La
misteriosa origine di quei “festosi accattoni” che da
sempre consideriamo i nostri migliori amici - Questo
rapporto andrebbe chiarito partendo da un punto
fondamentale: chi sceglie chi? - Altra questione: chi
viene trattato come un cane oggi, nell'Europa degli
egoismi nazionali e delle nuove barriere? - Intanto si
vanno facendo ricerche interessanti sulla comunicazione
fra i lupi, i presunti antenati
- 1-
What’s up? (Cosa c’è di nuovo?)
-
2- Whatsapp
(application)
Il
passaggio dalla frase idiomatica, molto colloquiale, al nome
dato all’applicazione, è geniale!
Mi
dicono da Londra:
«Prima
che inventasse l’agricoltura, prima che stabilisse una
dimora permanente, prima che cominciasse a tenere con sé i
gatti, l’uomo si accompagnava al cane, o, a seconda di
come si vuole vedere il rapporto, “e
il cane incontrò l’uomo”. Ora gli scienziati
vogliono vedere con esattezza quando e dove sia nato questo
legame. E da un nuovo studio condotto all’università di
Oxford e con collaboratori di tutto il mondo, potrebbe
presto emergere qualche risposta».
Riguardo
all’origine del cane, gli scienziati hanno un’idea
generale: concordano sul fatto che si sia evoluto dagli
antenati del lupo. Secondo l’opinione scientifica
prevalente tuttavia oggi questa teoria non è accettabile. I
lupi, anche se cuccioli, sono difficilmente addomesticabili,
e per questo molti ricercatori ritengono assai più
plausibile che i cani si siano, per così dire, “inventati
da soli”…
- Per rompere la solitudine dell’uomo?
Immaginate
che tanto tempo fa qualche esemplare di cane meno timido di
quelli presenti ancora oggi nelle giungle asiatiche abbia
iniziato ad avvicinarsi ai cacciatori nomadi, già da 30
mila anni fa, sino a trasformarsi, hanno
dopo hanno, in quel festoso accattone che oggi
consideriamo il migliore amico dell’uomo. Già 14 mila
anni fa infatti i cani venivano seppelliti, in alcuni casi
addirittura accanto all’amico. Come in Turchia.
«C’è
da scriverci un romanzo!», dice Orhan Pamuk, a viva voce,
tramite Whatsapp. E aggiunge: «I romanzieri devono essere
persone “possedute”, come il cane per l’uomo».
- I cani sono “persone”?...
Secondo
molte persone è proprio così! Penso a Diana Withmore, che
ha creato a Londra un centro molto attivo sia nella
formazione dei counselor
che in vari campi del sociale; penso a Tom Yeomans, che ha
svolto un lavoro pionieristico in Russia e in altri paesi
coi cani da slitta. Penso a Giovanna De Carli: alla sua
“Elsa”, “un cane che rideva”…
- Ma questo cane ride!
Esclamò
stupita una signora di Milano.
Penso
a tante persone sole che vanno al canile comunale anche per
scegliersi un amico.
Credo
che presto qualcuno, tornando a casa col cane che l’ha
scelto, riuscirà a stabilire il tempo e il luogo in cui
la forza della mandibola di un lupo iniziò a cedere il
passo alla persuasione prodotta dal naso di un cane che ci
sfiora la pelle.
La
poesia
- Sono
andata al canile per prendere un cane
- ho
guardato decine di occhi supplicanti
- ho
ascoltato le loro paure e i loro pianti.
- Avrei
voluto scusarmi, spiegarmi, parlare,
- ho
provato, per gentilezza, ad abbaiare.
- Ma
non c’era niente da capire:
- in
tutte le lingue della vita
- dietro
a una porta chiusa
- si
grida solamente “fammi uscire”.
Sostiene
Pamuk
«…
Scrivo lentamente, come una tartaruga, “creatura delle
tenebre”. In realtà, sono più contento quando dipingo,
ma mi sento più saggio quando scrivo. Il romanzo, come
diceva Henry James, non è solo autoespressione,
è struttura. I romanzieri devono essere “persone” possedute.
Scrivo senza preoccuparmi delle conseguenze politiche.
Voglio essere assolutamente poetico e profondamente
significativo, come diceva Fitzgerald: “Se hai due
opinioni solide, quello è l’inizio di un buon
romanzo?”… Una triste verità è che i popoli europei
non vogliono i migranti. L’Unione Europea ha chiesto alla
Turchia di creare un muro, di fare da filtro. Vogliono che
facciamo noi il lavoro sporco…».
Proprio
così! Oggi i migranti sono trattati dall’Unione Europea
come “cani in chiesa”.
Due
opinioni solide
1-
“I cani derivano dai lupi” (Danilo Mainardi).
2-
“No. I cani derivano dallo sciacallo dorato” (Konrad
Lorenz, E l’uomo
incontrò il cane).
Chihuahua
La
testa ha la forma a “lampadina”. Il nome è dovuto alla
capitale dell’omonimo stato messicano dove sono nati i
primi allevamenti di questa razza canina… «Ecco!» dicono
alcuni. «I cani derivano dai cani… Se non accendo questa
lampadina,
- M’illumino
- di
meno».
What’s
up? (Cosa c’è
di nuovo?)
Tutti
i cani spacciano un caratteristico odore che seduce
l’uomo. I lupi no. “Lupi, cacciatori. Cani,
seduttori?”, potremmo chiederci. È già qualcosa. Può
darsi che gli uomini riescano a dare un risvolto positivo
alla parte negativa che è dentro di noi.
- Perché i lupi parlano il dialetto e gli sciacalli dorati sono
irascibili?
Alcuni
ricercatori dell’università di Cambridge, ponendosi
questa domanda, hanno deciso di studiare la comunicazione
dei lupi analizzando i loro temibili ululati. Grazie a
complessi algoritmi sono riusciti a distinguere ventuno
diversi tipi di tonalità, ognuna con caratteristiche
proprie. Ad esempio, i lupi rossi hanno un dialetto emesso
attraverso suoni molto più acuti, mentre quelli grigi
possiedono un tono più basso. I risultati potrebbero avere
molteplici effetti. Da un lato, attraverso una migliore
comprensione del
linguaggio dei predatori, consentirebbero di facilitare
la coesistenza tra uomo e lupo. In aggiunta, lo studio
dell’ululato di questi animali aprirebbe le porte ad una
maggiore conoscenza del linguaggio umano.
-
Filippo Nibbi
-
|