FOGLIO LAPIS - GIUGNO - 2012

 
 

Divisa in due sillabe, Da Nang è il punto di cerniera fra il Nord e il Sud del Vietnam – Ma se alla riunificazione del paese affianchiamo quella della parola, Danang diventa il nome di una bambina, nata proprio il giorno in cui Da Nang cessò di essere una città di confine – Impressioni di viaggio: ecco le barche con gli occhioni ormeggiate nel fiume, e le lanterne che illuminano le rive

 

Quando i Vietcong conquistarono Da Nang rendendo immediata la ricongiunzione del Vietnam del Sud al Vietnam del Nord che vivevano separati, un uomo chiamò la figlia nata quel giorno

Danang

La piccola crebbe giocando con le bambole provenienti dall'America chiamate con nomi capitali: Atena, Roma, Vienna, Mosca e Madrid, quest'ultima chiamata "Madrid di tutti i giochi" semplicemente perché non finisce in "a". Le vedete quelle due virgolette in alto che somigliano a treccine… a tre CCine? Madrid non ce l'ha. Il mago Berlino insegnò loro a giocare a moscaceca. Sui bambolotti maschi, perché non si confondessero, appose l'etichetta "Parigi". Danang divenne rapidamente ragazza poi donna. Per riaversi dal trauma subito, iniziò subito a parlare inglese. Viene spesso a trovarmi per convincermi a fare la stessa cosa. Dissi a Danang: "L'unica cosa solida al mondo, è la poesia". Da allora, Danang è diventata la mia ruota di scorta. Viaggia sulla mia stessa lunghezza d'ombra… pardon!... d'onda. Tutto quello che osserva, lo registra. E lo trasmette. Con Internet, è un gioco da ragazzi! che possono fare tutti… premesso che siano una coppia specifica, speciale, come due Stati vicinanti: Italia del Sud, Italia del Nord. E gli si possa chiedere: "… Dove siete stati voi fino a ora?".

Oggetto: My Son… tolto un sassolino da una scarpa

Da: danang@libero.it

A: hoian@libero.it

Data: 09/02/2012  03:52

 

Ciao,

qui è il vostro reporter dal Vietnam che vi scrive, esattamente da My Son, il sito del (famosissimo!!!) popolo Cham. Questi Cham venivano, o avevano, forti legami con l'India. Hanno colonizzato la parte centrale del Vietnam per molti secoli (direi circa dal 200 al 1700) finché sono stati cacciati a sud, dove vivono adesso nel delta del Mekong.

Il sito di ieri è nella giungla e sembra una piccola Angkor Wat (sempre costruita da loro, che si trova però in Cambogia). Si tratta di un sito religioso. Erano tutti templi e tombe dei loro re. I simboli e le decorazioni sono quelle induiste: tante braccia (troppe), gambe e proboscidi da tutte le parti.

Incredibile e triste è che queste costruzioni hanno resistito per secoli all'assalto della giungla e sono purtroppo cadute in un attimo nel 1969 a causa dei bombardamenti americani. Si vedono ancora i crateri delle bombe a pochi metri dagli (ex) edifici.

L'assalto della giungla: si vedono erbe ed erbette, felci e alberelli crescere fra mattone e mattone, e pensate che ogni tre mesi vengono completamente ripuliti dal personale del parco.

Il Politecnico di Milano sta collaborando agli studi e alla ricostruzione degli edifici distrutti. Filippo era molto orgoglioso.

Siamo andati al sito in autobus e tornati in barca lungo il fiume. Abbiamo visto un minimo villaggio dove fanno le barche e abbiamo scoperto che questa zona si allaga tanto nella stagione delle piogge che praticamente ogni famiglia possiede una barchina (tipo piroga) per potersi spostare quando è tutto sott'acqua. Le barche un po' più grandi hanno tutte due occhioni dipinti sulla prua per difendersi dai cattivi mostri del fiume!

Questa Hoi An è sempre più deliziosa: alla sera ci sono piccoli locali, bar, ristoranti soprattutto sulla sponda del fiume, illuminati con lanterne, molto carini e dove si mangia bene. C'è un'atmosfera così rilassata e dolce nella temperatura dell'aria! nei suoni delicati, nei riflessi sull'acqua, nelle file di barchine ormeggiate coi loro occhioni anti-mostri.

Nonostante sia così carina oggi ce ne andiamo (sigh!). Purtroppo avevamo prenotato un aereo per il sud pensando che, essendo così piccola, 3 giorni sarebbero bastati per vederla. Spero che la prossima tappa non ci deluda, anche se temo che questa Nha Trang, dove andiamo, sia troppo turistica. Cercheremo un nostro angolino di mondo tranquillo.

 

Nota

Notare la magia della parola, prego. Hoi An è composta dalle stesse lettere di Hanoi capitale del Vietnam, ma! "è sempre più deliziosa". My Son tolto un sassolino da una scarpa per dirvelo: «Abbiamo scoperto il primo paradiso terrestre in Vietnam. Si chiama Hoi An». Vi ricordo che ma, a seconda dell'intonazione della parola, può significare: "fantasma", "madre", "quale", "tomba", "cavallo", "pianticella di riso"… e – ahinoi! – (vedi puntata precedente)

                                               Filippo Nibbi 
                                         

    


                                                  

 
 

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