Scelte politiche e ristrettezze di bilancio hanno fortemente ridotto lo spazio che una volta veniva riservato all'educazione artistica e musicale nelle scuole primarie californiane – Ma qualcosa sta cambiando, il quotidiano Los Angeles Times illustra l'iniziativa, in corso da alcuni anni a San Diego, volta a garantire a tutti un accesso precoce alla musica
É davvero un peccato, scrive il Los Angeles Times, che nelle scuole della California l'educazione artistica, in particolare quella musicale, non abbia più il ruolo non così marginale che ebbe in passato. Non soltanto perché questa mancanza priva i piccoli alunni di un'esperienza apprezzatissima da molti di loro, ma anche perché impedisce che molti potenziali talenti emergano alla superficie: questa emersione può infatti essere determinata proprio da un'esposizione precoce alle gioie della musica. Fortunatamente c'è qualcuno che cerca di correre ai ripari colmando quella inaccettabile lacuna. Il quotidiano californiano riferisce sull'iniziativa, in corso ormai da una decina d'anni, attuata da un'istituzione culturale di prestigio come la San Diego Youth Symphony and Conservatory.
Si tratta di un programma realizzato grazie a un accordo di partenariato con il distretto scolastico di Chula Vista, nell'area metropolitana di San Diego (siamo all'estremo sud della California, a pochi chilometri dalla frontiera messicana), al quale fanno capo quarantasei scuole primarie. La reintroduzione dei corsi di musica ha fatto sì che molti giovani usciti da queste scuole hanno successivamente proseguito gli studi al conservatorio: cosa che probabilmente non sarebbe accaduta se non fossero stati stimolati dai primi rudimenti musicali e dall'attitudine all'esecuzione vocale o strumentale sperimentati sui banchi di scuola.
Il SDYS è un istituto d'istruzione musicale di altissimo livello, che fino a qualche tempo fa accettava soltanto studenti in grado di dimostrare elevati standard di preparazione e di perizia esecutiva. Ma oggi l'accesso è molto più inclusivo, e infatti sono stati formati ensembles e orchestre di ogni livello, dai bambini di sette anni fino ai musicisti ormai pre-professionali di venticinque. Inoltre è stato sviluppato un programma per i piccolissimi in età prescolare che si chiama CHIMES, un acronimo che corrisponde al termine inglese per rintocchi, o melodie, o carillon, formato dalle parole Childhood Introduction to Music Education with Smiles che ne spiegano la strategia: introdurre i bambini all'educazione musicale attraverso il sorriso. Si basa sulla musica come gioco: infatti è proprio giocando che i bambini si familiarizzano facilmente con il ritmo, il canto, gli strumenti.
É previsto il pagamento di un contributo, il cui ammontare il Times definisce ragionevole. Ma poiché si vuole che tutta, proprio tutta, la popolazione scolastica e prescolastica possa usufruire dell'iniziativa, per quelle famiglie che non potrebbero permettersi la spesa è previsto un aiuto finanziario alimentato da donazioni private. In particolare il SDYS si produce in operazioni di fund raising tipicamente americane, per esempio attraverso l'annuale gala denominato Encore! (bis!), durante il quale vengono offerti agli ospiti non soltanto vini di pregio e piatti di alta cucina ma anche le perfette esecuzioni di brani di musica classica da parte dei suoi efficientissimi ensembles.
l. v.
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