FOGLIO LAPIS - OTTOBRE - 2008

 
 

Il ruolo dei temi educativi nella campagna presidenziale americana – Siamo di fronte a una contrapposizione classica fra destra e sinistra - Il candidato democratico promette maggiori investimenti nella materna, e un programma volto a incoraggiare la prosecuzione degli studi anche oltre l’obbligo – Il suo avversario repubblicano parla di più potere a studenti e genitori, e di un ruolo ridimensionato per sindacati e governo – Divergono ovviamente le valutazioni sull’amministrazione uscente

 

I temi che dominano la campagna presidenziale negli Stati Uniti sono soprattutto due: la difficilissima situazione economico-finanziaria e le strategie di politica estera connesse con la war on terror, la lotta al terrorismo. Ma un ruolo non secondario, nel dibattito politico, è rivestito dall’istruzione: un tema che tradizionalmente sta molto a cuore all’opinione pubblica americana. In questo campo si registra fra il democratico Barack Obama e il repubblicano John McCain una divergenza d’opinione che prevedibilmente contrappone le posizioni progressiste a quelle conservatrici. Da parte democratica l’accento è sulla necessità di favorire l’accesso all’istruzione superiore anche alle classi meno abbienti, mentre il candidato repubblicano considera necessario ridimensionare il ruolo dello Stato e dei sindacati.

Questi ultimi rappresentano una categoria, quella degli insegnanti, che costituisce un serbatoio tradizionale di voti democratici. Mentre McCain, fedele all’impostazione liberista tradizionale della sua parte politica (sia pure in grave crisi con l’emergenza finanziaria, che ha costretto l’amministrazione di George Bush a un inedito statalismo) vuole limitare la voce del governo nella scuola, Obama invoca, altrettanto motivato dal suo retroterra ideologico, interventi statali per ridurre l’handicap degli studenti che provengono dagli strati più disagiati della società.

Obama non lesina le critiche all’amministrazione uscente. “I nostri ragazzi e il nostro paese”, dice, “non possono permettersi altri quattro anni di trascuratezza e indifferenza. In questo momento decisivo della sua storia, l’America ha di fronte a sé poche sfide così urgenti come la preparazione dei nostri figli a competere nel mondo dell’economia globale”. Nel fervore polemico della campagna elettorale, il candidato democratico accusa l’avversario di volere stornare fondi dall’istruzione pubblica. McCain respinge l’accusa definendola “un attacco disperato”. Vogliamo semplicemente eliminare gli sprechi, si precisa nel campo repubblicano.

In materia d’istruzione una sola cosa si salva, a detta del candidato democratico, negli otto anni della presidenza Bush: le finalità originarie del piano No child left behind, il vasto programma che con un sistema d’incentivi e di sanzioni si proponeva di migliorare il sistema educativo combattendo la dispersione scolastica. Ma il fatto è, accusa Obama, che quella finalità è rimasta praticamente lettera morta, sia perché non sono stati effettivamente stanziati i fondi promessi, sia perché è stata trascurata la cosiddetta “istruzione speciale”, necessaria perché nessun bambino, anche se affetto da problemi d’apprendimento o disabilità, possa essere “lasciato indietro”, secondo l’efficace etichetta del programma di Bush.

Bisogna inoltre, secondo il senatore dell’Illinois che il partito democratico ha indicato per la presidenza, migliorare la condizione economica degli insegnanti, soprattutto premiando i risultati positivi, investire di più nell’educazione pre-scolastica e garantire un credito fiscale di quattromila dollari agli studenti di college che siano disposti a lavorare un anno nei servizi sociali. Rispetto a queste esigenze, attacca Obama, il mio avversario è completamente inadeguato.

Al fuoco di fila del suo giovane competitore, McCain risponde accusandolo di non avere alcuna esperienza in materia educativa (il senatore repubblicano dell’Arizona insiste molto sulla “inesperienza” di Obama, soprattutto in politica estera, cercando in questo modo di volgere a suo vantaggio il fattore, di per sé negativo in termini d’immagine, dell’età avanzata) e di avere sferrato attacchi privi di ogni fondamento.

McCain, fa sapere un portavoce, non ha mai proposto di ridurre i fondi per le scuole pubbliche, ma solo di combattere gli sprechi. Vuole anzi premiare con finanziamenti speciali gli istituti che fanno registrare i rendimenti migliori. Il suo piano per l’istruzione si basa su tre concetti: eccellenza, scelta, competizione. Propone di reclutare per l’insegnamento il personale migliore uscito dall’istruzione superiore, di dare alle famiglie una maggiore possibilità di scelta fra le varie scuole, di prevedere incentivi per i docenti disposti a lavorare in aree disagiate.

                                                          a.v. 
                                         

    


                                                  

 
 

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