro, assistenza, identità”.
Un importante
passo avanti nella gestione di questi problemi è
rappresentato da un programma presentato il mese scorso dal
ministero dell’educazione nazionale. La sua finalità è
esplicita nella denominazione ufficiale: “Piano di
completamento degli studi primari e secondari per giovani e
adulti”. Si propone un ambizioso obiettivo: fare in modo
che entro i prossimi tre anni sei milioni di persone
ultradiciottenni, che non hanno finito la scuola secondaria
conseguano il relativo titolo, e riportare a scuola tutti
quegli adulti (sono quasi un milione, in una popolazione di
una quarantina di milioni) che secondo i dati ufficiali non
hanno terminato il ciclo primario.
Allo scopo è
stato previsto un adeguato stanziamento nel bilancio dello
stato e sono stati mobilitati dodicimila insegnanti per la
supervisione, personale o virtuale, dei corsi di recupero
che si svolgeranno in milleduecento sedi: scuole o locali
messi a disposizione da sindacati o organizzazioni del
volontariato. Sono anche previsti corsi a distanza via
internet, la diffusione di materiali di lettura e guide che
illustrano l’iniziativa ai potenziali fruitori.
Una prima fase
del progetto riguarda i giovani fra i 18 e i 25 anni che
hanno sì frequentato l’ultimo anno dell’istruzione
secondaria, ma senza arrivare all’esame e dunque al
titolo. Costoro dovranno presentarsi alle scuole che hanno
lasciato e prenotarsi per gli esami programmati ogni anno,
di qui al 2011, nei mesi di dicembre e marzo. Coloro che
hanno più di 25 anni seguiranno la stessa trafila, ma la
loro valutazione terrà conto di altri fattori, per esempio
connessi con eventuali esperienze di lavoro.
A partire
dall’anno prossimo scatterà una seconda fase, destinata a
coloro che abbandonarono la scuola secondaria prima
dell’ultimo anno. Parallelamente, partirà l’altra
iniziativa specifica, destinata al recupero di tutti quegli
adulti che non finirono la scuola primaria.
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f.s.
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