FOGLIO LAPIS - OTTOBRE - 2008

 
 

Un ambizioso piano varato dal governo di Buenos Aires: far terminare l’istruzione secondaria a chi ha interrotto gli studi durante l’ultimo anno o nelle classi precedenti – Milleduecento sedi, dodicimila insegnanti e un adeguato stanziamento finanziario – L’obiettivo: offrire a sei milioni di persone la possibilità di ottenere il diploma entro i prossimi tre anni – Nel dibattito sul rilancio educativo in corso nel Paese latino-americano si parla di istruzione come strategia sociale

 

È necessario realizzare un grande sforzo d’inversione nel sistema educativo, non solo per generare le conoscenze necessarie per lo sviluppo economico e sociale, ma anche, in primo luogo, per sottrarre migliaia di ragazzi alla strada e socializzarli nei valori della legalità e della convivenza”. Così in un editoriale di qualche settimana fa sul quotidiano Clarín di Buenos Aires, significativamente titolato “L’istruzione come strategia”.

L’opinionista elenca i mali della scuola argentina (che assomigliano singolarmente a quelli della scuola italiana): le ripetenze, la dispersione, le deludenti classificazioni dell’istruzione secondaria nelle comparazioni internazionali. E sottolinea le gravi conseguenze sociali della mancata o insufficiente scolarizzazione di tanti giovani: “Nella migliore delle ipotesi, quei ragazzi avranno difficoltà a trovar lavoro e non potranno apportare alla società i saperi e le competenze necessaria per la crescita. Nella peggiore, potranno cadere nelle reti della criminalità, che offre denaro, assistenza, identità”.

Un importante passo avanti nella gestione di questi problemi è rappresentato da un programma presentato il mese scorso dal ministero dell’educazione nazionale. La sua finalità è esplicita nella denominazione ufficiale: “Piano di completamento degli studi primari e secondari per giovani e adulti”. Si propone un ambizioso obiettivo: fare in modo che entro i prossimi tre anni sei milioni di persone ultradiciottenni, che non hanno finito la scuola secondaria conseguano il relativo titolo, e riportare a scuola tutti quegli adulti (sono quasi un milione, in una popolazione di una quarantina di milioni) che secondo i dati ufficiali non hanno terminato il ciclo primario.

Allo scopo è stato previsto un adeguato stanziamento nel bilancio dello stato e sono stati mobilitati dodicimila insegnanti per la supervisione, personale o virtuale, dei corsi di recupero che si svolgeranno in milleduecento sedi: scuole o locali messi a disposizione da sindacati o organizzazioni del volontariato. Sono anche previsti corsi a distanza via internet, la diffusione di materiali di lettura e guide che illustrano l’iniziativa ai potenziali fruitori.

Una prima fase del progetto riguarda i giovani fra i 18 e i 25 anni che hanno sì frequentato l’ultimo anno dell’istruzione secondaria, ma senza arrivare all’esame e dunque al titolo. Costoro dovranno presentarsi alle scuole che hanno lasciato e prenotarsi per gli esami programmati ogni anno, di qui al 2011, nei mesi di dicembre e marzo. Coloro che hanno più di 25 anni seguiranno la stessa trafila, ma la loro valutazione terrà conto di altri fattori, per esempio connessi con eventuali esperienze di lavoro.

A partire dall’anno prossimo scatterà una seconda fase, destinata a coloro che abbandonarono la scuola secondaria prima dell’ultimo anno. Parallelamente, partirà l’altra iniziativa specifica, destinata al recupero di tutti quegli adulti che non finirono la scuola primaria.

                                                          f.s. 
                                         

    


                                                  

 
 

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