Il regolamento GDPR, entrato in vigore lo scorso 25 maggio, introduce negli stati membri dell'Unione Europea un efficace sistema di tutela della privacy dalle ingerenze rese possibili dalle tecnologie digitali – Si tratta di un meccanismo volto alla protezione dei dati, finora resi disponibili col tacito e distratto assenso degli utenti della rete – D'ora in avanti i dati sensibili avranno una scadenza e sarà possibile cancellarli
Nell’epoca della digitalizzazione e dell’ informatizzazione, quando la maggior parte delle relazioni non solo interpersonali, ma anche e soprattutto economiche e finanziarie avviene tramite web, i dati personali di tutti i cittadini e consumatori sono messi a disposizione di chiunque possa trattarli per i più disparati scopi, che siano pubblicitari, genericamente commerciali o anche semplicemente informativi.
Le tecnologie digitali hanno sensibilmente mutato le nostre libertà e la struttura sociale. I big tech detengono ormai un potere smisurato, capace di orientare le scelte dei cittadini.
Sulla base di quei dati personali sono state studiate le abitudini dei consumatori e tarate le proposte di servizi ed offerte commerciali. Impossibile esercitare direttamente un controllo su tutte queste informazioni, distrattamente rilasciate ad aziende, pubbliche amministrazioni, fornitori di servizi, che abbiamo spesso inconsapevolmente noi stessi autorizzato a trattare. Si rende, pertanto, più che mai necessario un controllo e attesa una regolamentazione del loro utilizzo, paventata invece dalle aziende interessate.
La protezione dei dati è lo strumento che, più di ogni altro, può consentire di governare questo cambiamento sociale promuovendo diritti e libertà, mettendo al centro non gli interessi ma la persona.
Il 25 maggio 2018 è entrato in vigore in tutti gli Stati dell’Unione Europea il Regolamento UE 2016/679, noto come GDPR (General Data Protection Regulation): un grande cambiamento a tutela della privacy.
Il GDPR interviene a cambiare e rendere più severe le regole in materia di informativa e consenso. Innanzitutto i dati sensibili avranno una scadenza, cioè saranno disponibili per un tempo limitato e stabilito, poi le aziende dovranno specificare l’uso che intendono farne, chiedendo specifici consensi per ogni attività di trattamento. Particolare attenzione è rivolta all’accountability, ossia la funzione di responsabilità attribuita al titolare del trattamento di esplicitare le misure tecniche ed organizzative adottate in grado di dimostrare e garantire che esse siano conformi al GDRP. Ogni cittadino potrà chiedere alle società precisazioni sui dati forniti e su come sono stati acquisiti, potrà domandarne in qualunque momento la cancellazione e la limitazione di trattamento. Inoltre, una delle novità più rilevanti è che per richiedere informazioni personali le aziende dovranno utilizzare un linguaggio semplice e chiaro, senza impiegare termini tecnici o giuridici né caratteri troppo piccoli da non potere essere letti. Ancora, l’azienda o l’ente sarà tenuto a conservare i nostri dati con cura e sarà responsabile di ogni loro utilizzo. Importante diritto riconosciuto è quello all’oblio, la possibilità, cioè, di chiedere di essere cancellati dalle notizie e dai motori di ricerca qualora siano venute meno le condizioni che hanno giustificato la loro diffusione. Pesanti sanzioni sono previste per i trasgressori.
Un grande passo avanti, una vera e propria rivincita per il comune cittadino che potrà riappropriarsi della propria identità, perché nella società dell’apparire e della connettività complessa nessun interesse viene prima del diritto di ciascuno a tutelare se stesso e la propria riservatezza.
Marica Biglieri - Clemente Porreca
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