FOGLIO LAPIS - MAGGIO 2002

 
 

Laura frequenta la seconda in una scuola media di Arezzo – Nei suoi laboriosi pomeriggi (compiti, ginnastica, teatro, pianoforte) la musica occupa un posto che considera essenziale – Per questo ha voluto scrivere al compositore che più l’affascina, ormai un vecchio amico – Pubblichiamo questa lettera come contributo alla giornata del 31 maggio dedicata alla musica, all’arte e allo sport attraverso l’iniziativa “Il domani è vostro” (www.may31.net)

 

 

 

Caro Amadeus,

comincio questa lettera con una “nota” d’entusiasmo: non capita tutti i giorni di scrivere ad una persona come te! Per prima cosa mi presento: mi chiamo Laura, tra otto giorni compierò dodici anni, prendo lezioni di pianoforte da due e ho intenzione di iscrivermi al Liceo Classico ad indirizzo musicale. Ho già suonato numerosi tuoi preludi e minuetti (impazzendo con le quartine) e la tua musica mi affascina: non so che altro vocabolo usare.

Mi sento cullata da mille braccia dolci, e la melodia mi porta lontano, in regni senza confini, al di là del mondo, tra principi e principesse, magia e castelli, cavalieri e campi, in un viaggio di sogno senza fine: ben oltre il solito salotto col lampadario verde! Ci sono tante note che si mescolano e si tessono con armonia.

Come faceva questo sogno ad uscire così, dalla tua mente, ed a tradursi in tanti segni neri su di un pezzo di carta? Amo la musica istintivamente; quando suono dimentico qualsiasi cosa: ci siamo solo io e il mio sogno, ma se un pensiero forte mi arriva a turbare, l’incanto bruscamente s’interrompe, lasciandomi delusa.

Due anni fa non ero proprio “ai primi passaggi”, perché già da piccola avevo, per un periodo mediamente lungo, preso lezioni da una pianista russa, ma ben presto mi stufai: mentre io cercavo di imparare qualcosa in una sala con lei (a casa sua), in quella vicina la figlia studiava le scale con la tromba, in un’altra il marito si esercitava col clarinetto. La figlia minore studiava l’oboe e contemporaneamente la maggiore il violino (ora è famosissima) …c’era una confusione!!!  Il posto adatto per un masochista nel tentativo di impazzire.

Tu dove ti rifugiavi per suonare o comporre in pace? A proposito di comporre: ti devo confessare che anch’io ho provato a scrivere qualcosa…ma il risultato non è un gran che! Ho molta paura per l’esame di ammissione al liceo musicale!

Vorrei conoscerti meglio e ti assicuro che non credo in quel Mozart pazzo e giocherellone che presentano nel film “Amadeus”! Ho molta stima per te, che forse non sarebbe così alta se non avessi provato a suonare qualcosa di tuo ma solo ad ascoltarlo. Anche se non ti ho mai conosciuto, in verità l’ho fatto, ricevendo con la musica i tuoi dolori, le tue gioie, le tue paure… e riconoscendo anche la tua vita che rimaneva come il “soggetto”: costante, saldo, simile alla parte della mano sinistra che accompagna appunto le gioie, i dolori, le paure della destra meno prudente e più vivace ed accesa. Sarebbe super incontrarti e parlarti ma… ciò non può più accadere se non nella tua musica.

So che suonavi anche il violino... lo preferivi al pianoforte?

Purtroppo molti oggi ignorano la bellezza della musica classica, considerandola “roba antiquata”. Non che io disprezzi la musica pop, rock o hip hop, anche se c’è un forte degrado… insomma sembra che si avvicini il ritorno a quelle percussioni accompagnate da grida e ruggiti tipici dell’uomo di Neanderthal (col dovuto rispetto).

     Al prossimo preludio Amadeus!

                                                            Laura Venturi

 

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