FOGLIO LAPIS - OTTOBRE 2002

 
 

Un aspetto a volte trascurato nell’organizzazione educativa riguarda una corretta alimentazione, capitolo eminentemente pratico dell’educazione alimentare - L’esperienza della nostra collaboratrice: c’era qualcosa che non andava nell’aspetto di sua figlia, così ha pensato di fare una capatina nella cucina della scuola… - Il problema del controllo, doveroso per dirigenti e genitori, riguarda ovviamente anche le imprese che forniscono agli istituti pasti pronti

 

Fin dal primo casuale e felice incontro con la LAPIS ne ho condiviso  obiettivi  e contenuti decidendo di offrire, se ritenuto utile, il mio contributo, anche se piccolissimo, soprattutto per allargare il dialogo con chi ha a cuore la formazione  degli individui che compongono la società.

La famiglia, la scuola e la società stessa sono unite nell’impegno di offrire ad ogni bambino che nasce le migliori protezioni, le migliori guide, le migliori strutture, le migliori leggi, la migliore istruzione, il migliore ambiente, il migliore governo ........la migliore alimentazione. 

Come genitore mi inserisco nei programmi della LAPIS  per parlare di  migliore  alimentazione  e non a caso l’ho messa in coda nell’elenco. L’ho fatto nella speranza di attirare l’attenzione considerando che si dice che solo la prima e l’ultima parola di un elenco rimangono nella memoria. Non ritengo sia più importante delle altre, anzi ritengo che tutte  le voci e molte  altre ancora concorrono in egual misura a  testimoniare che un paese è in grado di offrire  ai suoi abitanti un buon livello di vita civile e sociale.

Nella veste di  genitore non intendo sostituirmi agli esperti nutrizionisti, specialisti e dietologi ai quali potremmo chiedere prescrizioni e tabelle  riguardanti il fabbisogno  di calorie , di classificazione degli alimenti, di alimenti vietati ,concessi e suggeriti, di combinazioni alimentari, di intolleranze ecc...adatte ad ogni fascia di età al neonato al bambino, all’adolescente, all’adulto e all’anziano. Il mio intento è piuttosto di invitare  “gli esperti” a fare sentire  la loro voce, invitare altri genitori e insegnanti a segnalare esperienze e pareri sull’argomento.

Il mio interesse al cibo credo risalga alla mia  infanzia, anzi dovrei dire il mio disinteresse dal momento che, pur avendo una mamma cuoca  che cucinava con successo per i clienti non riusciva a stimolare il mio appetito. Fu solo con un intelligente e fantasioso lavoro che mi coinvolse pian piano nella preparazione dei pasti per la famiglia, nella coltivazione di alcuni ortaggi e erbe aromatiche sul terrazzo  indirizzandomi con sapiente e amorevole guida  verso i cibi sani e genuini e semplici. Ad ogni “imposizione” mi forniva una spiegazione. Devi mangiare questo perché.... Questo fa bene perché....  Questi insegnamenti mi furono molto utili quando anch’io divenni mamma. Cercai di aggiornarmi su alcuni metodi di cottura più salutari , come la cottura senza grassi aggiunti, cottura  a vapore   interessandomi, ascoltando e leggendo tutto sull’argomento alimentazione.

Nel 1977, durante una  riunione di genitori e insegnanti della scuola frequentata da mia figlia che si  proponeva di verificare se il materiale plastico delle stoviglie utilizzate per servire i pasti  fosse privo di ogni sospetto, era il momento in cui alcune plastiche erano considerate cancerogene, colsi l’occasione per segnalare che avevo notato da qualche tempo una patina bianca sulla lingua di mia figlia. Quella caratteristica patina che indica una digestione difficile è a volte accompagnata anche dall’alito pesante, non era presente negli altri miei figli e questo mi aveva fatto pensare che fosse dovuto a qualcosa che la bimba mangiava a scuola.  Anche altri genitori confermarono la mia segnalazione. Decidemmo in quella stessa riunione di formare un Comitato di controllo della mensa che era preparata nella cucina all’interno della scuola. Naturalmente io mi candidai. Ero già molto presente nell’ambiente scolastico, perché mi ero  offerta volontariamente di aiutare nell’ora dei pasti i ragazzi portatori di handicap, poi mi piaceva collaborare nella preparazione delle feste, insegnavo ai bambini e alle maestre a fare i fiori di carta, per il carnevale, per la festa della mamma, e per il saggio di fine anno.

Quel nuovo compito di controllo mensa si concluse bene e inaspettatamente in fretta. Il primo giorno che in tre genitori entrammo in cucina, nonostante il disappunto della monumentale cuoca, osservammo e rilevammo che sulla fonte di calore stava soffriggendo un bel quantitativo di verdure tritate, le consuete usate come base per il ragù cioè sedano carota e cipolla, e intanto guardavamo le provviste negli scaffali, nel frigorifero, il tempo passava e quelle verdure continuavano a soffriggere. Chiesi alla cuoca quanto tempo restavano a soffriggere. Lei gentilmente rispose: finché non arriva la carne macinata che sarà aggiunta per proseguire la cottura. E quando arriva? Quando il macellaio la consegna. Decidemmo di aspettare, intanto quelle verdure continuavano a soffriggere nell’olio. La cosa mi parve un po’ strana. Io da tempo non usavo più quel sistema considerato indigesto. Finalmente dopo una lunga attesa arrivò il macellaio con  la carne macinata  per il ragù. Appena aperto il grosso involucro si sprigionò un forte ed inconfondibile cattivo odore di fumo e tabacco. Ne era impregnata la carta e anche la carne… Nei successivi sopralluoghi nel negozio del macellaio capimmo il perché. Il fornitore manipolava la carne tenendo la sigaretta costantemente a portata di mano ed entrava anche nella cella frigorifera in sua compagnia, per questo, giorno dopo giorno, in quel negozio tutto era affumicato.

Il soffritto prolungato e l’affumicatura non passarono all’esame e per rimediare la bocciatura si doveva cambiare fornitore e metodo di cottura. Le cose si risolsero facilmente. Il macellaio andò in pensione e chiuse il negozio. L’opulenta cuoca accusò vari disturbi, dovette mettersi a dieta controllata ed accettò di buon grado il cambiamento. I bambini quasi non se ne accorsero, ma la patina bianca sulla loro lingua sparì e la cuoca  perse  15 chili.

Ho raccontato questo episodio per sottolineare la necessità di controllare il cibo che i nostri ragazzi consumano fuori casa ed anche in famiglia, anche se apparentemente non provocano indigestioni o intossicazioni eclatanti, ci potrebbe essere qualche errore nella scelta degli alimenti, nella qualità, nel metodo di cottura, nella scarsa igiene che potrebbe causare danni a lungo termine che il controllo avrebbe potuto prevenire.

E’ proprio di prevenzione che vi vorrei parlare in un  prossimo incontro. La parola prevenzione entra sempre più frequentemente nella nostra vita. Ragionevolmente siamo tutti d’accordo che prevenire il male è meglio che doverlo curare. E’ invece  nella natura dell’uomo provocare danni, poi, a volte troppo tardi, cercare di rimediare. Continuando questo dialogo e trattando capillarmente questo argomento dovrò ricorrere a regole e consigli, senza mai arrivare a comandamenti e divieti ferrei. Il dovere alimentare il nostro corpo dovrà diventare il piacere di alimentarlo bene. Dovremo trasmettere ai nostri ragazzi questo piacere affinché imparino a volersi bene scegliendo  consapevolmente ciò che è piacevolmente utile per la loro crescita fisica e intellettuale. Dedicheremo un po’ più di tempo a fornire ragioni e motivi  per giustificare certi accorgimenti, cercheremo di interessare i ragazzi  alla costruzione intelligente del loro organismo scegliendo insieme i materiali più idonei  affinché il corpo sia  pronto e forte per respingere e vincere  gli attacchi delle malattie. Questo impegno sarà rivolto contemporaneamente controllando i pasti consumati alla mensa scolastica  e ai pasti in famiglia. Sarà importante  prendere visione  del menù settimanale o mensile stabilito a scuola per integrarlo poi a casa. Le mense scolastiche devono avere  precisi requisiti. Cercheremo di scoprirli con sondaggi e controllando se contemplano il rispetto e l’osservanza delle abitudini ed esigenze degli immigrati appartenenti a religioni diverse. Il campo è ampio. C’è spazio per opinioni, esperienze, suggerimenti. Tutto quello che verrà fatto e segnalato sarà utile per aggiungere conoscenza  e perseguire  l’obiettivo di un tangibile miglioramento.

 

 

 

                                                Graziella Cupidi

                                

 

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