Un
metodo innovativo per imparare ad ascoltare e ad
ascoltarsi (http://www.metodo-ritmia.com)
- Ce lo illustra l’ideatrice, Sonia Simonazzi –
Destinato ai bambini fra i tre e i dieci anni, si fonda
sul gioco, sul movimento del corpo e sull’espressione
grafica - Un percorso modulare che parte dall’ascolto
del silenzio per arrivare all’attività di gruppo e alla
conoscenza degli strumenti – I seminari di formazione
per gli insegnanti della scuola materna e
dell’elementare
RITMìA
è una nuova metodologia didattica che intende avvicinare
alla musica i bambini dai tre ai dieci anni. Principali
caratteristiche di questa pratica sono l’introduzione
all’educazione musicale in modo spontaneo e creativo
attraverso il gioco di gruppo, e l’integrazione tra
stimolazione sonora, movimento del corpo ed espressione
grafico-pittorica. Il percorso si è sviluppato
dall’osservazione che, sebbene esistessero diverse
metodologie basate sull’attività motoria e
sull’apprendimento dei primi rudimenti musicali tramite
situazioni ludiche, mancava un’attività che integrasse in
modo efficace la stimolazione sonora con il movimento del
corpo, dando il giusto valore all’uso spontaneo che il
bambino fa di questi due elementi.
A
seconda dei movimenti che i bambini eseguono durante il
gioco derivano particolari sensazioni che possono acquisire
un valore simbolico: correre in punta di piedi con le
braccia aperte suggerisce l’imitazione del volo, mentre
camminare a quattro zampe sottintende significati
completamente diversi. Per comunicare le loro emozioni i
piccoli tendono a identificarsi con varie immagini, ad
esempio un leone per esprimere aggressività, o una farfalla
per indicare fragilità e leggerezza. I suoni del respiro e
della voce, i rumori creati dal corpo che si muove e dalla
manipolazione degli oggetti accentuano l’immedesimazione
nei simboli rappresentati e diventano prolungamenti di se
stessi nello spazio. Attraverso l’insieme di gesti e suoni
i bambini raggiungono il mondo esterno, creando stati
emotivi che comportano reazioni corporali toniche o motorie.
Il
percorso di RITMìA prevede che i piccoli scoprano gli
strumenti musicali durante il gioco e inizino a manipolare
il suono dando a questi elementi lo stesso valore simbolico
che attribuiscono spontaneamente ai loro gesti. In questo
modo il battere ritmico di un tamburo non sarà più una
successione di colpi ripetuti automaticamente ma diventerà
un accompagnamento a particolari movimenti, sottolineando e
rafforzando sensazioni e immagini. I bambini vengono
invitati a discriminare sonorità deboli o forti, acute o
gravi, lente o veloci, imparando a combinare il materiale
sonoro per creare piccole composizioni estemporanee da
proporre agli altri e a cui dare un significato.
Sperimentando movimenti e suoni possono esprimersi
attraverso le sonorità che più gli appartengono, invitare
il resto del gruppo a viverle nel gioco, accompagnare e
mettere in pratica le proposte dei compagni. Il suono
diventa così un linguaggio comune che ha il potere di
suscitare sensazioni e reazioni. È facilmente riscontrabile
come bambini di lingue e culture differenti scelgano senza
esitazione gli stessi strumenti per rappresentare, ad
esempio, un’immagine di forza e vigore, privilegiando il
tamburo o il flauto piuttosto che un sonaglio. Infine,
trasformare suoni e gesti in disegni permette di fissare
sulla carta le sensazioni emerse durante il gioco, e allo
stesso tempo costituisce una prima forma di notazione
musicale non convenzionale.
Una
particolarità di questa metodologia è l’impiego di pochi
strumenti musicali facili da reperire e da usare (tamburo,
flauto dolce, sonagli, ecc.) che in base alle loro
caratteristiche timbriche possono mettere in vibrazione
determinate zone del corpo e indurre posture, gesti e
sensazioni specifiche.
Il
tamburo viene usato per stimolare le parti inferiori del
corpo e per sentirsi radicati alla terra. Il suo timbro
esprime forza e aiuta a vivere il vigore dell’azione.
I
flauti servono per lavorare sulla parte alta del corpo, per
enfatizzare il movimento delle braccia e del capo. La loro
tessitura acuta e il timbro penetrante portano a vivere
situazioni attivanti legate alla leggerezza e a dimensioni
aeree.
I
sonagli, in particolare quelli ricavati da zucche essiccate,
con il loro suono simile al rumore dell’acqua servono ad
accompagnare gli stati di rilassamento.
La
voce e il soffio del respiro, con le loro infinite
sfumature, possono sottolineare qualsiasi movimento.
Un’altra
importante caratteristica di RITMìA è l’introduzione
“all’ascolto del silenzio” come momento di
autocontrollo e concentrazione, nonché come un mezzo per
enfatizzare le sensazioni indotte dalla stimolazione sonora.
Completando la pratica con l’esecuzione di posizioni
tratte anche da antiche discipline come lo yoga si permette
ai bambini di avvicinarsi
in modo graduale all’ascolto del proprio respiro e a stati
di rilassamento.
Il
percorso formativo è strutturato in vari moduli ideati
sulla base dei programmi ministeriali di educazione musicale
per la scuola dell’infanzia ed elementare. Ogni modulo,
che prevede sia laboratori per i bambini sia corsi di
formazione per gli insegnanti, sviluppa un tema specifico e
tocca trasversalmente vari argomenti, offrendo una proposta
completa che può essere circoscritta in un numero limitato
di lezioni oppure svilupparsi in successivi livelli di
approfondimento.
PROSPETTO DEI MODULI
Primo modulo: Ascoltare il silenzio
Il
silenzio sembra essere uguale in tutte le tradizioni: un
momento di ascolto e riflessione dove ogni suono che si
conclude trova un contrasto che ne evidenzia il ricordo e
dove le emozioni appaiono ancora più manifeste. In realtà,
percepire il silenzio in un laboratorio musicale significa
scoprire che attraverso ogni espressione sonora si possono
comunicare infinite sensazioni ed emozioni. Ne consegue che
ciascun silenzio può assumere caratteristiche diverse a
seconda delle sonorità che lo precedono e lo seguono.
Alternando attimi di immobilità/silenzio con movimenti,
canti e musiche creati dai bambini stessi, i vari silenzi
diventano un mezzo per imparare ad ascoltarsi, ascoltare,
concentrarsi, rilassarsi, in un contesto dove non occorre
parlare la stessa lingua per comunicare con gli altri.
Secondo modulo: Suoni di tutti i colori
Interagire
con gli strumenti musicali, con oggetti di uso comune e con
materiali di ogni tipo attraverso gesti e incastri ritmici
sempre più complessi. Il gruppo diventa “un’orchestra
in movimento” dove i suoni che i singoli imparano a
eseguire si intrecciano con quelli dei compagni per creare
particolari effetti timbrici, strutture ritmiche,
combinazioni armoniche. Un’esperienza musicale che si
costruisce insieme, rispettando il proprio turno
d’intervento, osservando le proposte degli altri,
ascoltando e discriminando le varie suggestioni sonore che
l’intero gruppo riesce a creare.
Terzo modulo: Tra vocali, consonanti, parole
In
questo percorso si inizia a prendere coscienza dei suoni del
respiro e della propria voce e ad acquisirne il controllo.
Sonorità dai colori più svariati diventano uno strumento
eclettico con cui accompagnarsi nel gioco. Ciascuno impara
ad ascoltarsi intimamente ricercando svariate sensazioni
nella percezione del movimento all’interno del proprio
corpo, e a confrontarsi con gli altri creando atmosfere
rilassanti o di attivazione. Il gruppo viene guidato a
combinare in modo creativo vocali e consonanti per dare vita
a filastrocche, successioni ritmiche e melodiche con o senza
parole, armonie da recitare, cantare, sussurrare a più
voci.
Quarto modulo: 1001 strumenti... e tanta musica
Il
percorso presenta in modo giocoso gli strumenti
dell’orchestra e altri strumenti tratti da varie
tradizioni, a partire dal Medioevo fino ai giorni nostri.
Attraverso una serie di storie insolite e originali vengono
illustrati i vari strumenti. Si raccontano le loro origini,
la loro evoluzione nei secoli, e soprattutto si ascoltano in
modo creativo le musiche che li vedono protagonisti
(compresi brani solitamente considerati difficili da
ascoltare). Alcuni strumenti vengono presentati dal vivo con
giochi di gruppo per percepirne meglio la forma, la
tessitura sonora, il modo in cui viene prodotto il suono.
Quinto modulo: “Formiamo un gruppo!”
Approfondimento
della pratica del flauto dolce e della musica d’insieme
attraverso una metodologia innovativa. Nel corso della
lezione tutti i bambini della classe vengono coinvolti a
piccoli gruppi in un’attività che propone la lettura e
l’esecuzione di brevi composizioni di difficoltà
progressive, dove il flauto viene accompagnato da altri
strumenti. Gli allievi in attesa del loro turno, o quelli
che si riuniscono al resto della classe dopo aver lavorato
con l’esperto, continuano la pratica di approfondimento
musicale con l’insegnante di base. Questa scelta
metodologica consente un approccio approfondito al fare
musica, accostando i bambini a percorsi più professionali
di esecuzione con gli altri. Permette inoltre di aiutare i
soggetti con maggiori difficoltà, e favorisce la
partecipazione attiva degli insegnanti nella gestione della
pratica creando un percorso formativo più efficace anche
per i docenti. A questo scopo si propongono periodicamente
agli insegnanti schede operative da sottoporre ai bambini e
da utilizzare come spunto per l’organizzazione
dell’attività di classe. Questi originali supporti
didattici sono stati elaborati per essere facilmente
compresi e apprezzati dai bambini, avvicinandoli alla
lettura e alla scrittura della musica in modo più
immediato.
FORMAZIONE PER INSEGNANTI
I
seminari di formazione di RITMìA rivolti agli insegnanti
della scuola materna ed elementare hanno la stessa struttura
modulare dei laboratori per i bambini e trattano gli stessi
argomenti.
Ciascun modulo presenta le seguenti fasi:
•
Introduzione delle tematiche del percorso scelto.
•
Proposte ludiche relative all’argomento.
•
Spiegazione metodologica e individuazione degli obbiettivi
didattici.
I
corsi di formazione propongono soluzioni di
partenariato fra esperto e insegnanti che partecipano al
corso, in modo da affiancare gli stessi nella progettazione,
nella conduzione, nella verifica del lavoro svolto con i
bambini.
Sonia Simonazzi
Bibliografia
Aucouturier
B., Lapierre A., Fantasmatica corporale e pratica
psicomotoria, trad. it., Milano, Sperling & Kupfer
1984
Aucouturier
B., Lapierre A., La simbologia del movimento, trad.
it., Cremona, Edipsicologiche s.d.
Bonora
Anna M., Un laboratorio vocale: gli spazi della voce,
Da: Une voie européenne pour la formation, T.E.A.T.R.E
2001
Fraisse
P. La psicologia del ritmo, trad. it., Roma, Armando
Editore 1979
Galimberti U., Il corpo, Milano,
Feltrinelli 1983
Romano
C., Corpo itinerario possibile, Teramo, Giunti e
Lisciani Editori 1988
Sansuini
S., Pedagogia della musica, Milano, Feltrinelli 1978
Simonazzi
S., Bambini in Musica. Suoni, gesti, giochi. Milano,
Ludi Sounds 1997
Simonazzi S., Dire, fare, suonare,
Torino, Elledici 2000
Simonazzi S., Quando
la musica diventa gioco, Comune di Piacenza Servizi Alla
Formazione, 2002
Sonia
Simonazzi è l’ideatrice di “RITMìA”. Musicista,
diplomata in fagotto, alterna l’attività concertistica
alla ricerca e la sperimentazione di nuove tecniche per
avvicinare i bambini alla musica. Specializzata in fagotto
barocco, integra la passione per la musica antica
all’interesse per l’etnomusicologia. Da anni si dedica
all’approfondimento di tecniche yoga e respiratorie che
applica nella sua pratica di didattica della musica. Tiene
corsi di aggiornamento per insegnanti e laboratori per
bambini. È autrice di vari testi di didattica musicale.
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