FOGLIO LAPIS - OTTOBRE 2002

 
 

Un metodo innovativo per imparare ad ascoltare e ad ascoltarsi (http://www.metodo-ritmia.com) - Ce lo illustra l’ideatrice, Sonia Simonazzi – Destinato ai bambini fra i tre e i dieci anni, si fonda sul gioco, sul movimento del corpo e sull’espressione grafica - Un percorso modulare che parte dall’ascolto del silenzio per arrivare all’attività di gruppo e alla conoscenza degli strumenti – I seminari di formazione per gli insegnanti della scuola materna e dell’elementare

 

RITMìA è una nuova metodologia didattica che intende avvicinare alla musica i bambini dai tre ai dieci anni. Principali caratteristiche di questa pratica sono l’introduzione all’educazione musicale in modo spontaneo e creativo attraverso il gioco di gruppo, e l’integrazione tra stimolazione sonora, movimento del corpo ed espressione grafico-pittorica. Il percorso si è sviluppato dall’osservazione che, sebbene esistessero diverse metodologie basate sull’attività motoria e sull’apprendimento dei primi rudimenti musicali tramite situazioni ludiche, mancava un’attività che integrasse in modo efficace la stimolazione sonora con il movimento del corpo, dando il giusto valore all’uso spontaneo che il bambino fa di questi due elementi.

A seconda dei movimenti che i bambini eseguono durante il gioco derivano particolari sensazioni che possono acquisire un valore simbolico: correre in punta di piedi con le braccia aperte suggerisce l’imitazione del volo, mentre camminare a quattro zampe sottintende significati completamente diversi. Per comunicare le loro emozioni i piccoli tendono a identificarsi con varie immagini, ad esempio un leone per esprimere aggressività, o una farfalla per indicare fragilità e leggerezza. I suoni del respiro e della voce, i rumori creati dal corpo che si muove e dalla manipolazione degli oggetti accentuano l’immedesimazione nei simboli rappresentati e diventano prolungamenti di se stessi nello spazio. Attraverso l’insieme di gesti e suoni i bambini raggiungono il mondo esterno, creando stati emotivi che comportano reazioni corporali toniche o motorie.

Il percorso di RITMìA prevede che i piccoli scoprano gli strumenti musicali durante il gioco e inizino a manipolare il suono dando a questi elementi lo stesso valore simbolico che attribuiscono spontaneamente ai loro gesti. In questo modo il battere ritmico di un tamburo non sarà più una successione di colpi ripetuti automaticamente ma diventerà un accompagnamento a particolari movimenti, sottolineando e rafforzando sensazioni e immagini. I bambini vengono invitati a discriminare sonorità deboli o forti, acute o gravi, lente o veloci, imparando a combinare il materiale sonoro per creare piccole composizioni estemporanee da proporre agli altri e a cui dare un significato. Sperimentando movimenti e suoni possono esprimersi attraverso le sonorità che più gli appartengono, invitare il resto del gruppo a viverle nel gioco, accompagnare e mettere in pratica le proposte dei compagni. Il suono diventa così un linguaggio comune che ha il potere di suscitare sensazioni e reazioni. È facilmente riscontrabile come bambini di lingue e culture differenti scelgano senza esitazione gli stessi strumenti per rappresentare, ad esempio, un’immagine di forza e vigore, privilegiando il tamburo o il flauto piuttosto che un sonaglio. Infine, trasformare suoni e gesti in disegni permette di fissare sulla carta le sensazioni emerse durante il gioco, e allo stesso tempo costituisce una prima forma di notazione musicale non convenzionale.

Una particolarità di questa metodologia è l’impiego di pochi strumenti musicali facili da reperire e da usare (tamburo, flauto dolce, sonagli, ecc.) che in base alle loro caratteristiche timbriche possono mettere in vibrazione determinate zone del corpo e indurre posture, gesti e sensazioni specifiche.

Il tamburo viene usato per stimolare le parti inferiori del corpo e per sentirsi radicati alla terra. Il suo timbro esprime forza e aiuta a vivere il vigore dell’azione.

I flauti servono per lavorare sulla parte alta del corpo, per enfatizzare il movimento delle braccia e del capo. La loro tessitura acuta e il timbro penetrante portano a vivere situazioni attivanti legate alla leggerezza e a dimensioni aeree.

I sonagli, in particolare quelli ricavati da zucche essiccate, con il loro suono simile al rumore dell’acqua servono ad accompagnare gli stati di rilassamento.

La voce e il soffio del respiro, con le loro infinite sfumature, possono sottolineare qualsiasi movimento.

Un’altra importante caratteristica di RITMìA è l’introduzione “all’ascolto del silenzio” come momento di autocontrollo e concentrazione, nonché come un mezzo per enfatizzare le sensazioni indotte dalla stimolazione sonora. Completando la pratica con l’esecuzione di posizioni tratte anche da antiche discipline come lo yoga si permette ai bambini di  avvicinarsi in modo graduale all’ascolto del proprio respiro e a stati di rilassamento.

Il percorso formativo è strutturato in vari moduli ideati sulla base dei programmi ministeriali di educazione musicale per la scuola dell’infanzia ed elementare. Ogni modulo, che prevede sia laboratori per i bambini sia corsi di formazione per gli insegnanti, sviluppa un tema specifico e tocca trasversalmente vari argomenti, offrendo una proposta completa che può essere circoscritta in un numero limitato di lezioni oppure svilupparsi in successivi livelli di approfondimento.

 

     PROSPETTO DEI MODULI

 

     Primo modulo: Ascoltare il silenzio

 

Il silenzio sembra essere uguale in tutte le tradizioni: un momento di ascolto e riflessione dove ogni suono che si conclude trova un contrasto che ne evidenzia il ricordo e dove le emozioni appaiono ancora più manifeste. In realtà, percepire il silenzio in un laboratorio musicale significa scoprire che attraverso ogni espressione sonora si possono comunicare infinite sensazioni ed emozioni. Ne consegue che ciascun silenzio può assumere caratteristiche diverse a seconda delle sonorità che lo precedono e lo seguono. Alternando attimi di immobilità/silenzio con movimenti, canti e musiche creati dai bambini stessi, i vari silenzi diventano un mezzo per imparare ad ascoltarsi, ascoltare, concentrarsi, rilassarsi, in un contesto dove non occorre parlare la stessa lingua per comunicare con gli altri.

 

     Secondo modulo:  Suoni di tutti i colori

 

Interagire con gli strumenti musicali, con oggetti di uso comune e con materiali di ogni tipo attraverso gesti e incastri ritmici sempre più complessi. Il gruppo diventa “un’orchestra in movimento” dove i suoni che i singoli imparano a eseguire si intrecciano con quelli dei compagni per creare particolari effetti timbrici, strutture ritmiche, combinazioni armoniche. Un’esperienza musicale che si costruisce insieme, rispettando il proprio turno d’intervento, osservando le proposte degli altri, ascoltando e discriminando le varie suggestioni sonore che l’intero gruppo riesce a creare.

 

     Terzo modulo:  Tra vocali, consonanti, parole

 

In questo percorso si inizia a prendere coscienza dei suoni del respiro e della propria voce e ad acquisirne il controllo. Sonorità dai colori più svariati diventano uno strumento eclettico con cui accompagnarsi nel gioco. Ciascuno impara ad ascoltarsi intimamente ricercando svariate sensazioni nella percezione del movimento all’interno del proprio corpo, e a confrontarsi con gli altri creando atmosfere rilassanti o di attivazione. Il gruppo viene guidato a combinare in modo creativo vocali e consonanti per dare vita a filastrocche, successioni ritmiche e melodiche con o senza parole, armonie da recitare, cantare, sussurrare a più voci.

 

     Quarto modulo:  1001 strumenti... e tanta musica

 

Il percorso presenta in modo giocoso gli strumenti dell’orchestra e altri strumenti tratti da varie tradizioni, a partire dal Medioevo fino ai giorni nostri. Attraverso una serie di storie insolite e originali vengono illustrati i vari strumenti. Si raccontano le loro origini, la loro evoluzione nei secoli, e soprattutto si ascoltano in modo creativo le musiche che li vedono protagonisti (compresi brani solitamente considerati difficili da ascoltare). Alcuni strumenti vengono presentati dal vivo con giochi di gruppo per percepirne meglio la forma, la tessitura sonora, il modo in cui viene prodotto il suono.

 

     Quinto modulo: “Formiamo un gruppo!”

        

Approfondimento della pratica del flauto dolce e della musica d’insieme attraverso una metodologia innovativa. Nel corso della lezione tutti i bambini della classe vengono coinvolti a piccoli gruppi in un’attività che propone la lettura e l’esecuzione di brevi composizioni di difficoltà progressive, dove il flauto viene accompagnato da altri strumenti. Gli allievi in attesa del loro turno, o quelli che si riuniscono al resto della classe dopo aver lavorato con l’esperto, continuano la pratica di approfondimento musicale con l’insegnante di base. Questa scelta metodologica consente un approccio approfondito al fare musica, accostando i bambini a percorsi più professionali di esecuzione con gli altri. Permette inoltre di aiutare i soggetti con maggiori difficoltà, e favorisce la partecipazione attiva degli insegnanti nella gestione della pratica creando un percorso formativo più efficace anche per i docenti. A questo scopo si propongono periodicamente agli insegnanti schede operative da sottoporre ai bambini e da utilizzare come spunto per l’organizzazione dell’attività di classe. Questi originali supporti didattici sono stati elaborati per essere facilmente compresi e apprezzati dai bambini, avvicinandoli alla lettura e alla scrittura della musica in modo più immediato.

 

     FORMAZIONE PER INSEGNANTI

 

I seminari di formazione di RITMìA rivolti agli insegnanti della scuola materna ed elementare hanno la stessa struttura modulare dei laboratori per i bambini e trattano gli stessi argomenti.

 

     Ciascun modulo presenta le seguenti fasi:

 

• Introduzione delle tematiche del percorso scelto.

• Proposte ludiche relative all’argomento.

• Spiegazione metodologica e individuazione degli obbiettivi didattici.

 

I corsi di formazione propongono soluzioni di partenariato fra esperto e insegnanti che partecipano al corso, in modo da affiancare gli stessi nella progettazione, nella conduzione, nella verifica del lavoro svolto con i bambini.

 

                                                Sonia Simonazzi

 

Bibliografia

 

Aucouturier B., Lapierre A., Fantasmatica corporale e pratica psicomotoria, trad. it., Milano, Sperling & Kupfer 1984

Aucouturier B., Lapierre A., La simbologia del movimento, trad. it., Cremona, Edipsicologiche s.d.

Bonora Anna M., Un laboratorio vocale: gli spazi della voce, Da: Une voie européenne pour la formation, T.E.A.T.R.E  2001

Fraisse P. La psicologia del ritmo, trad. it., Roma, Armando Editore 1979

Galimberti U., Il corpo, Milano, Feltrinelli 1983

Romano C., Corpo itinerario possibile, Teramo, Giunti e Lisciani Editori 1988

Sansuini S., Pedagogia della musica, Milano, Feltrinelli 1978

Simonazzi S., Bambini in Musica. Suoni, gesti, giochi. Milano, Ludi Sounds 1997

Simonazzi S., Dire, fare, suonare, Torino, Elledici 2000

Simonazzi S., Quando la musica diventa gioco, Comune di Piacenza Servizi Alla Formazione, 2002

 

Sonia Simonazzi è l’ideatrice di “RITMìA”. Musicista, diplomata in fagotto, alterna l’attività concertistica alla ricerca e la sperimentazione di nuove tecniche per avvicinare i bambini alla musica. Specializzata in fagotto barocco, integra la passione per la musica antica all’interesse per l’etnomusicologia. Da anni si dedica all’approfondimento di tecniche yoga e respiratorie che applica nella sua pratica di didattica della musica. Tiene corsi di aggiornamento per insegnanti e laboratori per bambini. È autrice di vari testi di didattica musicale.

                                

 

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