In
una cittadina nei pressi di Washington visitatori da ogni
continente si avvicendano in quello che è considerato
l’istituto elementare più moderno del mondo – Un
progetto fondato sulla naturale attitudine dei bambini per
la tecnica e sulle immense potenzialità
dell’informatica e della telematica – Ma c’è
qualche limite: la biologia e l’educazione sessuale sono
insegnate in modo tradizionale, la teoria evoluzionistica
è ignorata
A
sei o sette anni, talvolta ancora alle prese con qualche
difficoltà di lettura, scaricano agevolmente immagini da
Internet per mettere insieme compiti multimediali. A nove
anni sono già in grado di presentare le loro cognizioni
attraverso spettacoli in video-suono. A dieci anni sanno
montare veri e propri videoclips e brevi filmati, a undici
eccoli attivare una videoconferenza con una classe gemellata
in Irlanda. Tutto questo accade nella scuola elementare di
Mantua nella contea di Fairfax, Virginia, non distante da
Washington. A poche miglia dalla capitale federale
americana, in queste aule l’istruzione primaria ha
decisamente imboccato la strada del futuro. Questa scuola
popolata da oltre 800 alunni divisi nelle sei classi
elementari è letteralmente imbottita di alta tecnologia,
compresi uno studio televisivo semiprofessionale e un centro
per l’insegnamento a distanza.
In
ogni aula ci sono almeno quattro computer, equipaggiati con
sistemi di collegamento velocissimo. Inoltre ogni alunno a
partire dai dieci anni ha un portatile con cui può lavorare
anche a casa. Complessivamente è a disposizione un
apparecchio per ogni 4,2 alunni. Anche ognuno dei
quarantotto insegnanti dispone di computer, e di indirizzo
elettronico per le comunicazioni con la famiglia.
Paradossalmente, ma molto meno di quel che può sembrare a
prima vista, la sola materia che non si insegna nella scuola
di Mantua è informatica: la tecnica del padroneggiare il
computer non è infatti un fine ma un mezzo. I piccoli
imparano a maneggiarlo così come pochi anni prima hanno
imparato a camminare. Tutte le altre materie, con un paio di
eccezioni che vedremo, vengono insegnate e apprese
attraverso la tastiera, il monitor, il modem e la stampante:
con una proiezione quotidiana nell’immenso mondo di
Internet.
Ai
numerosi visitatori che da ogni parte si avvicendano a
visitare l’istituto della Virginia, la direttrice
Jan-Marie Fernandez e gli insegnanti ripetono che la loro
non è una scuola per piccoli geni: la frequentano infatti
alunni del tutto normali, per la maggior parte provenienti
da famiglie di impiegati e funzionari federali. Né è
destinata a sfornare superesperti di informatica: più
semplicemente donne e uomini che nel computer avranno lo
strumento principale di conoscenza, di studio e di
comunicazione. Saranno dunque, fanno notare gli insegnanti,
perfettamente inseriti nella società dell’informazione
che li aspetta: che diventino artigiani, commercianti o
scienziati, il loro rapporto col mondo passerà infatti
attraverso una tastiera e un monitor. Parallelamente, di
questo strumento informatico si sperimentano a Mantua, con
una pervasività senza precedenti, le potenzialità
didattiche.
I
libri di testo non sono scomparsi del tutto, ma
il loro ruolo è ormai secondario. I compiti si fanno sul
computer, le esercitazioni sono interattive e ogni lezione
viene alimentata da materiali scaricati da Internet. Fin
dall’inizio gli insegnanti si sono resi conto che la noia,
il grande nemico tradizionale della scuola, poteva
considerarsi superata. Quando la lezione assomiglia a un
videogioco, i bambini si appassionano facilmente,
addirittura si divertono. I più piccoli vengono
inizialmente aiutati nelle ricerche, ma in poco tempo
imparano a navigare in rete e diventano abilissimi a trovare
tutto quello che gli serve attraverso i portali e i motori
di ricerca. Il loro coinvolgimento attivo nel processo di
apprendimento è considerato a Mantua una preziosa
conquista.
Bisogna
anche dire che l’esperimento non è privo di limiti: ce ne
sono in materia di biologia e di educazione sessuale. Gli
organi scolastici di quella parte d’America sono infatti
dominati da gruppi religiosi tradizionalisti, che hanno
imposto per queste materie un insegnamento assolutamente
conformista. L’educazione sessuale viene impartita come
una volta, con testi scritti e i maschi separati dalle
femmine, mentre le apparecchiature della scuola sono dotate
di filtri che escludono ogni informazione considerata
scabrosa, o ritenuta tale da suscitare premature curiosità
infantili. I rigidi tutori della morale si sono anche
preoccupati, con lo scopo dichiarato di non urtare eventuali
suscettibilità, di mettere al bando ogni accenno alla
teoria evoluzionistica: nella scuola più avanzata del mondo
non c’è posto per Darwin!
Questi
limiti non sono da poco, se si considera che l’ambiente
telematico apre di per sé ampi spazi di libertà, e non
mancano di suscitare polemiche. Così come, in altro ambito,
quella che un’insegnante definisce la “liberazione dalla
grammatica”. I piccoli imparano infatti a scrivere
sorretti dai programmi di correzione automatica, e quando
provano a impugnare una penna sono guai. In pratica
rischiano di non sapere più scrivere a mano, o di farlo con
un sacco di errori. Loro ovviamente non lo considerano un
problema: che m’importa?, dicono i ragazzi, quando mai avrò
bisogno di scrivere a mano? Di fatto, i piccoli della scuola
di Mantua sono in difficoltà perfino di fronte a una
cartolina di Natale: ma il problema è presto risolto, ci
sono programmi anche per le cartoline, con vastissima scelta
di immagini e di frasi impeccabili. E allora, dove sta il
problema? In realtà il problema esiste, ma il discorso
porterebbe lontano, e comunque sia lo riprenderemo.
L’avventura
futuristica di questa scuola cominciò con un disastro
ecologico. Era l’inizio degli anni Novanta e in un
giacimento di petrolio gestito dalla Texaco, una delle
grandi multinazionali dell’energia, si produsse una falla
che provocò gravi danni nella zona di Mantua. Nel quadro
dei risarcimenti alla comunità colpita, la Texaco consegnò
alla scuola elementare un assegno di 600 mila dollari. Una
bella cifra, che fu investita nell’acquisto dei primi
computer e di un apparato televisivo. Negli anni successivi,
con l’aiuto di sponsor e donatori vari, sempre più
disponibili man mano che cresceva la notorietà
dell’iniziativa, l’investimento in
apparecchiature ha superato i tre milioni di dollari.
L’appetito tecnologico era infatti aumentato a dismisura,
l’istituto era stato connesso alle reti più veloci, che a
loro volta richiedevano strumenti sempre più perfezionati.
Sia pure con qualche persistente tabù, quella scuola della
Virginia era diventata il bastione avanzato della modernità..
o.i.
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