Secondo
un’indagine condotta per conto delle Nazioni Unite, nel
Regno Unito il rispetto della Convenzione per i diritti
del bambino è deficitario da molti punti di vista – In
particolare si denunciano un’eccessiva criminalizzazione
e un’inaccettabile disparità fra ricchi e poveri in
materia di istruzione e tutela della salute – La
pubblicazione del rapporto ha suscitato forti reazioni
polemiche: secondo molti cittadini britannici il sistema
giudiziario è anche troppo blando
Il sistema giudiziario minorile è punitivo, i ragazzi
vengono troppo facilmente considerati teppisti, il
trattamento educativo e quello sanitario dipendono troppo
dal reddito delle rispettive famiglie, con disparità
socialmente inaccettabili. Tre secche condanne, da parte dei
quattro Commissari per l’infanzia responsabili
rispettivamente per l’Inghilterra, la Scozia, il Galles e
l’Irlanda del Nord, colpiscono la condizione infantile nel
Regno Unito scatenando un’aspra polemica. Si tratta di un
rapporto destinato alle Nazioni Unite, e volto a verificare
il rispetto della Convenzione sui diritti dei bambini: la
conclusione cui arrivano i quattro esperti di nomina
governativa è che questo impegno viene violato in diversi
punti.
Un tema particolarmente controverso è quello del
trattamento giuridico: secondo il rapporto si tende a
criminalizzare i giovani, applicando il diritto penale anche
a illeciti di lieve entità. Il risultato è un paradosso
segnalato dalle statistiche: in Gran Bretagna diminuiscono i
reati commessi da minori ma è invece in aumento il numero
dei minori detenuti. Fatto sta che nelle prigioni di sua
maestà ci sono più minori che in qualsiasi altro paese
dell’Europa occidentale. Non solo: nella patria dell’habeat
corpus sono morti in cella, dal 1990 a oggi, tredici
ragazzi, eppure non c’è mai stata un’indagine pubblica
sulle condizioni di detenzione dei giovani reclusi.
Non
è la prima volta che il rapporto sulle condizioni
dell’infanzia giudica severamente le abitudini
britanniche: nel 2003 fu segnalato che il Regno Unito era
uno dei pochissimi, fra i paesi sviluppati, in cui
schiaffeggiare un bambino non è reato. Questa volta
l’allarme prefigura gravissime conseguenze sociali:
criminalizzando i minori, avvertono i quattro Commissari, si
finisce con il creare una sottoclasse criminale giovanile.
Un altro appunto riguarda la tutela della privacy, cui la
Convenzione fa espresso riferimento: dei ragazzi indagati
per comportamento asociali, si fa notare, si pubblicano
indebitamente nomi e fotografie.
Come se non bastassero le manchevolezze e gli abusi
del trattamento giuridico, nel rapporto si traccia un quadro
desolante della condizione minorile nel suo insieme. C’è
un abisso fra le condizioni di vita dei ragazzi nelle classi
alte della società, soprattutto in materia d’istruzione e
di salute, e quelle dei meno fortunati dal punto di vista
del reddito familiare. Molti, troppi, non hanno sufficiente
accesso alle cure mediche, specialmente dentarie. Nella
fascia di popolazione fra i cinque e i sedici anni di età
uno su dieci manifesta segni di disordine mentale. Inoltre
più di un milione e trecentomila minori vivono con genitori
che hanno problemi di alcolismo, mentre le statistiche
rivelano che le adolescenti che vivono nei quartieri più
poveri hanno probabilità di incappare in gravidanze
indesiderate quattro volte superiori rispetto alle ragazze
dei quartieri alti.
I mezzi di comunicazione sono accusati d’indulgere
volentieri al vezzo di tratteggiare i ragazzi come teppisti.
Si cita una ricerca secondo la quale nel 2005 il 71 per
cento degli articoli sui giovani comparsi sulla stampa
britannica erano negativi, addirittura per un terzo si
riferivano a comportamenti criminali. I comportamenti di
quella che è pur sempre una minoranza finiscono dunque con
l’influenzare il giudizio corrente sui giovani britannici
nel loro insieme. Infine un invito al governo di Londra:
cerchi di correggere la diffusa intolleranza a accettare la
presenza di ragazzi negli spazi pubblici.
La pubblicazione di questo rapporto è stata accolta
da vivaci reazioni polemiche: come tutte le società
contemporanee, anche quella britannica è impaurita e
insicura, tende quindi a respingere proposte, come quelle
implicite nel rapporto dei Commissari per l’infanzia,
volte a allentare il rigore poliziesco e giudiziario.
Insomma anche nelle isole britanniche la tolleranza non è
affatto di moda. Non è tempo di abbassare la guardia,
protestano alcuni: forse non rendendosi conto che proprio
una guardia troppo alta rischia di rendere irrecuperabili
quei ragazzi che cercano, magari con un’esuberanza
eccessiva e fastidiosa, d’individuare la loro strada nel
mondo difficile in cui li stiamo proiettando.
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f. s.
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