FOGLIO LAPIS - GIUGNO - 2023

 

Risulta da un recente sondaggio che più di un quinto dei neolaureati che lavorano nei laboratori scientifici soffrono le conseguenze delle pessime condizioni di lavoro e dell'autoritario sistema accademico. Il ministero federale dell'Istruzione sollecitato a intervenire

 

Non hanno orario di lavoro, spesso sono impegnati fino a tarda sera e nei fine-settimana, nel timore di perdere il posto rinunciano alle vacanze. Così vivono in Germania – ne riferisce ampiamente il settimanale Der Spiegel – i ricercatori freschi di laurea che operano nei laboratori delle università. Hanno contratti di lavoro a termine e nel timore che non vengano rinnovati si sentono costretti ad accettare questa situazione. Il risultato, secondo quanto rivela un recente sondaggio, è un diffusissima vulnerabilità psichica.

Oltre il venti per cento del campione coinvolto nell'indagine rivela i sintomi di una depressione grave o quasi grave, un dato tre volte superiore a quello medio che si registra nell'insieme delle corrispondenti classi di età. Il problema è particolarmente grave per chi ha figli, condizione che riguarda il 27 per cento dei ricercatori interpellati. Si tratta prevalentemente di giovani donne che subiscono un doppio stress particolarmente intenso, che inevitabilmente le porta all'isolamento sociale.

Der Spiegel riferisce di una lettera che a questo proposito i ministri dell'Istruzione dei vari Länder tedeschi e membri della conferenza dei rettori delle università hanno inviato alla responsabile federale del sistema educativo, la ministra Bettina Stark-Watzinger. Vi si chiedono misure urgenti per correggere gli abusi di potere che contraddistinguono la vita negli istituti di istruzione superiore e tutte le loro conseguenze. Come le snervanti condizioni di lavoro dei collaboratori scientifici a tempo determinato, la loro limitatissima capacità di decisione, il carico di impegni, le scarse remunerazioni e la spadsa di Damocle delle scadenze contrattuali non sempre rinnovabili.

Nella lettera si definisce il sistema scientifico tedesco come un vero e proprio “invito agli abusi di autorità”, abusi che non di rado comprendono le molestie sessuali. I firmatari cercano anche di analizzare le cause di questi fenomeni: ravvisandole in un miscuglio di normativa dei funzionari pubblici, una tradizione culturale che esalta l'autorità professorale (i baroni dell'università, come si direbbe in Italia), la consuetudine del contratto a tempo, precario e malpagato. In poche parole, “il problema è nel sistema”.

Dunque o si cambia il sistema, orientandolo verso una maggiore sensibilità alle esigenze dei giovani ricercatori, per esempio allungando o meglio ancora, se fosse possibile, eliminando i termini temporali dei contratti, oppure il problema continuerà a rendere difficili, quando non insoppportabili, i primi passi dei giovani scienziati nella carriera accademica.

                                                                      f. s.         

 

 


                                           

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