Un
fenomeno in crescita di cui riferisce il quotidiano brasiliano
O Globo. L'origine è poco chiara, ma le dimensioni
attuali discendono evidentemente dall'isolamento sperimentato
durante la pandemia
Li
chiamano Kidults, un termine che dall'intreccio delle parole
inglesi kids e adults estrae il chiaro significato di adulti-bambini.
Affiancano ai modi dell'età avanzata, cui li condanna
l'anagrafe, certi vezzi fanciulleschi che dovrebbero annidarsi
fra i ricordi del passato. Nella più semplice delle
ipotesi collezionano giocattoli: non solo, ma nelle loro
case affollate di trottole, trenini e orsacchiotti passano
il loro tempo libero trastullandosi con gli oggetti sottratti
alla polvere delle soffitte.
Il
fenomeno ha assulto ormai caratteri commerciali, come rifeisce
il quotidiano brasliano O Globo, al punto da alimentare
una lucrosa attività di compra-vendita dalle due
facce. Da una parte negozi di giocattoli usati, dall'altra
bancarelle con bambini che si disfano di loro oggetti. Riemergono
così dal passato anche giocattoli antichi, come i
veicoli di latta che precedettero l'uso industriale della
plastica.
Quella
del collezionismo è un'abitudine saldamente ancorata
nel tempo: ma come si spiega la recente diffusione del fenomeno?
Gli esperti interpellati da O Globo nn hanno dubbi: si tratta
di una delle conseguenze della recente pandemia, più
esattamente dei lungh periodi di isolamento domestico dovuti
ai lockdown, che hanno interessato anche il Brasile Molti
ne hanno approfittato per esplorare cassetti e soffitte,
riportando alla luce quei compagni di vita che sembravano
ormai confinati in un passato più o meno lontano.
E così i ricordi d'infanzia sono tornati prepotentemente
alla ribalta, restituendo valore ai cimeli del tempo che
fu.
r. f. l.
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