Divisa
in due sillabe, Da Nang è il punto di cerniera fra il
Nord e il Sud del Vietnam – Ma se alla riunificazione
del paese affianchiamo quella della parola, Danang diventa
il nome di una bambina, nata proprio il giorno in cui Da
Nang cessò di essere una città di confine –
Impressioni di viaggio: ecco le barche con gli occhioni
ormeggiate nel fiume, e le lanterne che illuminano le rive
Quando
i Vietcong conquistarono Da Nang rendendo immediata la
ricongiunzione del Vietnam del Sud al Vietnam del Nord che
vivevano separati, un uomo chiamò la figlia nata quel
giorno
Danang
La
piccola crebbe giocando con le bambole provenienti
dall'America chiamate con nomi capitali: Atena, Roma,
Vienna, Mosca e Madrid, quest'ultima chiamata "Madrid
di tutti i giochi" semplicemente perché non finisce in
"a". Le vedete quelle due virgolette in alto che
somigliano a treccine… a tre CCine?
Madrid non ce l'ha. Il mago Berlino insegnò loro a giocare
a moscaceca. Sui
bambolotti maschi, perché non si confondessero, appose
l'etichetta "Parigi". Danang divenne rapidamente
ragazza poi donna. Per riaversi dal trauma subito, iniziò
subito a parlare inglese. Viene spesso a trovarmi per
convincermi a fare la stessa cosa. Dissi a Danang:
"L'unica cosa solida al mondo, è la poesia". Da
allora, Danang è diventata la mia ruota di scorta. Viaggia
sulla mia stessa lunghezza d'ombra… pardon!... d'onda.
Tutto quello che osserva, lo registra. E lo trasmette. Con
Internet, è un gioco da ragazzi! che possono fare tutti…
premesso che siano una coppia specifica, speciale, come due
Stati vicinanti: Italia
del Sud, Italia
del Nord. E gli si possa chiedere: "… Dove siete
stati voi fino a ora?".
Oggetto:
My Son… tolto un
sassolino da una scarpa
Da:
danang@libero.it
A:
hoian@libero.it
Data:
09/02/2012 03:52
Ciao,
qui
è il vostro reporter dal Vietnam che vi scrive, esattamente
da My Son, il sito del (famosissimo!!!) popolo Cham. Questi
Cham venivano, o avevano, forti legami con l'India. Hanno
colonizzato la parte centrale del Vietnam per molti secoli
(direi circa dal 200 al 1700) finché sono stati cacciati a
sud, dove vivono adesso nel delta del Mekong.
Il
sito di ieri è nella giungla e sembra una piccola Angkor
Wat (sempre costruita da loro, che si trova però in
Cambogia). Si tratta di un sito religioso. Erano tutti
templi e tombe dei loro re. I simboli e le decorazioni sono
quelle induiste: tante braccia (troppe), gambe e proboscidi
da tutte le parti.
Incredibile
e triste è che queste costruzioni hanno resistito per
secoli all'assalto della giungla e sono purtroppo cadute in
un attimo nel 1969 a causa dei bombardamenti americani. Si
vedono ancora i crateri delle bombe a pochi metri dagli (ex)
edifici.
L'assalto
della giungla: si vedono erbe ed erbette, felci e alberelli
crescere fra mattone e mattone, e pensate che ogni tre mesi
vengono completamente ripuliti dal personale del parco.
Il
Politecnico di Milano sta collaborando agli studi e alla
ricostruzione degli edifici distrutti. Filippo era molto
orgoglioso.
Siamo
andati al sito in autobus e tornati in barca lungo il fiume.
Abbiamo visto un minimo villaggio dove fanno le barche e
abbiamo scoperto che questa zona si allaga tanto nella
stagione delle piogge che praticamente ogni famiglia
possiede una barchina (tipo piroga) per potersi spostare
quando è tutto sott'acqua. Le barche un po' più grandi
hanno tutte due occhioni dipinti sulla prua per difendersi
dai cattivi mostri del fiume!
Questa Hoi An è sempre più deliziosa: alla sera ci sono piccoli locali,
bar, ristoranti soprattutto sulla sponda del fiume,
illuminati con lanterne, molto carini e dove si mangia bene.
C'è un'atmosfera così rilassata e dolce nella temperatura
dell'aria! nei suoni delicati, nei riflessi sull'acqua,
nelle file di barchine ormeggiate coi loro occhioni
anti-mostri.
Nonostante
sia così carina oggi ce ne andiamo (sigh!). Purtroppo
avevamo prenotato un aereo per il sud pensando che, essendo
così piccola, 3 giorni sarebbero bastati per vederla. Spero
che la prossima tappa non ci deluda, anche se temo che
questa Nha Trang, dove andiamo, sia troppo turistica.
Cercheremo un nostro angolino di mondo tranquillo.
Nota
Notare
la magia della parola, prego. Hoi
An è composta dalle stesse lettere di Hanoi
capitale del Vietnam, ma!
"è sempre più deliziosa". My
Son tolto un sassolino da una scarpa per dirvelo: «Abbiamo
scoperto il primo paradiso terrestre in Vietnam. Si chiama Hoi
An». Vi ricordo che ma,
a seconda dell'intonazione della parola, può significare:
"fantasma", "madre", "quale",
"tomba", "cavallo", "pianticella di
riso"… e – ahinoi!
– (vedi puntata
precedente)
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Filippo Nibbi
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