Il
ruolo dei temi educativi nella campagna presidenziale
americana – Siamo di fronte a una contrapposizione
classica fra destra e sinistra - Il candidato democratico
promette maggiori investimenti nella materna, e un
programma volto a incoraggiare la prosecuzione degli studi
anche oltre l’obbligo – Il suo avversario repubblicano
parla di più potere a studenti e genitori, e di un ruolo
ridimensionato per sindacati e governo – Divergono
ovviamente le valutazioni sull’amministrazione uscente
I
temi che dominano la campagna presidenziale negli Stati
Uniti sono soprattutto due: la difficilissima situazione
economico-finanziaria e le strategie di politica estera
connesse con la war on terror, la lotta al
terrorismo. Ma un ruolo non secondario, nel dibattito
politico, è rivestito dall’istruzione: un tema che
tradizionalmente sta molto a cuore all’opinione pubblica
americana. In questo campo si registra fra il democratico
Barack Obama e il repubblicano John McCain una divergenza
d’opinione che prevedibilmente contrappone le posizioni
progressiste a quelle conservatrici. Da parte democratica
l’accento è sulla necessità di favorire l’accesso
all’istruzione superiore anche alle classi meno abbienti,
mentre il candidato repubblicano considera necessario
ridimensionare il ruolo dello Stato e dei sindacati.
Questi ultimi
rappresentano una categoria, quella degli insegnanti, che
costituisce un serbatoio tradizionale di voti democratici.
Mentre McCain, fedele all’impostazione liberista
tradizionale della sua parte politica (sia pure in grave
crisi con l’emergenza finanziaria, che ha costretto
l’amministrazione di George Bush a un inedito statalismo)
vuole limitare la voce del governo nella scuola, Obama
invoca, altrettanto motivato dal suo retroterra ideologico,
interventi statali per ridurre l’handicap degli studenti
che provengono dagli strati più disagiati della società.
Obama non lesina
le critiche all’amministrazione uscente. “I nostri
ragazzi e il nostro paese”, dice, “non possono
permettersi altri quattro anni di trascuratezza e
indifferenza. In questo momento decisivo della sua storia,
l’America ha di fronte a sé poche sfide così urgenti
come la preparazione dei nostri figli a competere nel mondo
dell’economia globale”. Nel fervore polemico della
campagna elettorale, il candidato democratico accusa
l’avversario di volere stornare fondi dall’istruzione
pubblica. McCain respinge l’accusa definendola “un
attacco disperato”. Vogliamo semplicemente eliminare gli
sprechi, si precisa nel campo repubblicano.
In materia
d’istruzione una sola cosa si salva, a detta del candidato
democratico, negli otto anni della presidenza Bush: le
finalità originarie del piano No child left behind,
il vasto programma che con un sistema d’incentivi e di
sanzioni si proponeva di migliorare il sistema educativo
combattendo la dispersione scolastica. Ma il fatto è,
accusa Obama, che quella finalità è rimasta praticamente
lettera morta, sia perché non sono stati effettivamente
stanziati i fondi promessi, sia perché è stata trascurata
la cosiddetta “istruzione speciale”, necessaria perché
nessun bambino, anche se affetto da problemi
d’apprendimento o disabilità, possa essere “lasciato
indietro”, secondo l’efficace etichetta del programma di
Bush.
Bisogna inoltre,
secondo il senatore dell’Illinois che il partito
democratico ha indicato per la presidenza, migliorare la
condizione economica degli insegnanti, soprattutto premiando
i risultati positivi, investire di più nell’educazione
pre-scolastica e garantire un credito fiscale di quattromila
dollari agli studenti di college che siano disposti a
lavorare un anno nei servizi sociali. Rispetto a queste
esigenze, attacca Obama, il mio avversario è completamente
inadeguato.
Al fuoco di fila
del suo giovane competitore, McCain risponde accusandolo di
non avere alcuna esperienza in materia educativa (il
senatore repubblicano dell’Arizona insiste molto sulla
“inesperienza” di Obama, soprattutto in politica estera,
cercando in questo modo di volgere a suo vantaggio il
fattore, di per sé negativo in termini d’immagine,
dell’età avanzata) e di avere sferrato attacchi privi di
ogni fondamento.
McCain, fa
sapere un portavoce, non ha mai proposto di ridurre i fondi
per le scuole pubbliche, ma solo di combattere gli sprechi.
Vuole anzi premiare con finanziamenti speciali gli istituti
che fanno registrare i rendimenti migliori. Il suo piano per
l’istruzione si basa su tre concetti: eccellenza, scelta,
competizione. Propone di reclutare per l’insegnamento il
personale migliore uscito dall’istruzione superiore, di
dare alle famiglie una maggiore possibilità di scelta fra
le varie scuole, di prevedere incentivi per i docenti
disposti a lavorare in aree disagiate.
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a.v.
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