FOGLIO LAPIS - GIUGNO - 2013

 
 

Il lavoro manuale: una ricchezza da riscoprire – Avere cura delle proprie cose, saperlo fare, è avere cura di sé – Non solo: significa anche, inaspettatamente, partire alla ricerca di se stessi – Il fascino sottile di quei piccoli, importanti segreti della manutenzione – Una trasferta birmana ci rivela che il tempo e lo spazio possono ridursi fino all'astrattezza geometrica del punto – E ci fa scoprire i limiti del ragno

 

Disse la Passaporta: «Pulire una macchia d'olio sul pavimento richiede una meccanica complessa: rimuovere delicatamente il liquido con un panno asciutto; passare la giusta quantità di detersivo diluito nell'adeguata quantità d'acqua; risciacquare; asciugare con un panno apposito, per non lasciare aloni. È solo una macchia d'olio, ma prevede un piccolo patrimonio di conoscenze artigianali, concrete. Competenza nella manutenzione delle cose, che vediamo dispersa nell'astratta frenesia metropolitana».

La sua raccomandazione è di stampo pragmatico-domestico: «Ritorniamo a fare le pulizie di casa. Riappropriamoci di quei saperi concreti che abbiamo perso o affidato ad altri. Perché la cura delle cose è cura di se stessi».

Non c'è quella leggera venatura sacrificale che apparteneva alla Regola benedettina o la dedizione silenziosa dei monasteri delle carmelitane. Nelle pulizie della Passaporta c'è ricerca. «Ricerca di se sessi – dice la Passaporta –, perché i lavori domestici ti aiutano a concentrarti sul presente. Concetto chiave, questo, dove l'attenzione non viene posta né sul passato né sul futuro, bensì su quel momento che si sta vivendo». È una questione di educazione, prima di tutto: «Nelle scuole elementari e medie, saranno gli scolasti a occuparsi della pulizia dei locali».

L'Occidente (anche l'Oriente occidentalizzato) ha invece da tempo delegato queste mansioni a un esercito di lavoratori manuali: c'è la colf specializzata nelle pulizie di interni e del giardino, c'è il calzolaio tecnologico; di recente (specie tra gli immigrati cinesi) si è affermata anche la figura dell'aggiustatutto, che ripara quasi ogni cosa, dall'ombrello alle borse. Non si tratta solo di stranieri: secondo l'Inps, dal 2008 a oggi le collaboratrici domestiche e le badanti di nazionalità italiana sono aumentate del 20 per cento. E questa tendenza a demandare la cura dell'ambiente più intimo ad altri ha risvolti spirituali. Perché, come ci ha ricordato due anni fa l'americano Matthew Crawford nel Lavoro manuale come medicina dell'anima, edito da Mondadori, non saper più nemmeno piantare un chiodo ci allontana dal muro familiare, da un quadro che ci piace e che vorremmo appendere. Dalla bellezza pratica, insomma. E, al tempo stesso, è interessante notare come cresca l'ansia di "altre pulizie": quelle del computer per esempio (con i numerosi tipi di antivirus sul mercato) o quelle dell'auto. Forse perché la nostra vera casa, oggi, è altrove?

23, 24, 25, 26, 27. Appena cinque giorni. È come se ne avessimo compiuti cinquecento. 23, Italia – Milano. 27, Yangon – Myanmar. Mi sono strascicato dietro un'influenza che ha colpito violentemente la Germana… Cerco una donna che non abbandoni, almeno prima del terzo round.

La lontananza non esiste

Siamo sempre nello stesso punto

Sempre allo stesso istante…

L'effetto della Birmania è questo. Effetto caleidoscopio. Stupe stupefacenti in cui di solito sono raccolte delle reliquie, alte fino a cento metri. La più alta si trova a Yangon. È ricoperta d'oro zecchino. Vidi la Passaporta sulle ginocchia di Buddha. Alle 17.15 del 27 gennaio 2013 ci troviamo all'hotel Stallion di Yangon. Siamo cinque: la Germana, la Giovanna, la Marina, Ale e me. La Germana è febbricitante; dorme dalle 15. Ale non ritrova il suo passaporto. Attimi di panico. Il documento indispensabile per proseguire il viaggio, ricompare nel mio zainetto. Abbiamo trovato l'albergo intorno alle 14. Non c'è la piscina… La piscina è un mare piccolino. Un mare da giardino. Più immortalato che invivato. L'hotel Stallion non è distante dall'aeroporto. Domani si riparte.

Disse la Passaporta ripulendo le stanze dove avevamo dormito:

È straordinario il ragno

a metà strada tra ingegneria e ricamo

Perché, però, se è così intelligente

questo deficènte casca sempre

dentro alle vasche da bagno?

                                                          Filippo Nibbi 
                                         

    


                                                  

 
 

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