Qui
si parla di esodo e di piaghe d'Egitto, così attuali!
Ma anche di specialisti che offrono pareri estremamente
discordanti: ma la scienza, non dovrebbe portare a risultati
inattaccabili e condivisi? Si parla anche della botteguccia
nella quale Gianni Rodari avrebbe voluto vendere la speranza

Venezia, “l’uscita
dal Ghetto”
Un’astrana Pasqua!
- Astrana perché dipende dagli astri?
-… Dipende!
- Porto via tutto e le navi attraccano meglio.
EX LIBRIS
Ogni
primavera gli ebrei celebrano una cena – mettono in
scena – il ricordo di una terribile emergenza. Quest’anno
è stata la sera dell’8 aprile. Raccontano l’esodo,
la fuga dall’Egitto. È una storia di terribili
pestilenze, di ribellione all’arroganza del potere,
di schiavi in fuga, di emigranti costretti a far fagotto
in fretta e furia, tanto da non avere il tempo di lasciar
lievitare il pane prima di cuocerlo. La raccontano seguendo
un canovaccio di tela grossolana, un “Seder”,
un ordito prestabilito da secoli. Ma nei commenti dei commensali
ogni volta c’è qualcosa di nuovo, di diverso,
un accenno all’attualità. Quest’anno
l’hanno fatto “da remoto”, restando ciascuno
a casa propria. I convenuti sono stati costretti a riunirsi
via internet con Skype o con Zoom… “Interneti”,
come si dice in lingua aretina. Nell’antico racconto
non mancano certo ricami suggestivi, evocazioni, associazioni
d’idee, avvertimenti per l’anno Covid-19. Tremenda
l’insistenza sulle piaghe con cui Dio colpisce l’Egitto
perché il Faraone si ostina a non permettere che
se ne vadano liberi i suoi redditizi schiavi. Il testo martella
impietosamente, più volte sull’elenco delle
piaghe e su ciascuna di esse: Sangue, Rane, Bestie selvatiche,
Peste degli animali, Ulcere, Grandine, Cavallette, Oscurità,
e infine la più tremenda di tutte: la Morte dei primogeniti.
Una sfilza di catastrofi ambientali e… pidemiche!
C’è chi si sbizzarrisce, arrampicandosi sugli
specchi, per cercare di ricollegare ciascuna delle piaghe
a una malattia riconoscibile dalla medicina moderna. Tra
i più recenti l’articolo pubblicato dalla rivista
medica “Caduceus” – “Caducità“
? – dall’epidemiologo americano John Mart. L’ipotesi
è una concatenazione di eventi che si avvitano: un’invasione
di alghe che colorano di rosso le acque e le saturano di
tossine, la conseguente moria di pesci e rane, le seguente
anomala proliferazione di insetti portatori di batteri e
virus, il contagio che colpisce il bestiame, poi si estende
agli uomini, le tempeste di sabbia e grandine, che costringono
a cumulare le messi grandìne ancora zuppe nei granai;
infine, le micidiale tossine che prendono alla gola e i
funghi che il frettoloso immagazzinamento sviluppa. E’
questa l’origine della moria dei privilegiati, dei
“primogeniti”, figlio del Faraone compreso,
mentre vengono risparmiati i poveracci, cioè gli
schiavi ebrei? Diversi altri studiosi hanno tirato in ballo
la rottura degli equilibri ecologici, i mutamenti climatici,
il non casuale affastellarsi di catastrofi naturali e catastrofi
pandemiche… Scettici su simili tentativi di spiegazione
“scientifica”? Ma non abbiamo sentito-dissentito,
da parte di molti scienziati coi fiocchi dire di tutto e
il contrario di tutto sul “Coronavirus”? Abbiamo
risposte più plausibili sul perché qualcuno
(individui, zone, Paesi interi) viene colpito di più
e altri sembrano cavarsela? Ancora più suggestiva
è una lettura della storia delle piaghe come monito
sull’inadeguatezza dei governanti e l’arroganza
dei Paesi che si ritengono invulnerabili. Il Faraone è
accecato perché lui “domina il Nilo”,
l’Egitto è prospero e forte, è la Superpotenza
assoluta, ha eserciti e scorte. Eppure esce in ginocchio,
come gli altri…
Su che cosa ti “eserciti”?
chiedono a scuola.
Quest’anno
si contano cento anni dalla nascita di Gianni Rodari. Una
vera rinascita…
La Pasqua è una ricorrenza soprattutto
per bambini? iniziata con una serie di domande, di “ipotesi
fantastiche”, la cui lettura può essere affidata
alla più giovane della compagnia?
Infantili
sono anche molte delle canzoni che accompagnano la celebrazione,
come la filastrocca del capretto resa famosa da Angelo Branduardi
“Alla Fiera dell’Est”: una magnifica allegoria
della circolarità e interdipendenza delle vicende
del mondo riassumibile fra sé e sé nella frase
“Tutti gli usi della parola a tutti. Non perché
tutti siano artisti. Ma perché nessuno sia schiavo”.
Se io avessi
una botteguccia fatta di una
sola stanza vorrei metterci
a vendere sai cosa? La
speranza. “Speranza a
buon mercato!” Per un
soldo ne darei ad un solo
cliente quanto ne basta per
sei. E alla povera gente che
non ha da campare darei
tutta la mia speranza senza
fargliela pagare.
(Gianni Rodari)
Filippo Nibbi
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