Il
nuovo capo dello stato francese François Hollande non ha
perduto tempo: in campagna elettorale aveva promesso una
nuova politica scolastica e l'impegno è stato mantenuto
– La circolare Guéant, che impediva ai laureati
stranieri di cercare un'occupazione in Francia, è stata
abrogata – Il sistema accademico francese continua ad
attrarre studenti dall'estero, soprattutto dai paesi arabi
francofoni, ma anche dal Regno Unito e dalla Germania
Prima
di tutto il governo del nuovo presidente francese
François Hollande ha abrogato la circolare che l'allora
ministro dell'interno, Claude Guéant, aveva emesso il 31
maggio 2011. Un documento assai controverso, che restringeva
drasticamente la possibilità, per gli studenti stranieri
che si erano diplomati presso le scuole e le università
francesi, di lavorare in Francia. Adottata per guadagnare
voti a destra, sottraendoli a quel Front National che sotto
la guida di Marine Le Pen sembrava insidiare le possibilità
del presidente Nicolas Sarkozy di rimanere all'Eliseo, la
circolare Guéant non solo si è rivelata inutile dal punto
di vista elettorale, ma ha provocato malumori nel mondo
dell'impresa, chiamata a rinunciare all'apporto di personale
qualificato e formato in Francia, attriti con i paesi
d'origine di molti diplomati costretti a lasciare il paese,
infine le proteste di chi ha buon gioco a ricordare che i
diritti dell'uomo sono nati proprio in Francia. La norma
affidava ai prefetti il compito di vagliare “con rigore”
le domande di autorizzazione al lavoro presentate dagli
studenti stranieri, e di esercitare un “controllo
approfondito” sulle richieste di mutare il permesso di
studio in permesso di lavoro.
Durante
la campagna elettorale che lo ha portato alla presidenza,
Hollande aveva promesso che l'abrogazione della circolare
sarebbe stata uno dei suoi primi atti di governo. É stata
in pratica sostituita da una nuova normativa, presentata
congiuntamente dal ministro dell'interno Manuel Valls, e dai
suoi colleghi Michel Sapin e Geneviève Fioraso,
responsabili rispettivamente per la formazione professionale
e l'insegnamento superiore, che “stabilisce regole precise
e trasparenti nel quadro di un codice per l'ingresso e il
soggiorno degli stranieri, del diritto d'asilo e del codice
del lavoro”. Quest'ultimo richiamo è politicamente
significativo, perché facendo appello a uno statuto in
vigore per i cittadini francesi di fatto equipara a costoro
gli studenti e i lavoratori immigrati. Altri adeguamenti
della normativa in senso progressista sono rinviati a quando
la prevista affermazione della sinistra di Hollande anche
alle elezioni legislative avrà assicurato al nuovo
presidente il puntello di una solida maggioranza
parlamentare.
Secondo
dati forniti dal segretariato generale dell'immigrazione
oltre settecentomila dei sei milioni e duecentoquarantamila
“superlaureati”, usciti cioè dai masters, dai dottorati
e dalla celebri grandes écoles, sono
immigrati. Ciò significa che la percentuale di chi ha
ottenuto questi titoli è superiore fra gli immigrati,
rispetto al dato medio nazionale. I principali paesi di
provenienza dei superlaureati stranieri sono, nell'ordine,
Algeria, Marocco, Regno Unito, Germania, Tunisia. Sono
stranieri, in particolare, oltre il quaranta per cento dei
dottorandi nelle università e nelle grandes écoles.
Se la circolare Guéant rischiava di compromettere questi
successi del sistema educativo francese, il pericolo è ora
scongiurato, commentano gli osservatori. Si fa anche
rilevare un terzo degli studenti affluiti in Francia nel
2002 si trova ancora nel paese: o vi hanno trovato lavoro, o
vi hanno contratto matrimonio, o infine, per un decimo, sono
ancora titolari di permessi di studio.
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f. s.
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